Critica Sociale - Anno VIII - n. 9 - 1 maggio 1898
CRITICA SOCIALE avere una so1uzione unica e sicura, perché lo Stato d'oggi ha ancora troppo poco da fa,·e colla società collettivista; ond'è che la statizzazione d'un servizio diventa un argomento da programma minimo, la cui soluzione dipende da condìzioni speciali 0 con– tingenti di tempo, di luogo, di tendenze politiche, di organizzazione operaia, ecc., che si prestano agli apprezzamenti più diversi anche per occhi socia– listi. Parimenti la Cooperazione operaia (la quale non sappiamo dovo il Sorel potè trovare che vada talora sotto il nome di col/etttvtsmo), essendo un'arma a doppio taglio, è da noi, secondo i casi, o combattuta, o favorita; combattuta però (recenti ar– ticoli della C1·iltca ne possono far fede) per ben altri motivi da quelli grettissimi che ci •uppone il Sorel. E qui ci sia lecito di protestare contro la noticiua colla quale si accusano i guesdisti di avere combat– tuto la vetreria di Albt per far la corte ai bottegai; per quali e ben più serii motivi vollero essi disim– pegnare da quel tentativo la responsabilità del par• lito, è noto ai nostri lettol'i ('). Or dunque, raccogliendo lAvele: se certe formule del marxismo non sono verità assolute (quanto all'essere « false • è asserzione troppo ardita; e avremo occasione a riparlarne); se la società. futura è oggetto di romanzo; se su date questioni, anche presenti, siamo in disparere; che resta- domanda il Sorel - al socialismo attuale per chiamal'si scien– tifico 1 Oli resta tutto ciò che abbiam detto; gli resta la visione netta, approssimativamente precisa. delle grandi tendenze e delle grandi foci dell'evoluzione sociale; gli resta la teorica della lotta delle classi, motore precipuo della stol'ia; gli resta il contenuto e il metodo del materialismo storico, di cui, lo creda il signor Sorel, si aveva in Italia qualche sospetto anche prima che il professore Antonio Labriola (nè sarà lui a contestarlo) vi portasse alcune pre– ziosissime dilucidazioni. Oli resta, quale che sia la correttezza dei testi e il significato post-hegeliano di Wtssenschafl, il grande spirito innovatore, per cui l'imagine del mondo sociale, che una volta si rizzava sul capo, ora fu rimessa sui piedi; gli resta sopratutto quella facoltà di revisione di sè stesso, quella potenza di autocritica e di assiduo pe,'fezio– namento, di cui si fanno fot·ti coloro che ne annun– ciano la crisi e ne preconizzano il dissolvimento. Gli resta il talismano, che Marx gli ha dato, pel' difen– dersi da tutti gli ecletlici,i confusionarii, i vagheggia– tori di un nuovo « partito», i manipolatori di teorie intermedie, buone a tutti gli u,i, che p1·ocu1·anoal Merlino il piacere delle edizioni 'l'reves, ma insieme il dispiacere (lo speriamo almeno) degli elogi dei Bonfadini nel Co,·riere della Se,·a. Oli resta di vi– vere e di agire. E ci para che basti! FILIPPO TURATI, ( 1 ) Li accennammo in tlne a: un no,;tro articolo nella Ct·tuca Sociale del 1895, pag. 354: Il ctopplo re,.,,antc della cooperarfone. .1:; pubblico.Lo il 7.° MAGGIO della LOTTADI CLASSE, -.OMMARIO. Te8fo: Alle L.'\,·oralricl - Ai Lavoratori- Primo Maggio (Filippo Turati) - tome ,1 diYenta 1Jocial1st1 (Edmondo 1M Amlctl} - A un 01)era10 CPram) - l,a Zolfaia {F,·anct.rco De Luca) - Uno fra tanti (Olu.rtvpe D'M1gelo) - I.e Ballare della Morte (Adone No.rari) - Partito socrnllsra in avanti, 1-'esta di t 0 magJ:io all"lndietro (Gt•·olamo Gatti) - 1.a buon:\ giornata tGtociam1I Htrtacchll - 1:11niHono (Km·lco Fer,·l) - Nella fo'esta d1 M11.1a {Anrfoto C:aht·lnl) • Primo M11ggio s,,11.– uro ICtaudlo 7'rer;u) - Anche l'Arte! (Pedde Poll:ara). lneh,lonl: 1. 