Critica Sociale - Anno VIII - n. 7 - 1 aprile 1898
102 CRITICA SOCIALE ,tizia di Mario napisardi, per esempio, sta agli antipodi I dagli idilli i di Teocrito e di Meli: le pastorellerie di Tiliro e Molibeo son diventate il Canto dei minatori o quello dei mietitori .... o anche questi non sono minatori e mietitori trovati in Sicilia. La diresa. del Cammareri è in,•eco un'accusa, anzi una condanna addirittura, perchè pretende che la Si– cilia. sia un'Arcadia. E perchè no una. Beozia! Sono puro regioni limitrore. Epj,ure Marx ed Engcls, or ha fatto mezzo secolo, nel Manifcflo c'insegnarono che ur– flcio rivoluzionuio della borghesia ru appunto di di– struggere tutte le relazioni sociali d'indole idillica e patriarcale. So questo in Sicilia persistono, segno che essa è stazionaria, barbara o quasi, e aspetta ancora l'opera relativamente benefica. della. borghesia, la qualo altrove ò già al principio della fino. Invero, per effetto di tali decantalo ,·irlù, e questa. grande massa di gente dabbene non posa sulle sorti pubbliche; esiste solo come classe sfruttata e senza diritti. Essa vive così dis• gregata e separata dal movimento politico, che sconosce completamente gli uomini che la governano o che si accapigliano per governarla•· Questo dice lo stesso Cammareri, senza accorgersi che ciò costituisco la no• gazione dello virtù civili ài combattività o di resistenza proprie al moderno proletariato, e in antitesi collo virtù idilliche - se si vuole - dello popolazioni siciliane, virtù pa.ssi,·e od lnerli, degne piuttosto t1·a1tri popoli, d'altri tempi, d'altri paesi. I giudizi del Cammareri, malgrado lo. opposta mira, coincidono dunque coi nostri, o ne son la riprova. In• fatti, s'egli dico che e la. vita. storica dell'isola ò do.la da una minoranza. di ladri fortunali o di avventurieri d'ingegno»; s'egli ammette che e non 1rnò avvenire di• verso.monto finchè la vita economica della Sicilia è ron– da.la sul lati rondismo•; riconosce, por quanto indirolta– montc, cho il socialismo Yi è impossibile E riconosce, pur suo malgrado, che la moralifa pubblica. e prinita dei siciliani lascia mollo a desiderare, modellata com'è sul feudalismo dominanlc, quando conrossa. che « lo in• dustrie agricolo o quelle affini, esercitato sui ltLtirondi nudi e deserli, si reggono col furto reciproco sollo sva– riato rorme >; o che e chi non sa rubare, non riesco>. Or dove la. ,•ila ò una vera palestra di rurto, a segno che sullo testimonianze di storici imparziali, c. si di– rebbe - seri ve il Loncao - che la Sicilia è il paose doi cleptomani >, il carattere delle popolazioni non può non e~sero insocievole e, per conseguenza, antisocia– listo.. Lo stesso Cammareri atTerma che la minoranza. do– minante, cosciente della e propria inreriorità economica o moro.le di fronte alla. borghesia. più sviluppata dello provincie settentrionali,. ... si vendica imponendo un mal– fattore>, qual è Crispi, e un uomo uscilo dal suo seno o dota.lo in sommo grado dello sue stosso qualità>. Ma se questo brigante fortunato ò degna emanazione della minoranza, questa. minoranza., crodil~ pure, caro Cam• mareri, ò degna em11nazione della maggioranza tolle– rante ed ossequente, so non partecipante. Crispi, mino– ram.a e maggioranza sono gli anelli di una. stessa ca– tena; sono lo parti di quel tutto indivisibile, ch'è il feudalismo siciliano. ... ~la. se il socialismo non ò possibile nel suo terreno naturale, nelle classi lavoratrici, dalle quali suole ap– prendersi allo classi medie, si può egli almeno sperare di rinvenirlo in queste ultime, cioè presso quella piccola borghesia. che ogni giorno ò incalzata alla. rovina dallo crisi economiche o dai balzelli go,·ernalivi? e