Critica Sociale - Anno VIII - n. 5 - 1 marzo 1898
CRITICA SOCIALE 75 occulte, e lo studio dell'ambiente che le dirige e le mo– dera, formano due problemi distinti, così in sociologia. dovremo occuparci di un altro problema da.troppi tra– scurato, ma più semplice e praticamente più impor– tante del primo: le condizioni fra cui si sviluppa la vita sociale. . . . Una dottrina, che ha il gran merito di muovere alla ricerca preliminare di queste condizioni, è certamente il mat.erialismo storico. Prima di esso, coteste condizioni si erano scambiate con l'ambiente lisico e climatico; ne uscì la concezione sociologica di Buckle. Ma l'uomo non è un animale dissociato in balìa delle forze naturali; egli stesso ,$'è creato un ambiente,le sue forzestesse associate hanno prevalso sulle forze della natura, onde nell'epoche storiche le condizioni fra cui si svolgono le sue attività sono ben altre e ben più potenti che non lii suolo ed il clima: esse dipendono dall'istrumento di produ1,ione o dai rapporti fra i produttori sociali, ossia <lallastrut– tura economica della società.. 11 materialismo storico, inteso come soluzione di uno dei due grandi problemi della sociologia, rappresenta la teoria culminante della presente fase della scienza sociale, e la sua importanza deriva dal non significare punto un fattore primo che genera tutti gli altri. I fattori sociali - chiamiamo puro cosi queste forze non ancora ridotte a concezione unitaria - agiscono per un"energia propria, di cui non sempre possiamo sapere l'origine. La struttura economica influisce sol– tanto sul loro modo di manifestarsi e di dirigersi; in– Huenza, come ognun vode, formidabile e decisiva. Certo, talvolta, la stessa struttura genera. un fattore sociale potentissimo, come, ad esempio, la moderna lotta di classe, ma questo fattore verrà soppresso, come preve– dono i socialisti, da una. struttura economica superiore; ossia, tutto ciò cho deriva dalle condizioni della. vita sociale cessa d'esistere come fattore di trasformazione non appena queste condizioni siano mutate. I fattori indipendenti ed eterni bisogna. dunque cer– ca.rii altrove, precise.mento come in biologia occorre rintracciarli al di fuori del semplice adattamento al– l'ambiente. Ed ecco come la concezione della storia si fa vasta e complessa e ricca. di svolgimenti, quando non si con– sideri il materialismo storico come una. spiegazione onnipotente e sovrana. La razza, per cui ogni gruppo etnico ha in sè qua!– checosa che non ò negli altri, la coltura e le consue– tudini di un popolo, onde qui è possibile quello che allrove non è puro pensabile, il genio, che affretta al• cune volle di un'epoca il cammino fatale della storia o semina di stragi e di ostacoli la strada che doveva con• durre rapida alla pace feconda degli uomini e dei po– poli, il genio inventivo, per cui d'un tratto un nuovo strumento di produzione porta in un paese ricchezze cui pa.reva non bastassero i secoli, l'immobilità delle credenze religioso o morali, colla. quale un popolo in– na,lza intorno a sè una muraglia ben più inespugnabile di quella della China, tutto questo intrecciarsi e con– fluire cd urtarsi di elementi, questo prorompere vivace ed assiduo di forze imprevedute dalla massa proteiforme dell'umanità. in moto, è l'energia dinamica ancora in– compresa Jetla storia. Sullo sfondo ùi questo gran dramma, di cui tutte le forze, che abbiamo incompiu– tamente ricordate, son come i personaggi tragici e mi• steriosi, sta l'ambiente economico che li fa movere, agire, parlare in questa e non in quella. guisa, che assicura u uLeGa I..JI 10 n1a u il trionfo ora al forte sul debole, ora.alla giustizia sul• l'iniquità. e a.Ila verità sull'errore. Così la critica., esercitando la sua alta funziono tanto nella biologia. quanto nella sociologia, bandisce da esse ogni concezione grettamente fatalista. Noi possiamo prevedere, fino a un certo segno, in qual modo, fra con– dizioni di vita diverso, agiranno queste forze trasfor– miste che sono nella specie come nelle società. umane, ma noi non sappiamo ancora se altre ve ne sia.no di ignote, nè quelle che conosciamo abbiamo ancora esat– tamente misura.te e analizzate. o·onde la ragion scientifica dei partiti, che non avreb– bero alcuna ragion d'essere se l'alveo che contiene il fiume vorticoso della storia fosse intangibile ed im– mutabile. E la protesa unità. delle forze trasformiste della bio• logia o della sociologia. si riduce così a questo solo: c'è un parallelismo, meglio che una unità., nel modo con cui vengono considerate. Ossia la mente umana si è fermata. alla, medesima fa.se critica. in due somme ri– cArche, e la legge del parallelo procedere delle cono– scenze ha ricevuta una·conferma di più. IVAKOE 8ONOMI. Dalla democrazia diretta alsistema r pprese~taliv Il mil1ennario processo delle costituzioni politiche storiche e preistoriche ci mostra una tendenza progressiva ad eliminare la democrazia diretta e a sostituir-le il sistema rappresentativo. Ma, come le cause di questa sostituzione sono remote dai nostri occhi e si allacciano a un complesso di fatti privi di ogni interesse, fuorché conoscitivo, per noi; quella tendenza si svolge in modo affatto obbiettivo, anzi spesso in contrasto alle subbiettive inclinazioni ed agli sforzi nostri. Così, lungi dal secondar•e il processo spontaneo di sostituzione progressiva degli ordinamenti rappresentativi alla democrazia diretta primìtiva, si caldeggia da molti il ritorno al si– stema della democrazia diretta proprio in nome del democratico progresso politico. Ora, se non sempre è facile intuire e riprodurre le cause del processo storico dalla democrazia diretta al sistema rapp1•e· seotativo nella grande storia dei popoli; l'espe– rienza di più piccole comunità umane, dal corso storico infinitamente più celere, ci offre analogie non meno eloquenti. lo voglio qui riassumere e riordinare i dati raccolti dai due \Vebb sulla teoria e la pratica delle Unioni inglesi di mestiere, per ciò che concerne i cangiamenti della loro organiz• zazione (1). Noi abbiamo, in questo esempio delle Unioni inglesi, ad una volta, la prova dell'intrin– seca superiorità politica del sistema rappresentativo e della difficoltà di ritornare al sistema già su– perato. . . . I Trade Clubs del XVlll secolo sono organizzati secondo il principio della più semplice, ma evi– dente ed universale democrazia. Il principio della più assoluta eguaglianza di tutti i consocii, non pure nei diritti e nei doveri, rna nel compiere in• distintamente tutte le funzioni relative alla Società, la mancanza di ogni differenza di poteri e il pre- (1)SIDNEY e BKATRIC.8 WEIJU: 7'he,wle unà Praa:ls det· EngUschen Gewerhi;ereCne. (Industriai Democracy). 1'raduz. dall'inglese di C. ll'ugo. - ituUgart, J. li. w. Dietz editori!, i89S; volume primo (Marchi 6,50). - In questo articolo plglinmo specialmente ad esame la prima 1>arte del \'Olume: Strum,o·a delle Untonl dt me– stiere.
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