Critica Sociale - Anno VIII - n. 8 - 16 aprile 1898

120 CRIT !CA SOCIALE del Comuno di Torino o dai suoi paladini (intendiamoci: io sono profondo ammirt1.torodella. pai·te critica di quel mirabile documento) sollo rimputn1.ionc .... di lendor.1.0 ri,·oluziono.rie !! Già. Claudio Trcvcs - dopo a.vermi collo (diceva lui} in flagrante 1·eatodi contrad lizione tra le mio opinioni intorno alla conquista. del Comune cii un preteso mio follo di fabia11ismo ... anzi d'ipe1'{abiauismo militare; o dopo aver tentato di dimostrare che io ero uscito dal seminato ed ero catfuto in un grotte ..co qui p,·o qtt'I, prandendo lo proposte d'indolo finanziaria. della. Com• missione per una. piatlaforma clctlor•a\o - già Claudio Treves, dunque, aveva qualiflcata la mia povera prosa come del 1emplìcismo anarchico. Poi ò venuta la volla di Caviglio, cho ha s(ogato ~opra di mo il suo cntth·o umore per l'insuccesso cloilo sue proposto clemocraliche, 1·espinto dal buon senso dei i-ociali~li torinesi. canzonandomi per i miei reloricumi SOVV81'Si\'i ! l>i bene in meglio! Senonchò io ,·O1-roi ronsigliaro Trovcs o Caviglia di essere un po· 1>H1 esatti nello loro affer mazio ni, e so– vra.lutto (li motlersi d'accordo prima di i11izia.ro i lùl o ttUacchi contro di mo - po,•cro bastonatore dei mulini a vento della. mia. fantasia non fosso altro per non distribuire intorno dei colpi a vuoto. Cosl, per esempio, so la memoria non avesse tratto in orrore Claudio Tro,•es o se gli fos-.ero capitati por le mani i miei nrticoli della Critica Sociale, intorno :ti Problema militare del pai·tito socioli&ta, egli si snreLLo accorto che, in fatto di difc~a nazionale, io sono stato sempre altrettanto lontano dal suo ingenuo semplirismo (tanto por adoperare una. parola. stereotipata., che gli ò cara, o che ò ormai di\'enut(t la salsa di tutte le nostre pietanze), 11er il qunlo credo o crcdC\'O, che a far ces– sare lo gucrro bast,\Sscro ordinamenti militari. ... che rendessero inevitabili le !-confitte; quanto dalle allegre proposto della. Commi&&ione del P1·001·ammaminimo del Congresso di Bologna, che mi suggerirono, ad imila- 1.iono doi parlamentari inglesi, tanto profondi noi loro umorismo. un emendamonlo cosi concepito: e Il Congresso tlellbera. di sostituire, allo incendiario richieste della Commissiono, la.domanda della riduzione di L. 1,0:; sul bil;rncio dclllL guerra.• Parimenti cosi, non sarebbe accaduto che - dopo i vani acrobatismi dialeltici do! Trevos, avvocato non ri– chiesto della Commis.iione, per dimostrare la nessuna intenzione dei commissari torine-.i di proporre una piaUaformri eleUorale - non sarebbe accaduto che la Commissiono slei-sa, per mezzo del Caviglia, a\'csse fallo sa.pero e che la riforma del trllrnti 11111nlcl1rnll (nalu ralmento nelle basi da. es~a. proposte) è una dello quo• stioni più urgenti di Torino e come tale do,·e co;.titnlre la 1,iattnfurmn 1,er le elezioni lii 4p1est.':u1110. Oh! dove ò mai più il mio preteso qui pro quo, la. mia. uscita .... dal seminato? Ed ora all'argomento. Caviglia - abilmente sfuggendo a quello che è il punto veramente capill.lle della questiono: se, cioè, il partito &ociolista non &i esponga a pe1·de1·e il pl'Opn·o ca1·aUtl'e &pe.;ifi,co ed a u· a1fon11.ar& i iu una qiurl&iasi g1•a<1t1::ione d lla democ,·a;ia l>orglie&e, acconsentendo ad assum~re fwuioni, abbol'renli cosi dalle .me finalità come dai nwi metodi di lolla, entmmbi 1·ivoltuionm·ii 1mi perdonino Trevos e Caviglia... la 11aroltLorribilmente 11narchica.! !) - Ca.viglia, dunque, si limita. tul affermare B ol te a G1'lo B 11co che, se anche il