Critica Sociale - Anno VIII - n. 5 - 1 marzo 1898

66 CRITICA SOCIALE nominata a scogitare riforme del patto colonico e leggi sociali; si potrebbe saperne novelle! E la legge sul latifondo! Jlanno, è ben vero, mandato in Sicilia il Codronchi. Costui, circonrlatosi di fasto vice-reale, ha riveduto, si dice, i bilanci dei Co– muni1 ha sgominato nelle elez_ioni i crispini _pe1~ compiacere al padrone, e ha dissolto, colle art, d1 Machiavello e coll'aiuto dei suoi Lucchesi, quello embrione che c'era di partito socialista. E i frutti 1 si vedono ora e gocciano sangue. Ma nel Collegio che elesse Bosco Garibaldi, avrà un plebiscito in– contrastato Pietro Bonanno. Nessuna questione vitale fu pure toccata. li la– tifondo 1 Latifondista è il Rudinì, latifondisti gli accoliti suoi. I tributi comunali 1 'l'roppi interessi di cappeddt sarebbero lesi. S'è bensì fatto le viste cli abolire il trucl<-1n;stem e di voler applicata ai carusi la legge sul lavoro dei fanciulli: ma le pom– pose circolari codronchiane si fl'ansero, come sem– pre, nella refrattarietà degli impresari, i grandi e soli elettori. In quei paesi, lo si ricordi, il numero dei cittadini con diritto di voto oscilla appena fra il 2 e il 4 per cento. L'esperienza di be11sette lustri aveva mostrat_o le classi dirigenti siciliane di che fossero capaci. Non v'era dunque che una via: quella che nel luglio del '00 chi scrive queste righe additava alla Camera italiana. Se v'ò, o signori (dicevamo allora.), una verità. pacifica od inconcussa - una verità. non socialista, badato,mn. per la quale la storia, h.\scienza, l'esperienza 1 che non hanno partito, facciano concorde attestazione - su v'è una verità. che anche la più mediocre cultura 110nposim. ricusare - ella è questa.: che mai nessuna classe abdicò spontanea i propri monopoli e privilegi: che solo lo classi interessate sanno conquista.re e saldamente con• servare i loro diritti. Ora, poichè in s·cilia voi avete, più che a.ltrove, o a confessione comune, le clientele - e queste sono, ve lo definisco l'on. Franchetti, non già classi contadinesche od operaie, ma. esclusivamente classi abbienti - voi avete il dovere Ui lasciare, anzi di fare, che le classi povero si armino, contro le sopra[azioni delle clientele, delle armi della ch·iltà - quali, appunto, l'associazione, l'organizzazione - se non volete che impugnino quelle della. barbarie, che si riso!vano nella insurrezione o noi tumulto. Questa, o colleghi, è la soluzione del problema. sici– liano; questa. o non ultra. fa la soluzione né Parlamento nè Governo hanno voluta. Al contrario. Il marchese di Rudinì mi– nacciò al De Felice e ai suoi compagni, se mai presumessero di ricostituire le leghe di resistenza, un contentino di galera. E lo sa il povero Ve1·ro che per avere fondato la Federazione < La 'l'erra » nelia sua Corleone, dovette peggio che in fretta prendere la via delle Americhe. Così, nulla in Si– cilia fu seriamente mutato. Tutto sarà. vano - soggiungevamo, racili profeti, in quello stesso discorao - senza la libera pressione delle classi interessate. Solo con questa voi darete efficacia al resto. )folti di voi deploraste in questi giorni che per la. Sicilia. nulla mai si sia fa.tto, nò bonifiche, nè altri miglioramenti agrri.ricd industriali. O come vo– lete che il pl'opriotario abbia inle1'esso a introdurre i miglioramenti, finché la.servitù del popolo, la sua disor• ganizzaziono, il basso li,•ello dei salari gli permettono di trarre sufllcienle profitto da