Critica Sociale - Anno VIII - n. 5 - 1 marzo 1898
76 CRITICA SOCIALE dominio del « voto ~ in ogni circostanza, formano il tratto caratteristico di tali Clubs. Auzi, il concetto che sovrana sia sola l'assemblea e in tutti i casi, senza limiti nemmeno statutarii, li consiglia a re– digere i loro Statuti comprendendovi solamente le norme secondo cui l'assemblea deve costituirsi, votare, e disporre per la esecuzione dei suoi voti. Cariche riconosciute, ma rinnovabili dall'una al– l'altra assemblea sono: il presidente e i questori, che dovevano prov,•edere pe,· il buon ordine e la decenza delle assemblee, essendo loro affare spe– ciale impedire che i soci bevessero più del numero p1·escritto di bicchieri di birra o in ordine diverso eia quello statutaria mente stabilito! La birra è il primo articolo della dichiarazione dei diritti .... ciel– l'associato. 'l'anto radicato era in questi primitivi democra– tici l'abborrimento per la scheda elettorale che, per esempio, l'ufficio di presidenza della Società dei costruttori meccanici (gl' /!,,'ngineers tanto famosi cli oggi) era nominato per turno di mezzo ai soci e secondo l'ordine di loro registrazione nell'elenco della Società (Rules o{' lhe Sleam-E'ngine Maltel'S' Socìety, edizione del 1837). Negli Arlìcles lo be obse,·veabu lhe Assoctalion o{' lhe H•ientllu Union o{' Shil)wrìghls è detto: • La presidenza sarà scelta fra i soci secondo l'ordine 101·0nei registri, e ogni mem~r·o che si rifiuti all'incarico dovrà pagare una multa di IO scellini e 6 pence.• La vecchia Unione era una cor:JOrazione democratica delle pii, indif– fe1·enziate, senza impiegati, senza assemblea di rap– presentanti e senza potere esecutivo. L'assemblea faceva tutto, e solo per eccezione ed assai di mala voglia delegava alcune sue funzioni a qualche im– piegato o ad una Giunta, non elettiva, ma scelta meccanicamente, secondo l'ordine di iscrizione, dalla lista dei soci. Naturalmente tale costituzione poteva mantenersi intatta solo sinchè si trattaYa di un Circolo locale; ma quando le esigenze della lotta costrinsero le Unioni di mestiere a federarsi, l'assemblea univer· sale di tutti i soci delle diverse regioni dovette cedere il campo ad un'assemblea di delegati. • De– legali•· si badi bene, e non• rappresentanti>. li de• legato è un mandatario designato ad esporre le vedute e a consegna're il voto dei mandanti. li rap– presentante è invece il delegatario della volontà e delle opinioni dei rappresentali, che egli può in– terpretare liberamente. Le riunioni dei delegati delle singole Federazioni servivano ad elabora1•e i progetti gi,\ discussi dalle Unioni locali. In una cir– colare del maggio 1836 la F1•ie.idly Socìetu or Ope- 1·alive Stonem.asons determina cosi i dovel'i del delegato: • JÌ chiaro come sia dovere ciel delegato cli volare conformemente alle ist1·uziouidella mag• gioranza dei suoi elettori; perciò i delegati non debbono proporre alcuna misura che non sia ap– poggiata dalle Loggia o Distretti da essi rappresen– tati. Per raggiungere questo scopo noi proponiamo la seguente risoluzione: ogni Loggia deve provvedere i suoi rappresentanti di istruzioni scritte, in cui sia detto come essi debbano votare nelle quistioni di– scusse, e nessun delegato deve votare contro le istruzioni ricevute; e. se dall'esame delle istruzioni emerge una maggioranza per una qualunque mi. sura, questa deve essere accettata senza discus– sione.» Come è vero che niente è nuovo su questa terra! Qualche anno addietro poco mancò che il Congresso di Firenze non adottasse una simi1menle rozza mozione ! Si completava questa organizzazione col refe• rendum e l'iniziativa. Ogni Unione locale aveva il diritto di sottoporre alla discussione e al volo di tutte le altre Unioni qualunque proposta le pia– cesse. Di