Critica Sociale - Anno VIII - n. 6 - 16 marzo 1898

CRITICA SOCIALE Si Pangloss borghesi del Parlamento e del Governo cosa, non dirò po3sibile o desiderabile, ma iaevi– tabite e necessaria domani) si veda a che cosa discenderebbe il munifico contributo dello S1'1to come quota ài conco1'So. Pochi centesimi annui. Dunque il concordo dello Stato è una menzogna; dunque tutto il peso della istituzione ricade sul 1·isparmio degli iscritti, che già vedemmo impo– tente a portarlo. Così il monumentale edificio pre– cipita in calcinacci ed è molto se delle rovine riman tanto da mettere insieme una Associazione di mutuo soccorso, un po' pili grande delle altre, che vivrà malamente come le altre, e nella quale sia appli– cato ancora una volta l'infecondo principio della mutualità, intesa come solidarietà dei miseri nel– l'avvilimento della rassegnazione. Poste cosi le cose, chi non vorrà credere ai ministri e alle Commis– sioni, che pel secolo XX promettono di pensionare i nostri lavoratori, come tanti consiglie:·i di Stato o come tanti .... Baratieri i ... · Sempre, s'intende però, quelli che avranno le ossa tanto dure da poter verlere il gio,·no della liquidazione del proprio conto. Ecco un altro tasto, che nè il ministro, nè la Commissione han creduto prudente toccare e sul quale si è so1·volato con istudiata dimenticanza. Per un lavoratore, che ha sottoscritto alla forma della accumulazione mutua assicurantegli, dopo 35 anni di iscrizione e a 60 anni compiuti, lire 11,40 vita• lizie per ogni lira versala di contributo annuo(') - (11,,10 che si riducono a 4,07 per chi si iscriva a quarant'anni) e, arrivato all'età fissata nella iscri• 1.ione, tocca finalmente l'assegno, si pensi quanti e quanti suoi compagni dovranno essere morti dopo aver pagato per IO, per 15, per 20, 30, 40, perfino 45 anni il contributo senza averne mai avuto un ,•antaggio ! Si pensi quante povere donne, dopo aver condiviso col marito una vita di privazioni, dovranno, per la mm·ta di questo, trovarsi deslituite d'ogni risorsa perchè quell'uno possa vivere rela– tivamente agiato gli ultimi giorni! E quanti orraui nell'indigenza vedmnno goduti da altri i risparmii paterni! Ora, tutto ciò è senza dubbio profonda– mente immorale quand'anche ostenti, intessuto di colorite frasi, l'orpellato manto della mutualità. Questa, a toccare in fondo, non è nemmeno mutua– lità, cioè so1idarietà nella rassegnazione avvilente, perchò là dove ognuno attende il bene propi-io dalla disgrazia e dalla spogliazione degli altri non può dirai che esista una solidarietà purchessia. Questo è cannibalismo. Il quale del resto non dobbiamo stupire che venga consigliato e p1•edicatoe lodato da così grandi dot– tori di sociologia borghese. Quale più sincero in– segnamento, e più conforme alle proprie leggi mo• rali, può dare la borghesia, di questo: mangiatevi l'un l'altro .... io commemot•azione di me 1 . .. Di altri difetti, di sostanza e tecnici, della legge non voglio dii-e per brevità. Uno ve n'ha, ad es, appariscentissimo, ed è questo, che, n.on ltssendo fatta alcuna distinzione di categorie in ragione della diversa mortalil:I inerente alle diverse pro– fessioni, quelli che, per ragioni di mestiere, hanno minori probabilità di raggiungere l'epoca della li– quidazione del conto, sono sacrificati a tutto van– taggio degli altri. E non commento la irrisione del soccorso dato agli inabilitati al lavoro prima della vecchiezza e ai quali pure pomposamente la legge si intitola - soccorso che (e solo quando la (') Vedi ta.vola intercalala nella ReU1.iioneminial('ri :i.le . U d inabilitazione sopravvenga dopo 5 anni dalla iscri– zione) consiste nella rendita