che da queste classi medie, in ordine inverso, si possa appren– dere alle clnssi ltworatrici 1 Neanche questo. Le classi medio, poste generalmente nella difficile condiziono di dover sostenere la compres• sione delle classi inftme da un lato o delle classi alto dall"altro; poste nella dura necessità di doversi diren– dere giorno por giorno, momento per momento, con tutte le loro forze, por non essere cacciale o ricacciato in giù, sono dovunque attacca.le tenacemente alla pic• cola proprietà, alla piccola industria, alle piccole risorse, e perciò sono più consenatrici, anche perchè più Igno– ranti, delle stesso classi alto. In Sieilia poi - per le condizioni speciali cui abbiamo ~ccennato - questo classi modio sono, por necessità di cose, al disotto delle classi modio di altri paesi indu– strialmente più s,•iluppati; esse, che non possono non essere parto organica dell'ambiente roudale vigente, men che altrove danno a sperare la. possibilità di una infil– trazione, non che di una germinazione socialista. In Sicilia, dunque, non restano accessibili al socia– lismo che gli studenti od i professionisti i ma O appunto dalla condotta di costoro che noi possiamo meglio con• statare la inroriorili\ del carattere siciliano, Senza corea.re l'impurit;\ troppo recente - come rileva lo stesso Cammareri - di questi figli della nuova bor– ghesia, composta « da pastori e campieri manutengoli ed abigeatarii, da. gabellali vampiri, da po,·eri arric– chiti col contrabbando o con l'appalto o col disonesto commercio o con la conquista delle terre demaniali, da ricattatori e da mestieranti della politica•, impul'ità. che, pur troppo, esercita i suoi tristi effetti anche sui discendenti irresponsabili, i nostri slu<lenli e pr orossio– nisti1 anzichù il riflesso dell'ambiento economico loco.le, sono piuttosto il riflesso o - come dico il Rarbalo - e l'indic(I dello condizioni dell'industri.i o del proleta– riato progredito de(lo altro nazioni •· Per gli studenti, mentre trovnnsi nello cit1ù. univer– sitarie, dovo la convergenza di rorzo giovani o di pns– sioni acconsibili crea un cel'to ruoco di modernità o di 1>roseliti~rno; dovo le idee nuove o lo nuove scoperto arrh•nno più presto, e facilmente accendono le monti; doYe il contagio dell'entusiasmo gioYanile facilmenlo si espando e si comunica, senza il contrasto dello preoc– cupazi1Jni individuali o famigliari, non ci vuole un gran elio a proressarsi socialisti. Ma quando, ultimali gli studt 1 torno.no al loro paesi ad esercitare la professione, questi giovani, già.pochi in confronto del Continente, diventano ancora meno e quasi spariscono; i pochissimi, che mo– strano saldezza di carattere e di convinzione, vedono ru.rsi il vuoto attorno a loro e restano - osserva il Barbato - « solitari ed impotenti>, quando pure non vengano calunniati e danneggiati negli interessi e nella libertà, anche a.d ope:-a di quei pretesi compagni che, 1>erla loro condotta indegna, sono i primi a do,·erno subire la censura. Se qualche ,·olla, dunque, un po' di rumore si fa sen• lire, un po' di agitazione che vuol essere socialista, non ci credete, poichè essa non è lo.le i o non lo ò perchè « qui, nell'isola incantata - dice i l B arbato - il socia• lisrno, che attecchisco noi cervello dei borghesi, non ò dottrina organica, .... non è nemmeno stimolo all'opero• sità, .... è in massima parte un bisogno intcrmillenlo di emozioni da stanchi, una sete di libertà. selvaggla 1 .... un sentimento di ribellione impulsiva.-, proprio corno per I porori lavoratori. Cosicchò di questi professionisti alcuni diventano veri rinneg~li che, volendo andare d'accordo
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