Critica Sociale - Anno VIII - n. 6 - 16 marzo 1898
CRITICA SOCIALE gali (in questo nostro paese che tiene il ,·eco)'(t della denutrizione e della miseria) sulla « vem vt,·tù di quella operosilà e segnatamente di quella parsimonia che hanno ,·a,uce net più santi a(– (eut della famiglia» (') e a tirar di scherma col– l'aspersorio degli scongiuri contro « quell'acei·ba lolla di classe, che ttwba l'a,·monta socia/P, e 1·ompe i cordiali rapporti (l•aproprleta,·t eoperai, che dovrebbe1·0essere cementatt dalla comune costante partecipazione alle fatte/te e ai fn,tti del lavo,·o ».(') La mellonaggine di questi Soloni, con sussiego da donna Ji'abia affermanti alle turbe degli affamati (pa,·don degli umili) che esse oc– cupano « se non con assidua cura, ce1·•to con co· slanle affetto le menti del Gove1·noe del parla– m,ento » (3), è monumentale; chi le lavori into1·no la guasta e la rimpiccolisce. lluuque: niente preambolo. ro voglio prendere in esame puramente e semplicemente il disegno di legge nelle due versioni quasi identiche del Mini– stero e della Commissione della Camera. E non ne voglio dire che quel tanto che l'esame avrà auto– rizzato. Alla sorte degli operai inabili al lavoro per in– validità precoce o per vecchiezza devono provve– dere sopratutto gli stessi operai « coi risparmi/ di di cui sono capaci dui·ante il periO((o della 101·0 operosità». (') Ecco il principio fondamentale del nuovo servizio pensioni, la pietra angolare del nuovo edificio. I contributi degli operai (solo però quando su– perino le 6 lire in un anno secondo il progetto ministeriale, o le O secondo il progello della Com– missione) vengono aumentate di una quota eguale per tutti gli iscritti, derivante dalla divisione fra gli iscritti stessi dei proventi del patrimonio della Cassa. L'operaio iscritto è libero di optare fra il sistema della mutualita e il sistema del conto individuale. In quello i versamenti non possono essere mai ri 4 tirati e passano a beneficio dei consoci in caso di morte dell'iscritto prima che il suo conto sia liqui– dato - in questo~ dei contributi si può, dopo un quinquennio, chiedere la restituzione, e in caso di morte sono soggetti alla successione ordinaria. 11 vantaggio del primo sistema pe,· chi lo prescelga sta in ciò, che, per contributi e periodi di accu– mulazione eguali, l'assegno vitalizio riesce doppio all'incirca, di quel che riesca col conto individuale. [l periodo di accumulazione dev'essere almeno di 25 anni, e non può essere liquidata pensione ad alcuno. se non abbia raggiunti i 00 o 65 anni di età secondo il patto inizialmente convenuto. Al compimento del periodo di accumulazione si fa il conto dell'iscritto; in questo conto figurano le somme tutte versate da lui o da altri per lui, gli interessi composti dal giorno del versamento, le somme ver,mte per lui come quota di concorso dalla Cassa in uno ai relativi interessi - per gli assicurati a sistema mutuo la quota spettante a ciascuno sulle decadenze dei morti. La somma così ottenuta viene investita in rendita vitalizia. Ecco il progetto nelle sue linee generali; quel progetto per la cui esecuzione il Luzzatti si viene vantando da anni, da un capo all"altro d'Italia, di aver messa sul valore clei biglietti consorziali ca– denti in prescrizione una santa ipoteca. Anche appena guardalo cosi alla lesta, giusliflca i vanti (') lleta,lone della Comml.ulone parlamenta,·e. (} lbldem. (') Relf.ulone mlnlstertate. (f) Jtndem. no B1ar del ministro economista! Piuttosto che la genialità feconda e creatrice dell'uomo di Stato o del socio– logo, non tradisce subito, a prima ,,ista, la meschina grettezza di un contabile di Società d'assicurazione i ll questo è il meno. Il meglio non può vedersi che entrando in questo castello ... di carta straccia. Quel che è di fuori angustia di vedute - di dentro si appalesa errore grossolano e bugia. . .. I~ già errato, grossolanamente errato il punto cli partenza. ln Italia, cioè nel paese in cui le industrie languono e la disoccupazione devasta le masse in– dustriali, e i salarii son più bassi forse che in ogni altro paese d'Europa - in Italia, cioè nel paese in cui le plebi agricole sono travagliate dalla fame cronica e dalla pellagra, senz'altra risorsa che la emigrazione - m Italia non è, non che possibile, pensabile di risolvere o tentar di risolvere il pro– blema dell'assistenza alla vecchiaia impotente per mezzo del risparmio delle classi lavoratrici. Le statistiche generali e locali ci insegnano che da aoni diminuisce il consumo dei cereali supel'iori, il consumo rlelle carni, il consumo del sale, il con– sumo di quei generi di modesto comfort, che presso m1 J>Opolo di livello di vita appena civile rientrano tra i necessarii alla sussistenza. I giornali ci danno quotidianamente notizia di una infinità di sintomi dolorosi, rivelanti nel paese un profondo malessere, determinato dalla piu avvilente delle cause: la mi– seria delle masse. Ma è forse necessario che io dimoslt-i quel che tutti abbiamo sott'occhio, spetta– colo doloroso, la quasi inverosimile depressione economica delle classi lavoratrici i E allora é chiaro essere impratico e mancante di serietà e di since• rit.\ qualsiasi tentativo diretto ad avvivare o rav– vivare in queste classi l'abitudine del risparmio, mentre manca del risparmio la possibilità mate– riale. Vorrei vedere io un po' com'è che può an– darsi a predicare il risparmio fra le popolazioni campagnuole della Lombardia, che non mangiano che polenta, e solo a Natale per strenna il pan bianco, e quest'anno sono ridotte a contendere al porco la farinetta - o nella valle del Po e in Ro– magna, dove abbiam veduto ripetersi, ora è poco, il saccheggio ai magazzini di grano, proprio come nelle carestie medioevali - o nelle Puglia e in Sicilia, dove si muore di fame e di piombo, o in Sardegna, dove si ò appreso perfino a far pane di argilla. Ecco dove è il primo errore, o meglio la prima menzogna, di questo progetto pensato e acca– rezzalo eia quegli apostoli del Self help, che a ogni momento rimproverano ai socialisti di non cono– sce,·e il mondo e di voler correggere le bozze della creazione a servizio dell'utopia. Predicano alle turbe afiàmate d'Italia il risparmio, così come lo si po– trebbe predicare a un popolo fiorente per tasso di salarii e posto in alto nella scala dei consumi! E a questo risparmio amdano la soddisrazione di una, come essi stessi riconoscono, necessità sociale sem~ pre piu urgente. Ciò chiamano essere pratici! . .. Ma la «praticità• del progetto va ancor più in là. Riconosciuta l'urgenza di provvedere alla vec– chiaia dei lavoratori, si pon mano ai ferri legisla– tivi, si disegna un edificio monumentale, se ne imprende la costruzione - e tutto questo per chi I Per quelli che presenteranno i requisiti di età, voluti per la liquidazione di una pensione, di qui a non meno di venticinque anni, perché non meno di venticinque anni deve durare il periodo d'accu• mutazione. g intanto chi provvede ai vecchi lavo• ratori, già oggi ridotti alla elemosina e che man mano lo saranno in questo quarto di secolo che
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