0 Mai;tl!"iO della l..oUa di classe IP, Chtua)- L·orn. del cibo (Canto1ottl) - Soldato! (C, Zuccaro). Ordinazioni all'Ufficio della Lolla di c'asse, via Unione, 10, .Milano. Il costo é di cent. 5 alla copia - da 20 copio a 00, (i~\i,:O T>;{ 1~f~da1fea~?:: pi!1 1~ e~• 3 c;en/~!plfft~~ral ~t L'EVOLUZIONE DELLA SCUOLA POSITIVA PENAL (A J>rol)oslto tlel Cmwo tenuto d:1 K Pcrri 1111'Unher– sllà nuorn di Uruxel1es (') La scuola posiUva penale sta percorrendo una. evo– luzione perfettamente parallela a quella che percorro a sociologia generale. Quest"ultima cominciò collo Spencer ad afferma.re un principio generico, il principio della evoluzione, formu– lato dal filosofo inglese cosi: in tutti i fenomeni dell'uni– verso si avvera progressivamente una concentrazione di materia e una. dispersione di movimento, accompa– gnate da. una dilTercnziazione <li funzioni. Questa for– mulazione generica e vaga permise allo Spen'!er di comprendervi tutti i fenomeni, tanto della materia inor– ganica, quanto dell"organica e della superorganica, e di presentare così. con grande armonia di linee, la più grande sintesi fllosoflca di questo secolo. Per un po' di tempo i sociologi rimasero come n.bba• gliali da.Ila.potenza e dalla. grandiosità. di questn. sintesi, e, durante questo tempo, la sociologia non ru altro che una ricucinatura dei concetti spenceriani, con maggiori o minori ampliflcnzioni, che però dall'orbita di quelli non uscivano mai. Ma, a poco a poco, si cominciò a vedere che quella rormola, per volere troppo abbracciare, nulla. esprimeva di concreto; essa indica.va l'aspetto esteriore, generico e formale dell'evoluzione, ma non precisa.va che cosa. intimamente fosse e come avvenisse l'evo:uzione spe– cialmente della società. O'allra parte, si comin~iò a ca– pire che la società. non poteva considerarsi come ur. tutto unico: la religione, la morale, il diritto (e la loro evoluzione) non potevano considerarsi veramente come una. formazione di tuUa una. sociefa, ma piuttosto sol• tanto di una piccola. parte di essa, che aveva dominato sulle altre, che ave,•a creato quelle ideologie nel proprio interesse (compatibilmente colla res:stenza spiegata dai dominati), che assommava quindi in sò quella. che veniva impropriamente chiamata l'evoluzione sociale. - Erano dunque formazioni di classe. L'evoluzione sociale non apparve quindi più sotto l'aspetto semplicista con cui la concepiva lo Spencer. Lo classi ed i loro rapporU reciproci di dominio e dipen– denza. apparvero (specialmente dopo che cominciò a. diffondersi il pensiero di Marx) il motivo fondamentale dell'evoluzione sociale, la chiave che poteva spiegarne In.tendenza o il significato, ciò che da.va. alla espres– sione formale di evoluzione il suo reale contenuto. La euritmia della costruzione spenceriana cominciò a. sgre– tolarsi, e ne usci la nuova sociologia, più solida. e con– creta, di cui il Do Greef, il Vaccaro, l'Asturaro, il Loria ed altri, sono i rappresentanti. li carattere appariscente di quesla nuova sociologia è la. sua tendenza. spiccatamente socialista. Basato sul materialismo storico, in quanto più o meno esplicita– mente riconosce la prevalenza, tra i fattori sociali, del fenomeno economico; pervaso più o meno ampiamente dai concetti ronclamentn.lidel marxismo; il pensiero di questi ultimi studiosi ciel ratto sociale non poteva. a meno (come osserva il De Grec() di incontrarsi, scen– dendo dall'alto, col dolore dei miseri, che saliva dal (1) ENRICO i'ERRi: La J1tStlCt penalt:j 6011écohd/Otl, 8tS aé{(tlt(I, son aveno·. Re1umé du Com·s de sociologie cri ml nelle tait :\ l'ln– stitut des Ua.utea E:ludea de l'UniversitO IIOU\'dlle, Bruxelles, tS98. Veuve L. Larcier Oditeur.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy