Critica Sociale - Anno VIII - n. 4 - 16 febbraio 1899

60 CRITICA SOCIALE trarre una luminosa riprova che l'atteggiarsi della struttura economica determina in generale la fo1·ma delle superstrulture giuridiche e morali. Ancora: se l'autore avesse ratto •ucco e sangue di quella dot– trina, si sarebbe risparmiato la indignazione conti-o i legislatori mode1•ni che sanzionano la inferiorità della donna; e la illusione di poter formulare« un concetto di matl'imonio, che - pure non essendo contrario all'attuale ambiente economico.... - sia perfettamente informato a giustizia • e abbia per base l'uguaglianza giuridica della donna all"uomo. Quesla ugua~lianza giu1•idica, e quindi il concetto di matrimomo giusto, non si realizzerà che s0\'Ve1·• tendo le basi economiche dell"ambiente attuale, il guale, come l'autore stesso dimostra, preme inelut– tabilmente sulla donna mettendola in una condizione invincibilmente inferiore. - Finalmente lo stesso diverso concetto della morale mascolina e femmi– nile gli sarebbe apparso sotto una luce diversa, con– siderato alla stregua delle diverse ,·agioni econo– miche che hanno plasmato l'una e l"alt,·a; e gli sarebbe ce,·tamente occorsa al pensiero l'arguta interpretazione che dà lo Schopenhaue,· dell"er1·01·e sessuale; la quale ha appunto per base la verità che tutti i beni sono in possesso o a pili facile portata dell'uomo che non della donna. • li sesso femminile invoca e si aspetta dal sesso mascolino assolutamente tutto: tutto ciò che desidera e tutto ciò che gli è necessario; il sesso mascolino non domanda all"altro, prima di tutto e direltamente, che un·unica cosa. Si dovetto quindi acconciarsi iu maniera tale che il sesso mascolino non potesse ottenere questa unica cosa se non a condizione di prendersi cura di tutto, e per soprammercato dei na– scituri; su tale disposizione di cose è basalo il be– nessere di tutto il sesso femminile. Perchè la clispo· sizione 'possa eseguirsi conviene necessariamente che tutte le donne tengano fermo insieme, e che mosh"ino uno spt,-ttocli corpo • ('). . .. Mentre il libro del Gambarotta conclude colla dichiarazione che ò • nullo iJ)SO Jiwe, come con– tratto, il matrimonio il quale obblighi i due coniugi a un indissolubile vincolo di fedeltà coniugale», la conclusione del libro del 'l'illier (') è, pe1· con– trario, che « l"umanitàsembra incamminarsi verso uno stadio nel quale le relazioni saranno le se– guenti: gli individui maschi e femmine non s'ac– coppieranno più fuori del matrimonio: questo sarà monogamico, si conchiuderà nell'età in cui la pu– bertà sarà completa, tra due esseri già uniti dal– l'amore, e durerà quanto la vita degli sposi>. Noi esamineremo brevemente, attr:werso l'opera fortemente pensata, saldamente costrutta e lucida– mente concepita del Tillier, i falli e le argomen– tazioni che hanno condotto l"autore a questa con– clusione. Il metodo del libro è rigorosamente induttivo. Perciò l'autore (premesso nell"introduzione un ragguaglio delle dottrine dei 1>iù noti sociologi che trattarono l'argomento) espone nella prima parte i fatti, i « documenti umani-. che servono allo studio delle varie fo1·m0 di matrimonio. Le relazioni dei ,riaggiatori sui popoli selvaggi, accu– ratamente vagliate, e numerose os::;ervazioniper– sonali dell'autore, lo pongono in grado di stabilire cou molta chiarezza le ro1•medi matrimonio at– tualmente pr•ticate dall'umanità, e le loro va,·ietà rispetto i diversi pu11tidi vista: I.' degli individui ( 1) Scnon.:ir,11,.u1m: Aforuml ,m'la ,av11ezzad~lla cita; trad. Chi• le1oui. - lloepll, 1892.pag. IM e 1eg. t'J T1u.1KR: Le marlaye, •a 11ené1e, ,011 écolutto,1. - f'aris, Soclélé d'édltlon11cle11tlftque1 1 i. rue Antolne Oubois, t893 (l<"r. 1,W). che compongono l'associazione (promiscuità, po– liandria, poligamia, monogamia); 'l.