Critica Sociale - Anno VIII - n. 7 - 1 aprile 1898
llO CRITICA SOCIALE socialista; e gli uomrn1 pili insigni del?li altri paesi ,•an110 a ten~r·vi dei cor~i temporanei e srwciali nell' ln~·lftul des !/au1es 1::tu.rtes. come f~cA il Ferr-i che vi teu1rn 1·eceute111e11tu n Corso di Sociologia c1·iminale. del quale avr·emo occasione di parlare in uno dei prossimi nume1·ì. Insieme con questa operosih\ scientifica si svol~e. nel seno del Partito socialist.a belga, l'operos1t:\ artistica. La sezione d'arte della Matson du Peup/e dà ogni anno conferenze sopra soggetti di letter"• tura e di estetica, seguite da trattenimenti musi– cali. Motte volle sono soltanto se,-ate musicali cho ranno accorre1·e i la,•oratori brussellesi nelle sale della loro Matson: e nei proip·ammi di questo serate sono i nomi di Berlioz, d1 Bach. di \Vagne1·, di Beethoven che più s1>esso ricol'l'ono. L'e:1ecu– zione della IX Sinfuuia iuaugu1·erà i nuovi locali della Malson du Peup/e. Una manifestazione originale della fecondità al'li– stica del Pa,·/i Ol<vl'ie1· consiste nelle passeggiate. specialmente in quelle del I.' Maggio. I grupJ>i di cartelli, di ca1-ri, di cori; le sfilate coreografiche; le luminarie, e le lanterne veneziane in ca1·ta rossa, la sera; fanno un"imp1·e.~sione veramente arti– stica, come gli stessi giornali borghesi riconoscono. Cosi anche questa forma d'al'te veramente demo - cratica, di cui gli antichi avevano uno squisitissimo senso (si ricordino. per esempio, le carnascialate di Lorenzo De Medici), e che la società capitali– stica fece cadere nella più nauseante trivialità. coi suoi volgaris~imi carri carnevaleschi, tende a ri– pl'endere, pel' opera del Pa,·tito socialista, l'antico splendol'e, acquistando inoltre un intento ben più elevato e una ben più nobile significazione. . .. Qui terminiamo il rapido rendiconto che siamo venuti facendo del libro di Destròe e VandArvelde, perchè la seconda parte di <1uesto, più che essel'o una r-assegna del movimento belga, è quasi pel' intero una serie di monografie (del resto non meno inte1·essanti) sopra questioni o punti controver·~i della nostl'a dottrina in gene,•ale. E noi volevamo qui sopratutto mettel'e in luce l'importanza di questo libro come storia del socialismo di un dato paese. Anche noi socialisti infatti abbiamo già oramai, in quasi tutti i paesi, una storia e una tradizione. Ed è dai iibri che la raccolgono, che noi sentiamo di quale grand'opera precedente siamo i continua– tori; è leggendo questi libri che noi ci sentiamo uniti a quelli che ci precedettero nella battaglia, e furono i pionieri di questa grande e altissima lotta per la rigenerazione umana, concatenante in una , unica mira il pensiero, il sentimento, l'azione di pa,·ecchie generazioni; ed è leggendo questi libri che quelli che verranno dopo di noi a continuai·e la nostra opera nell'a\•venire si sentiranno alla loro volta uniti nello spirito a noi; e che, per ripren– dere l'immagine lucreziana, le generazioni socia• liste si av,•icende1·anno runa l'altl'a. quaSi cu1·– s01·es, la fiaccola dell'idea per farla vibr'a1·e una più del.l'altra ardente e luminosa. t per questo sentimento di unità spirituale coi precursori e coi successori che un piccolo prete esile, pallido. debole. può esclama,·e (como il 'itti l'ifel'isce) dall'alto del pergamo: not abbiam fatto le c1·ociat-, ! 01·a, quell'opera alla qutlle noi ~ocia– listi attendiamo è troppo g,·anrte e soleo ne, pe,·chè questo sentimenio di conlinuilà spirituale. e quasi di immo,·talità dell'individuo nell'unmortalità del– l'idea, noi lo possiamo se111fr meno di un prete catlolico. E •ono i libri della storia no~tl'Q che ce lo mantengono vivo nel petto. GIUSEPPE RENSI. 