una coltura estensiva della terra come dell'uomo~ Fate che la. mano d'opera ele,•i lo proprio pretese: e ,·odrete qui, come fu altrove, la trasformazione delle industrio o Jell'agricoltura, che lo farà. capaci di sostenere l'urto llella. concorrenza straniera. Governo e Parlamento hanno preferito di ùo/T«– nia,·e. E ùoffimiano ancora. Per meglio ùo{Tuniare, il marchese Rudiuì s'è messo Pulcinella alle co– stole. . .. Senonché - come seri ve il Con~tere - c;,: il pro– blema siciliano non è moTtodisforme dal problema italiano•· Invero, se ne togliete qualche plaga più industriale, tutta Italia geme dalla fame. Nè è a dire che le classi dirigenti non ne siano state scosse dal I wo torpore. « Negli Stati moderni - senten– zia \·J. il Sonnino - il solo freno alla prepotenza delle classi possidenti è il timore della rivolta. • Ubbidendo a questo nobile stimolo, hanno comin– ciato a diminuire, per un paio di mesi, il dazio sul grano: ma che boffuniassm·o lo avvertiron~ essi stessi, nei giornali ed in Parlamento, come lll un altro a1-ticolo.abbiamo notato. Poi si sbracciarono a fondare « pani quotidiani » e « cucine econo– miche• o a chiedere e a deliberare lavori in ap– palto: imprese tanto più gener~se, dacché agli iniziatori assicurano facile popolarità e qualche_ot– timo affare. ì:: per altro un ùo{Tuniare pericolos_o.P~rchè,_i!} fine, i soldi di coteste beneficenze quei nob1lnomm1, i quali con le proprie braccia non producono. nulla, non li possono trarre che daH~ s~rselle_ de,_lav?• ratori. Ossia, per sfamare 1 pm m1Ser1, 1mm1ser1- scono gli altri. Quanto può durare il giochetto 1 E valeva la pena - si domanda - di sc1·iver~ dei libri beffardi contro il • diritto al lavoro• dei quarantottisti, per ridursi a scimmieggiarli così gof– famente! E quanto non s'è detto e scritto contro le minestre della carità, distribuite alle soglie degli antichi conventi! Ora si rifà il medesimo, con questo di peggio: che, a que' tempi, i poveri erano soltanto i poveri: malati, mendicanti. invalidi; e si potevano sfamare. Ora i poveri diventano il proletariato; e non c'è calderone cosi vasto che tutto losazii. Perché, noi non siamo economisti di professione, ma una. cosa ci riesce difficile a capire: come potrà la bor– ghesia mantenere il proletariato, dal quale sin qui si è sempre fatta mantenerei Che imporla 1 Quando nei banchetti dei candidati bo,-ghesi un oratore socialista prende la parola, « musica! » gridano i buttafuori del futuro onore• vole, e la voce del ribelle è coperta dalla marcia reale. Così i bramiti della fame son coperti dagli osanna preparati dall'ltal_ia ufficiale pel_cinquante– nario dello Statuto. E gh spari d1 Trorna, d1 Mo– dica e degli altri siti che s'aggiungeranno alle serie, sono salve e mortaletti di gioia. Perché no? La Compagnia del Benadir non sta dunque per rice,•ere il grazioso dono - som1ne toute - di una h-entina di milioni dalla prodigali là principesca di questi morti e morituri di fame o di piombo! FILIPPO 'l'URATf. L'abbonamento cumulativo alla CRil'ICA socu.r~E e all'A \'ANTI!, gion1ale quoticlia110 del pai·tilo socialista, costa pe1·L'inten10L. 2 J all'anno, I,. 10,50 al semest,-e; per l'estero L. 37 all'anno, L. 18,50 al semesl1·e (salvo nei paesi, Svizzera, Belgio, Austria, Germania ed altri, dove può fm·si l'associazione postale, direttamente al– t' Ufficio postale, a ,w,·ma della conven::ione di Vienna. atto stesso p1'e;rzo che net ,·egno).

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