Critica Sociale - Anno VIII - n. 4 - 16 febbraio 1899
56 CRIT !CA SOCIALE la rende impossibile. 'oi vogliamo municipalizr.are il servizio dei franu,·ays o del pane, diranno altri; ma le leggi e la prepotenza dei Prerotli ce lo im– pedirebbero. Un partito conservatore, di fronte a queste dirficoltà, piegherebbe la testa o tutt'al più presenterebbe umilissimamente ai ministri una petizione per far modificare la legge, oppure en– trerebbe in trattative col signor Prefetto per indurlo alla compassione. Il Partito socialista, invece, va al Comune e, mentre non trascura le piccole riforme legali utili al proletariato,e cerca di amministrare alfa meno peggio il Comune, punta intanto solida• mente i piedi nel propugnare quelle riforme, diciam cosi, illegali, che crede utili al proletariato; e si agita risolutamente pe1• obbligare il Governo a modiflcare le leggi o il Prefetto a smettere le prepotenze, rispondendo colla violenza dal basso alla violenza che scenderebbe dall'alto, provocando magari due volte all'anno lo scioglimento del Consiglio. Uscendo dalle generalità, prendiamo un caso de– terminato. Supponiamoche a 'l'orino,nelle elezioni prossime, i socialisti conquistino la maggioranza. La Giunta e la maggioranza socialista, nel compilare il nuovo bilancio, sopprimono la dotazione al teatro regio, i sussidi alle società aristocratiche e al tiro a segno, introducono la tassa di famiglia, abolendo l'esenzione per i principi di casa reale, che non è imposta dalla legge, aumentano la sovrimposta sui terreni e fabbricati fluo al limite massimo legale, stabiliscono un sussidio alla Camera del lavoro, adottano la refezione scolastica; introducono in– somma tutte quelle cosi dette riforme borf;!hesi, che sono state proposte dalla Commissione torrnese. Con queste sole legalissime riforme ci sono già mille ragioni per aspettarsi che il Prefetto annulli in blocco il bilancio. Ma la maggioranza consigliare socialista non si ferma a quelfe deliberazioni. Essa incarica anche la Giunta di fare degli studi per la municipalizzazione della industria del pane. Anche questa deliber-dzionesarà quasi certamente cassata dal Prefetlo. Ma non basta aucora. Il Consiglio co– munale (p1·opongo anche un ordine del gio,·no!) « visto che è impossibile riformare seriamente le finanze del Comune secondo che la giustizia e l'interesse dei lavoratori richiedono, finché persiste l'attuale legislazione, e finchè lo Stato, cambiando politica militare e finanziaria,non abbiadato mano a una profondae generale riforma tributa1·ia; visto che è interesse di tutti i Municip'ì italiani l'obbli– gare lo Staio a questa trasformazione, che diventa di giorno in giorno più nece ar•ia pel benessere del proletariato; incarica la Giunla di convocare a 'l'orino uu Congresso dei Sindaci e Consiglieri ita– liani socialisti, per concordarsi sui mezzi più adatti per otlenere quell'inteuto •· Questa poi il Prefetto l'annulla di certo. Supponiamo che il Prefetto annulli tutte le de– liberazioni; il Consiglio \e riconferma. Supponiamo che il Preretto ne ammetta una parte e ne annulli un'altra; il Consiglio si prende ciò che il Preretto ha concesso, e riconferma lo stesso le deliberazioni annullate. Quando la resistenza risoluta del Consiglio sia appoggiata dall'agitazione popolare, quando anche gli altri Consigli italiani socialisti, avuta l'intona– zione da 'l'orino, si agitino all'unisono con essa; quando i nostri deputati trasportino l'agitazione dentro il Parlamento; quando avremo messo il Governo colle spalle al muro; qualunque sarà l'e– sito della battaglia, la vittoria arriderà sempre a noi. I nostri Consigli saranno sciolti I e noi li rie– leggeremo e ricominceremo da capo. Il Governo penserà meglio cedere I e noi, dopo aver