vitalizia data dalla capitalizzazione dei contributi con qualche centesimo di aggiunta per il munifico concorso cli un fondo speciale della Cassa. (Si pensi, dopo O anni, ad es., dalla iscrizione, che canonicato dev'essere la pen– sione!). Il meglio ch'io possa fare perché la leg$e sia messa nella sua luce vera è di mostrarla rn azione. così come con un esempio pratico e di fatto l'ha presentata la Commissione parlamentare. L'esempio pr·atico e di fatto è la riprova più au– torevole della vacuifa e inanità ciel progetto di legge. La Commissione ha fatto il caso cli un bravo tessitore, socio, già s'intende, della Società locale di mutuo soccordo, che a 2;:; anni, nel 1898, si iscrh•e alla Cassa facendosi aprire un conto con accumulazione mutua e paga L. 12 annue. LI suo principale, ci1e 1 come la Commissione è lieta di farci sapere, è 1·iccodi cen.soe di cuo,·e, per at– testa,·e la sua sotiàai•ietà coi suoi coltabora– to,•i (sic), versa ogni anno sul di lui libretto, come su (luello dei suoi compagni, L. !'; (solidarietà si, ma senza esagerazione). La Società cli mutuo soc• corso si scarica, in confronto del bravo tessitol'e, di ogni debito verso di lui in merito a soccorsi di vecchiaia, iscrivendogli sul libretto L. 50. La Cassa di risparmio di Lombardia gli elargisca L. 5 nel primo quinquennio, L. 4 nel secondo, L. 3 per 011ui anno successivo. La Uassa nazionale gli iscrive rn– fine a credito regolarmente ogni anno L. 12 come sua quota di concor.so. Così l'a\•ere del nostro bravo tessitore si trova ad essere nel 1938 (oh miracoli della previdenza!} di L. 5i2i,09. E queste, impie– gate in •vitalizio. gli assicureranno L. 730,50 al• l'anno fino a che quel bravo opel'aio du1·e1·à in vita. Fin qui l'esempio, anzi l'idillio. Rivediamo i conti all'idillio a mostriamo un po' a quel bravo operaio il rovescio della medaglia. La Società di mutuo soccorso ha versato pel bravo tessitore N. N. L. 501 Ecco una prima bugia. 'es– suna Società di mutuo soccorso potrà mai far ciò. li giorno iu cui, non dirò le più male in gambe, ma le più fiorenti volessero incoraggiare in tal morlo la previdenza dei soci, quel giorno liquide– rebbero il patrimonio sociale e chiuderebbe,·o gli sportelli. Avf·ebbs per avventura la Commissione parlamentare giocato sull'equivoco facendo il caso di uno 1 non vogliam credere ; quell'uno rappre– senta o deve rappresentare le migliaia) le decine ·di migliaia. Il se noi, come ipotetico e ad ogni modo non mai certo contributo delle Socie!.~ di mutuo soccorso, metteremo 5 invece di 50, saremo forse al di sopra del vero. L'esempio continua supponendo che, dal 1898 al 1938, la Cassa nazionale versi regolarmente sul libretto dell'operaio N. N. L. 12 annue. Ecco una seconda bugia (lo abbiamo veduto più sopra), tanto sfacciata, quanto corta cli gambe. Ma dove le andrà a prendere le 12 lire la Cassa, volta che in Italia i bravi operai non sieno soli 50 mila. ma sieno invece milioni, come in un popolo cosi fru~ale e operoso (stile della Commissione) e foruilo d1 tutte le forme della astinenza (salva, ahimè, la sessuale) la Commissione deve aver preveduto i Saremo più vicini di gran lunga al vero, segnando 12 cen· tesimi che non 12 lire. Alti-o cespile di contributo è la generosità della Cassa di risparmio di Milano. Io non so se questo Istitulo abbia simpatie speciali per la classe dei tessitori, ma mi par certo che, sg la Cassa di Mi• !ano volesse largire per tutti i possibili iscritti alla Cassa di Previdenza 1 non dico italiani, ma anche solo lombardi, quel che l'esempio suppone per l'o– peraio tessitore, io non vorrei avere mai deposi ..

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