61Ulh.J a u IU BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO P,or. A:-iTONIO LAUIUOI...A: D11cornmlo di sociali,mo e di filosofia, lii saggio intorno nlla concezione ma.leriali– slica della storia. - Ramo, 1898, E. Locschor o C. (L. l,M). Oggi che la gioventù italiana più intelleltuale si do• Jica. allo studio della fllosofla. monistico•meccanica e e lii solito si volge, incerta di sò e con criteri assai va– ghi, a. ciò cho genericamenle hn nomo di socialismo•• questo 3." saggio di Antonio Labrioln può esserle una ,•ora medicina ,mnti;1. Quello cho l'autore dico dell'An– lilliihring dell'Engols, io non esito a ripeterlo per il suo libro. critlo con uno stile bizzarro, ora grave, ora iro– nico, ora amaro, sempre conciso o temprato, esso ò una battaglia data ai folsl espos1tor1del marxismo e: che al– l'analisi obbiettiva hanno sostiluila la polemica.tenden– ziosa•, un m6nito alla giovenlù, cho si è volt.o.alla causa llol proletal'iato, di non e: J)iglillro proprio por moneta contanlo il marxismo più o meno in,'entalo dagli :Lvversa.ri•· E il m6nito valo più anco ra pe r quei non pochi professor·i d'Università che del ~ la.rx hanno cre– duto di poter fare e una ve1sione libera in istilo alla Proudhon •· Un concetto assai felicemente Ossa il Labriola: ed ò elio le toorie marxiste non poggiano sui concetti ulop1- st.ici e.meramente subbioui\•i di giusto o d'ingiusto, uè si riducono a una lolla pel 111riuo, ma. anzi si radicano in una analisi obbiett.iva del 1i1ododi funzionare del capitalismo, senza. protosa lii colorire dello tendenze. 1.11 teoria. del plus-valore, il principio, cioè, cito il capi tale llltro non ò che una quanlit.à di lavoro non retri– buito, nella. mente di Marx non prendo forma di stra– tegia. morale, elaborata por dimostrare la legittimità. dello rivendicazioni doglt sfrullat.•, o pe1· armare più facilmente i proletari contro la classe capitalista; non è il fulcro, poggiando sul qualo la. leva proletaria deve vincoro la. resistenza borghese; ma ò un'analisi insupe– rabile dei procedimenti economie,. E chi dice diversa– mente non ra cho una polemica. tendenziosa, e un pro– cesso alle in tenzioni dell'au1oro • del Capitale. Il Labriola. como ca.so tipico d'inquisizione allo intenz ani di Marx ricorda il caso Loria. lo citerò il caso Vanni. e Negata l'efllcaciu. prolluLtiva, dico costui, di ogni altro fattore che non siu. il lavoro, e in 'luesto riposta l'unica. font.e e la misura dol valore, la critica.socialisrn o.rr1va logicamente a considernro le formo del rot.ldito, a cui non corrispondo un lavoro personale, come una parto di prodotto sottratta al lavoratore i!l grazia della. t>roprietà degli strumenti di produzione. E quindi una rngnuti=ia che con ciò si constata, e, per quanto in forma nogatin, si viene a proclamare un diritto del lavoratore stesso ad avere il prodollo mteramente 1>e1· si!. Senza dubbio per la. tool'ia sociologica. di Marx l'in– giustizia inerente alle formo economiche do! passalo, od alla rorma. odierna, ò il risultato di una evoluzione storica. fatale; ma. non per questo cessa. di essere una ingiusti=,a e di venfrci 1·app1·tSe1italacome tale.... Ed ò logico t.utto ciò. Dal momento cho il socialismo ìmplica un corto modo di rappresentarsi l'esistenza. e i suoi tlni, per una necessità. del pensiero esso dc,·e arrivare :hl una nozione, a. quello adattata, della società e dello Stato, del diritto e della giustizia• ( 1 1. Cosl per il signor Vanni il Marxismo sarebbe nò più. nò meno che la parodia dol diritto rutturale, e tutto si ridurrebbe ad una nuova e più solenne dichiarazione dei dirilti dell'uomo. Il bello si ò che il noslrn scienziato, non tro\'anllo in quale parto delle suo opero Marx enunci queste bestemmie, si limitu. ud asserire che e: tutto ciò (1~1 1 ~~~;;~~), 1~1~ 1 ~at,~~:r'l ss,~l'i! 0 s~: 1 ~~~~~e::s~~-:~:i~:1t!(~·~ o tanto per u.vvaloraro il suo assunto met.t.oin compa– gnia. <li Marx Leopoldo Jacoby o Napoleone Colajnnni, a suo liiro, fedeli segu1~ci cJ mtorprot.i del socialismo sciontHlco ! :,.1,u·x sape,·a a.ssa.ibono che i l dimostra re ingiusto che milioni o milioni d'uomini sian danna.ti a condurre una. (') 1. V•N!'i'1 1 La fm1zlo11e pratica della /flo•o/fa del diritto, 1);'1- g1111\ 18-'9. (') VA:-."NI, Op. clt., nola tl.
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