qualunque genere fosse la proposta, con- travvenisse pure a disposizioni letterali dello Sta– tuto e a misure precedentemente accolte, essa do· veva sottoporsi al voto delle altre Unioni e, se ap· provata, a,•ere valore immediato ed assoluto. Così, in queste Unioni della fine del secolo scorso, della prima metà del nosti-o, e in alcune ancora del– l'epoca presente, domina uno spirito democratico radicale e senza limiti, che le fa rassomigliare alle primitive organizzazioni comunistiche od ai Landesgemeinden delle Alpi svizzere, come ci son deicritti da Eugène Ramberl. . .. Ma, se il sistema della democrazia diretta confe– riva alle deliberazioni riguardanti le condizioni ma– teriali del mestiere un grado di estrema maturità e completez1.a, assai ne sofft•iva l'amministrazione fìnanzìaria dell'associazione, abbandonata nelle mani di uomini incompetenti e impossibilitati a spendervi un tempo sufficiente. Si fu allora costretti ad im– piegare persone pagate, e fra quesle il Segretario generale raggiunge presto un grado di grande po– tenza. Allo,·chè la Federazione era composta di più Unioni, pareva con~ono allo spirito democratico delegare la rappresentanza di essa non già ad una Giunta eletta, ma ad una delle Unioni federate, mentre invece il Segretario generale risultava dalla elezione cli tutte le Sezioni. 'l'ntta dunque la forza morale della Socie!.~si accentrava nelle mani del Segretario generale, di fronte al quale tutti gli altri membri del Circolo eletto complessivamente a rap• presentare la Federazione avevano UUS\ assai scarsa autol'ilà. E, mentre poi la rappresentanza della Federazione varia di anno in anno, è pressochè stabile il Segretario generale, il quale dunque fi– nisce col monopolizzare il congegno di tutta la So• cietà e ne diviene il segreto motore. La presidenza della Federazione può a mala pena contenere la forza degli impiegati ed è poi assai male in grado di criticare e correggere le proposte avanzate da essi. Spesse volte questi impiegati sono eccellenti proletarii animati di zelo per la associazione che li stipendia, ma spesso anche sono la causa vera della rovina di molte associazioni. L'estesa applicazione del ,·e/iwenaum contribuiva parimenti ad accrescere l'importanza della buro– crazia. Il Segretario generale è quegli che dà la forma al referendum,, ne specifica i motivi e ne determina le condizioni; egli è poi l'editore delle circolari in cui si svolgono le diverse proposte, ed è facile immaginare quale potenza gli si permettesse così di conseguire. Mentre i soci della Federazione c,·edono dirigerne la politica, in effetti essi adot– tano le proposte e le mozioni dei propri impie~ati. li controllo che ad essi spetta nell'amministrazione della Società si affievolisce semp,·e più. La conse– guenza ultima, alla quale mena la democrazia di– retta, pare essere un enorme accrescimento della poteoza della burocrazia a svantaggio degli associati; e se le Unioni di mesUeri non avessero saputo ov– viarvi per altra via e con parziali applicazioni del sistema rappresentativo, esse a quest'ora sarebbero in piena rovina. Intanto il re{'enndum e l'Iniziativa non tardano a dare l'esperienza della intrinseca loro difettosità. In tutte le Unioni di fresco impiantate, noi ci im– battiamo in un diluvio di proposte. Ogni Unione aveva da p,·oporre un cambiamento allo Statuto e ogni circolare ufficiale formicola di proposte in– sensate e contr•dditlorie. li Comitato esecutivo della Unttea mnodom Sociely o( Coaclwial<e>·s dovrebbe mettere a partito non meno di quarantaquattro proposte contemporaneamente, da un'agitazione per un accrescimento di salarii .... « all'offerta di un bic– chiere di birra serale ai membri del Comitato ese-
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