piantata ._, IV C I V la nostra bandierasulle prime trincee, muoveremo all'assalto delle seconde. lell'un caso e nell'altro, non perderemo mai il nostro carattere socialista e faremo opera vera– mente rivoluzionaria. Se conquistare i Municipi dovesse per noi signiflcare solo amministrarli se– condo le leggi vigenti, io sarei il primo a dichia– rare inutile tale conquista; e, considerando che la conquistadel Governocentraie necessariaperrender utile la conquista dei Municipi è impossibile farla legalmente colla semplice lotta elettorale, io uscirei dal partito socialista e mi chiamerei anarchico. Ma, buon per noi, la conquista socialista dei poteri pubblici non vuol dire solo amministrare secondo le leggi fatte dai borghesi, che ci han preceduto; significa anche servirci di quei poteri per modifi– care le leggi dannose al proletariato e conquistarci posizioni migliori per la battaglia che continuerà mcessantemente finchò la vittoria del proletariato non sarà di1•enuta completa e definitiva. Solo a questo pitto il nostro Partito potrà conquistare i Comuni, colla speranza di far opera utile, e nella sicurezza di operare conformemente al proprio programma e alla propria tattica rivoluzionaria. La lolla contro le autorità tutorie, poi, è un do– vere specialmente per i Consigli socialisti dei Co– muni maggiori come Milano e 'l'orino, perchè essi soli han no la forza per obbligare il Governo a ca– pitolare. Che effetto volete che faccia sul Governo la ribellione di Imola o di Colle Val d'Elsa! Sciolto il Consiglio comunale, il solito giornale locale fa un articolo di protesta contro la prepotenza go– vernativa, e si ra naturalmente sequestrare dal compiacente Pretore desideroso di far ca1·riera; ~essun giornale maggiore si occupa della cosa; e 11 Governo alla tìo dei conti la vince. I Comuni minori debbouo per la loro debolezza stare sulla dirensiva; in un caso solo essi potranno utilmente muovere all'offesa: quando sieno stati preceduti dai Comuni maggiori. Milano e 1'orinohanno il dovere di mettersi d'ac– cordo e di mu0\'8t'Si primi; i Comuni minori hanno il dovere di seguirli. Chi sa se la nostra a11itazione non si trascinerebbe dietro anche pareccln dei Co– muni repubblicani e democratici e quei Comuni borghesi, che si trovano per ragioni particolari in lotta con i Prefetti. Quale opera più bella, più fe– conda, più rivoluzionaria di questa potrebbe desi– derare il nostro Partito! •rutto questo bel piano presuppone una cosa sola: che il corpo elettorale sia altamente cosciente e perfettamente imbevuto dell'idea socialista. Un corpo elettorale incosciente, che mandi al potere una mag– gioranza socialista senza avete la visione esatta dei suoi dil'itti e dei suoi doveri, non potrà mai darci nell~ rappresentanza municipale quell'energia e quella fermezza, che sarebbero indispensabili nelle circostanze da noi immaginate. lJna rappresentanza municipale, che non si senta sorretta da un corpo elettorale solido, cosciente, ben organizzato, dovrà esser per necessità di cose flacca,incerta e cercherà sempre di evitare la lotta col Prefetto; e questo nel– l'interesse stesso del Partilo, che non avrebbe nessuna ragioneseria per ritenersi sicurodellavittoriain una nuova battaglia amministi•ati, 1 a, che si trasforme– rebbe in lotta politica nel senso pii, alto della pa– rola, pro o contro le attuali istituzioni. Riepilogando, ecco le idee fondamentali, che a mio parere dovrebbe,·o uscire dimostrate dalle mie parole: . I.' E utile che noi in questo momento lottiamo per la conquista del Comune; e l'astensionismo del Sambucco è da 1,es~ingersi. 2.• Andando nei Consigli comunali, noi, se dob• biamo pensare ad amministrar il Comune secondo
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