• dei mezzi con cui l'uomo si procura la moglie o le mogli (cattura, compera, mutuo consenso, matrimonio obbligatorio); 3.•dell'interdizione all'unione tra individui o gruppi di individui (endogamia, esogamia, incesto); 4.' della durata dell"unione e della condizione della donna); 5.' delle condizioni del contratto (eredità, fedeltà, adulterio). Esaminati o coordinati così i fatti, l'autore viene, nella seconda parte dol libro, a indurne la genesi e l"evoluzione passata o rutnra del matrimonio. Egli prende le mosse dall"associazione sessuale tra i mammiferi e particola1·mente fra i tre gruppi pili prossimi a noi: erbivori, carnivori e pr-imati, e giunge a stabilire alcune particolarità comuni a tutte le specie, e cioò: la gelosia del maschio, la passività relativa della femmina, l'istinto materno in tutte le. femmine; e alt,·e particolarità non co– muni a tutte le specie dello tre categorie, e cioè: periodicità (erbivori) o permanenza (primati) del bisogno di accoppiamento; assistenza (primati) o non assistenza (erbivo,·i) prestata dal maschio alla remmina per l'allevamento dei nati; forma poli– gamica ( 01·bivori) o monogamica (ca,·nivori e pri– mati) dell'associazione. Rispetto alle due prime di queste particolarità, i carnivor-ioccupano uno stadio di mezzo tra gli erbivori e i primati. E saliamo all"uomo pl'imitivo. Quanto alla prima dtlile particolarità non comuni a tutte le specie, l"autore conclude che il maschio dell'uomo pl'imi– tivo obbediva duraute tutta la vita agli impulsi dell"istinto sessuale; la femmina doveva oppo,-re una certa resisten1.a ai tentativi del maschio soltanto durante l'allattamento. Quanto alla seconda delle particolarità suaccen– nale, l'autore dimostra che l'uomo primitiro non abbandona\'a la sua femmina dopo la fecondazione e l'aiutava per l'allevamento del neonato, ciò che importa che fin dall'origine un raggruppamento analogo al ra~gruppamento famigliare esisteva per la nostra specie. Quanto alla terza particolarità, è da concludersi che la forma dell"u111onefu per l'uomo primitivo la poligamica e che in essa il modo d"acquisizione delle mogli era la cattura senza alcuna regola che interdicesse speciali unioni. Ora resta a vedere come dalla unione sessuale dell"uomo primitivo, caratterizzata dalle tre parti– colarità 01·a. esposte, si sia arrivati alle numerose forme d"unione che l"autore aveva già studiate nella prima parie del libro e che noi abbiamo più sopra enumerate. L"autore compie questa ricerca in un magistrale capitolo (3.' della seconda parte), manteuendo i di– versi punti di vista secondo i quali aveva nella prima parte studiate le varietà delle forme del ma– trimonio. i; quindi: Quantoal t1t1me,.o clelte spose, ali 'origine troviamo dunque la poligamia (nessun caso, nè allora, nè poi, di vera e prop,·ia promiscuità); pochi casi partico– lari di poliandria derivano da condizioni sociali tutte speciali ai gruppi che a questa forma d',rnione diedero origine (rarità delle donne in seguito ai sacrinzi religiosi di bambine - asseoza del marito che doveva guidare ai pascoli le maudre, nei casi di poliandria fraterna). Più inte,·essante è il for– marsi della monogamia: essa ha la sua causa (se– condo il nostro autore) in ciò: che, in seguito a modincazioni psichiche, sopravvenute, in un pa. riodo relativameule rocente, nella nostra natura, l'iudilfe,·enza completa della donna fece posto a una nozione di gelosia così positiva e precisa come quella che esistò sempre nel maschio. A questo

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