Critica Sociale - Anno VIII - n. 8 - 16 aprile 1898
l24 CRITICA SOCIALE il coraggio, se gli accadesse di trovarsi in Repub– blica. di rinunciare, in seguo di prole.sta, alla vita politica f Chi avrebbe la forza d'animo di rifiutare una pensione per uon piegarsi ad accettar chec– chessia da un go, 1 erno av,·ersato, o di rinunciar·vi per non grarare il bilancio dello Statoi Chi, persino, pofrebbo t1·ovare la fe1·mezuL o la costanza nell'o– pe1·a di migliorare sò stesso che ebbe Massimo D'Azeglio, quando, come oggi, tutlo lo sforzo della educazione impartita e di quella acquisita da sè tendo a disciplinare gli animi quasi esclusi"amente in \'ista del maggior guadagno possibile! L'abbassamento del li\'ello morale ò dunque in– negabile. La generazione che è attualmente al po· tere, e quella parie della nuo"a che ne segue le tendenze, è barricata nel più stretto egoismo come in una fortezza ben riparata dagli assalti di ogni ideale. lo credo persino che so si potesse ave1·e una statistica dei matrimoni d'amore e di quelli di calcolo, il numero dei secondi rapporto ai primi si mosfrerebbe molto superiore nella generazione cho attualmente tiene in politica il campo che non nella generazione che la precedette. Da ciò si dimostra quanto sia importante per mantenere e spingere io alto il livello morale delle nazioni l'esistenza d'un motivo di azione collocato all'infuori della stretta ce,·chia dell'Io, ed operante atti\•amente e largamente negli animi. Senza questa stella polare che diriga le coscienze e lo fonda in una comune aspirazione Efli animi restano impalu– dati nel pantano dell'ego1smo e della mediocrità morale. Con essa, ratti\•ità. moralo si eleva. si in– tensiOca. si raffina; e ciò non solo uel dominio che chiameremo sociale di essa attivit.\, in quello cioè che si l'iferisce alla sua azione circa alla cJsa pub• blic1, allJt socialità; ma ben auco in ogni altro suo dominio, compreso quello che rigua1•da l'elevazione e il perfezionamento del carattere indh•iduale. L'a– zione benefica d'un'idea superiore s'insinua infatti fil tutti i meandri e opera su tutte le direzioni dell'animo umdno. Chi ha apel'lo ad e3sa IQ frou– tiere della propria coscienza vi attinge anche, ne• cessariameute, impulso, forza, esercizio a obbedire a 1111 alto concetto del dovere verso sò ste3s0. Ciò che la generazione la quale iniziò il nostro risorgimento politico ebbe nell'idea patriotica, ciò che mancò alla susseguente - UD alto moti\'O ideale di azione disinteressata - la nuova generazione lo trova nel . ocialismo. Si considel'i infatti in qual dh 1 er30 modo inten– dano o attuino il concetto del dovere coloro che militano nell'esercito numeroso dei contenti dal presente ordine di cose, e la sottile schiera di quelli che contro tale ordine hanno preso una posizione cli guerra decisa. Nei primi, il doverd si raccoglie tutto nello sforzo e nella disciplina di sè necessnrii a raggiungere lo scopo pratico della vita, il pili alto grado possibile del successo indi\'iduale. Perciò è, per costoro, errore o mancamento morale il la– sciarsi guidare, nell'azione, da qualsiasi pagsione o idea che svii, comunque, da quel cammino. E<lucati fluo dall'adolescenza a questo ordino di idee essi non gettano che sguardi fugge\'oli e distraiti oltre la breve sponda che chiude il battello della loro e istenza, e il lorJ sup,·emo pensiero è quello di guidare, sulle acque infide, questo loro battello più sicuramente e più rapidamente degli altri. li 101·0 mondo morale rimant, chiuso nella ristretta cerchia della 101·0personalità, e nulla all'infuori di essa può eccita1·e vivamente e durevolmente la loro at– tività, e tanto meno in modo da bilanciare l'attività da ossi spieJ;tata i11senso egoistico. .Ma per coloro la cui coscienza si è formata e maturata attorno a un pensiero centrale di ribel– lione contro la forma sociale dominante, e