Comune rosso autonomo, il partito so– cialist.t non potrebbe proporre riformo tributario SO· stanzialmento differenti da quello della Commissiono torinese del 189i. Ebbene, con buona paco del compagno Caviglia, io non sono arfatto del suo 11nrere 1 giu.cchè a me sembra che tutto il suo ragiona.monto si basi sopl'a questa doppia. petizione di principio; cho cioè sia. già stata appro,•ata llal partito la conquista isolata di qualche Comune, o che sia stata dimostrata la possibili1à d'ini– zia.re la ri,·oluzione proletaria senza fnr malo ad alcuno, neppure alle scarselle dello classi rcddit.uaric. B 111·ccisamente per·chò io ritengo cho \'imposta unica progressiva (Claudio Trc,·es mi spiegherà. poi J>erchè. con 'JUCStopo' po· di ))rog1·nmma tributario, mi consideri, non solo come anarchico, ma anche come nikitista fl. nanziario !) pou·cbbe doterminnre l'omigrazione in massa dei capitalisti coi rispettivi capitali dal Comune socia– lisliL al vicino Comune borghese, che io desidero elle il p.1rtiio tompoi-eggi - prima di accingersi ad nmmin:– strare seriamente i municipii - sino al giorno in cui osso, non solo abbia ottenuta. l'autonomia, ma nncho sia. in grudo di conquistare contemporaneamente i centri agricoli od industriali più lm1>01·tanti,quelli, cioè, donde la partenza. rappresenterebbe pel capitalista una. rovina. J)iù grnndo della permanenza. ~~ chiaro cho allora. la trasformazione tributaria. do– termineriL doi disso,;ti finanziari, sovra.tutto nella classe media. {non è essa for~o quella di cui noi dobbiamo ac– celerare la ~1>al'iziono 1>cr sompliflcnro ed acutizzare gli antngonismi di classe, precedenti la. catastrofe del capitalismo?) i ma. è chiaro anche che, allora, ben pochi proprietari od industriali potranno sottrarsi alla no!-tra. impostll progressiva, hL quale non dovrebbe rispal'lninre che i soli proletari, colpendo quindi molto al disotto delle 3 mila. lire (sotto pena di essere, in cnso di,·erso, un'imposta democratica, a favore dei J)iccoli borghci-:i, e non un'imposta socialista), o la quale, Inoltre ci met• terà. in gnL'lo di pro,·vedoro sia all'attuale fabb;sogno comunale, sia alla comunalizzazione dei servizi cd nll'or– ganizznziono del proletuiato a sposo del Comune, cose queste che ra))prcsentano l'essenziale ragione pe1· la. quale, quando sarà possibile il farlo, noi don·emo pren– derci la pena di amministrare i municipi!. . . . La girino come vogliono; ma.nè Trovos, nè Caviglia potranno rispondere affermativamente a questi quesiti: 1. 0 e Kntra nei criteri del nostro 1mrllto qualsiasi dazio, vecchio o nuo,•o, sui tartufi o 1mllo cipolle1 » 2. 0 c In ogni caso ò sumcien1e un ta.l sistema. lri– bulario alla comunaliz1.a.zione doi 8or, 1 izi ed all'organiz– zazione do! proletariato a spese dol Comune! • 3.• « Una pa.r.tiale refezione gratuita. a beneRcio di soli 1500 fanciulli o 10.000 lire alla Camera del lavoro non sono, per avventura, tr,>ppo poca cosa per un Co– mune di 350.000 abitunti, cho attendo, da un'ammini• straziono socialista., almeno la panificazione comunale, la. rerezione grntuita generalo, rorga.nizzazione o l'elo• vazione intellettuale dello classi la.,·oratrici (coso che costano quattrini) e, man mano, la socializzazione della luce, dell'acqua, dei traspol'ti, ccc., ecc.i» J<: allora ( .\llora, poicliè, sia. pel' la. mancaaza. d'autonomia, sia per l'im1>ossib11ifa atluale di una contemporanea con– c1uista. dei centri più impor·tnnti, non è possibile, nè SI\• robbe ora opportuna !"imposta unica. progrcssivn, il ùdemma è questo:

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