Critica Sociale - Anno VIII - n. 8 - 16 aprile 1898

CRITICA SOCIALE l 17 alla memoria del suo genitore, nlfclto cito di rimbalzo circond,lva anche lei - nella vita pubblica o nella ?ri– vata - 111 un ambiento caldo o vitale di simpatie! S1 inten~o cho pur 1!ello il\(lC_ ..esso so.litudmi do\ pili potcute dea troni, fra I baghon al'lillc1ah della gloria militare o JlOlitica, anche sullo pili C'ccclso ,·ette del sapere scicutlflco che. lascia freddo cd arido il cuore, possa ad un tratto a!focc1arsi vinc1toro lo spetro Jol\a ,•anità. della vita, possa mordere il senso dolruniversalo dolore. Ma ben altra ora la. nobillà del lignaggio di costei, di ben altro metallo era materiata la sua gran– dezza. Tutto era puro nello suo origini, tutto era cahlo o ,•i\'O nella suiL vita d'ogni giorpo. ~i sarebbe detta una creatura folico della più intensa felicità. che possa consolare I vi,•enti. tppuro _tutto ciò non valso a stornare dal suo capo l'ala tlel d(•mono nero che lusinga ai ,•olontarii sepolcri. Si uccise, brutalmente,~ con la pozione apprestata (così a,·o,•a tratto lo spezialo in inganno) por av,·elenaro un grosso suo cane. E il suo orgoglio di donna non patl che neppure sapesso,·o gli amici quale segreto affanno no ha spezzali\ ill. tlbrn. Questo mistero, questo pal'(ldosso, questo incsplicabilo assurllO int\cerba ancora lo tMazio dei vicini o dei lon- tani nmici. t-k. Contributo alla riforma del programma minimo CAIIATl'Elll GESt;ll,11.1 IIEI, l'llOGll!Jlll,l. I.a dichiarazione proposta dal Turali al Con– gresso di Bologna, o votata alla quasi unanimità, a p,·oposito del programma minimo (1 ), è stata uu gran passo vor,30 la riro,·ma dol programma stesso. 11 nostro programma minimo noi l'avevamo com– pilato a caso, senza alcun concetto direttivo, met– tendo una rirorma dopo l'altra, secondo ci venivano in mente; alla lista primitiva erano stati poi di tanto tn tanto aggiunti articoli nuovi; degli arti– coli vecchi, alcuni, come il t·cfcrc,utum, erauo stati criticati acel'bamente senza trovar difensori; altri erano stati assaliti e difesi con calore, come la im• posta prog,·essiva. ~la fino al Cong,·esso di Bologna noi non avevamo mai pensato a domandarci di proposito: che cosa è il p1·og1·ammaminimo? quali caratteri debbono ave1·e le 1•1rormochiamate a farne parte 1 che funzione deve esso compiere nella vita del Partito! Questi argomonli noi non solo non li aflrontavamo, ma non sentivamo nemmeno il bi– sogno di discuterli; il concetto « programma mi– nimo-.ci pareva chiarissimo e tale da non ammettere contestazioni: programma minimo ò l'insieme delle rifo1·me immediate, compatibili coll'attuale ambiente economico o politico, che il proletariato domanda alle classi detentrici del potere. Quale definizione più semplice di questa 1 Noi quindi discutevamo le singolo riforme, ma non sentivamo la necessità di discutere la definizione fondamentale del programma minimo, dalla quale tulle le riforme particolari do· vevano emana1·e quasi deduttivameute. La ,Terità invece e1-a che sulle note fondamen– tali del concetto « programmo. minimo » noi non eravamo punto d"accor<1o;ognuno concepiva il pro– gramma minimo in modo diverso dagli altri; e quando, per iniziativa del 'J'ul'ati, si affrontò la questiono della dete1•minaziono dei carattel'l gene- 1·ali del programma, !ii vide cho alcuni ,·olevauo un prog1•amma essenzialmente socialh1ta; altri erano disposti ad accettare iu esso anche rifol'me che non fossero strottamcnle socialiste; altri vole– vano uu prog1·amma di pochi articoli rirerentisi a questioni di allualità o quindi variabili colle sta– gioni o col vento. Si