in cui B1bl ot a G11 B n questo pensiero tenuto per lungo tempo alto nella mente ò andato a poco a poco attirando e 01·di– nando i attorno una folla di altri pensieri, di seo timeoti, rti volizioni, riuscendo da ultimo a imp1·on– tare e colorire di sò tutta la concezione della 1•ila, il concetto del dovere appare sostanzialmente di– verso. Non è più la mira al succes30 pratico che lo domini e lo subordini a sè. È invece quell'ideale di miglioramento sociale che splende innanzi al pensie1·0 del l'ibelle o por cui ogli (leve lottare. Questo ideale assume, nella sua coscienza, come motivo d'azione, quel rilie\'0 che nel caso prece– dente tiene il raggiungimento della riuscita perso– nale. Onde avviene che pur di se,·bar fede a questo ideale e di poter operare per esso, egli incontrerA dhagi e per3ecuzioni, o quanto meno affronterà se1·011amente la incertezza del domani e la certezza dell'insuccesso pratico. Ma questa diminuzione del rilievo della propria per– sonalità nella cosciooza di chi è animato dallo spirito di lolla per il miglioramento sociale - come è di chi pl'ofessa il socialismo - nou avviene soltanto per ciò che egli si pone uno scopo della \'ila al– l'infllori della sfera ch•cosc1·itta dell'io, quello cioè di lavorare a 1•iformare il mondo, o perché l'idea. che egli si fa della prop1·ia felicila si confonde interamente con questo scopo; essa avviene anche per un'altra via. Invero, questo scopo supremo - la riforma dell'assolto sociale - è difficile e lontano. Ciascuuo sente che le sue sole forze sono inade– guate a raggiungel'lo. Ciascuno sente che egli non può contribuire ad avvicinal'lo che por un'influite• sima parte, e che la sua azione dev'essere legata, coordinata, continuata e rusa con tutte le singole azioni di coloro che lavorano nel momento pre– sente, dappresso o da lonla110, allo ste!llso scopo, o che vi lavoreranno nell'avvenire. Più che alla pro– pria o.,era indL\•iduale. un socialista è adunque educato a accordare importanza e fiducia a questa vasta e po3::seote 01>ara collettiva. C1·eicono co3Ì e si solidificano in lui gli iutimi legami di solidarietà con gli alti-i; e poichè la sua vita, quanto a.I suo scopo sup1·emo, è immedesimata con la sua opera por il miglioramento sociale, essa non gli apparisco che come una frazione della rit<t e dell'azione col· !attiva di coloro che ccope1·ano con lui allo stesso miglioramento. Essa si allarga nn dove v'è un uomo che gli sia compagno io questa azione e si prolunga fino a quei venturi che continueranno la sua opera nell'av, 1 enire. Sparire dal moudo, ma lasciando viva l'ittea dominante e direttiva della p1-01>ria esistenza, non è per un socialista convinto, come non fu mai noi passato per quabia i convinto riformatore so– ciale, uu morire completo. Si potrebbe esattamente esprimere quest'ultimo sentimento, che diventa fon– damentale nell'animo d'ogni caldo pa,·tigiano d'una riforma religiosa, politica o sociale, convergendo ad alti-o signinc..'lto, il bel paragone schopenhaueriano citalo dal ighele: e Come le goccia di una cate– teratta furiosa precipitano in polvere impalpabile e si succedono con la rapidità del lampo, mentre l'arcobaleno che esse sostengono re,la perfettamente immobile e sicuro in tale perpetuo cambiamento, cosi l'idea ..-. sta in sah•o nel rinnovarsi inces3ante dei suoi individui. • (') Da ciò segue adunque che il pregiudizio egocen– trico che domina nell'animo di coloro che, restando passivi o contenti di fronte all'ordinamento sociale, non hanno per· iscopo della esistenza che il loro successo per.ionale, è invece in coloro che hanno po,· obbietto la lolla per riformare la società, de– bollato doppiamente: prima, perchè questo obbietto, a differenza del precedente, ò già extrapersonale; l') La DtliHf/Hen.:a ,ertarlci, png. H, TreYet, 1897.
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