compreso perciò che, prima t'J \'tggul In Critica Sodate, 1897,p1g. t90. di mellersi a compilare un programma minimo DUO\'O,bisognava determinare con quali criteri i, con qual metodo que3to la,·oro dove::1serarsi; e 1 '\ di– chiarazione del 'l'urali venne n da1·e ciò che era necessario; ed è indubitato che essa deve servir di base al lavoro, che il Partito farà per la riforma del suo programma minimo. So uou che la dichiarazione del '!'urati ha finora influito ben poco su questo Ia,•oro di riforma. La Commissione torinese per il programma minimo amministrativo non ne tenne conto alcuno; e anch'io. quando scrissi sulla questione amministratira di 'l'orino l'articolo pubblicalo noi n. I di quest'anno della Critica, oou pensai neanche lontanamente alla dichiarazione di Bologna; o fui poi molto sorpreso o contento leggendo la Postilla falla al mio articolo dal Turati, e accorgendomi che le mie idee coinci• devano porfettamenlo con la dichiarazione appro– vala dal Cougro,so. La ragiono di questa specie di dimenticanza, In cui ò caduta la dichiarazione di Bologna quasi al– l'indomani del Congr·esso, si de,•e forse ricercare noi fallo che essa. raccoglien lo e condensando in pochissime parole una stragrande quantità di _idee, riesce piultogto oscura; inoll1·0, essendo essa 11re– sultato di una discussione (altasi Il per li, quasi per caso, nel Coogre311:o, e non essendo stata pre– ceduta da alcuna discussione preparatoria nel seno del Part ito. pochi si sono avvisti della sua impor– tan1.ae han pensato a S\'iscerarne il significato e a servirs ene per i nuO'ò'i studii. La dichiarazione di Bologna, anzi che il prodotto del lavoro collot– llvo dot Partito, che pur l'ha approvata, per ora è solo il prodotto del cervello di pochi uomini, che per essere più _sensi_biU alle nuove tendenze, dio giornalmente s1 spr1g1on_anodal seno del Partr_t~, si trovano all'avanguardia del mo\'lmento e aollcl· pano colla loro intuizione la soluzione di problemi non ancora entrati nella coscienza di tutti. Perchè la dichiara1.ione di Bologna acquisii \'im• portanza che si merita, bisogna che la discussione sul catleri generali del p1·ogramma minimo, la quale non si rece prima del Congresso, si faccia almeno 01·n, p1·endondo per punlo ~i par.lenza _la dichiara– zione stessa. Da una tale d1scuss1one 10 credo che qualche punto della dichiarazione uscirà uu po' mal; concio· alcune idee, che qui sono tra<scurate, Sl sentiri\ il bisogno di accennarle in una dichiara– zione più completa e corretta; le idee buone fin da ora affermate saranno chiarite e lumeggiate bene; insomma si risoh•era una , 1 0l ta per sempre la que• stione del programma minimo in generai.e; e, (i!. sali i caralteri cho dovranno avere le smgole rt• forme in esso contenuto, sarà. facile, al lume di tali c1•iterii generali, critica1·e il programma pre• sente e costruirne uno nuovo migliore. I. li primo paragrafo della dichiara1.ione di Bologna ml sembra che contenga un'idea che va riOutata o almeno profondamente rotliOcata. Il programma. minimo doi socialisti non è il loro pro– gro.mmn. di go, orno. li socio.lismo non potrà coruinciaro o. cssoro o.ttua.to se non dopo la conquista dei pubblici potori: nel che è da lntondore, non già la conquista di '}Unleho seggio o di qua.tcho m111or corpo deliberante, lll'L la. prosa di 1>ossesso,da. parto del proletariato so– cmlisla, dei congegni fondamentali del potere politico. Queste parole fanno credere che il Partito socia• lista, oltre il programma minimo, abbia un p1•0• gramma di governo, un programma massimo. Ora a me sembra che noi non abbiamo due programmi,

RkJQdWJsaXNoZXIy