Critica Sociale - Anno VIII - n. 4 - 16 febbraio 1899

58 CRITICA SOCIALE POSTILLA. Chi ricorda l"ordine del giorno da noi formulato al Congresso di Bologna e da questo adottato (Critica Sociale, l89i, pag. 290-201) non dubiterà che il nostro pensiero non collimi in massnna. con quello del Tratiet. Quell'ordine del giorno affermava infatti che il pro– gramma minimo dei 1ociali1ti, sia politico, sia ammini– strativo, no,i è un p,•ogramma 1ociali1la; e, voleva dire, non lo ò pel contenuto in se stesso, il quale, teorica– mente, può tutto trovare cfTettua1.ionein ambiente ca– pitalista, e il quale, perciò, può pure, teoricamente, essere comuno con altri programmi di partiti borghesi. Contemporaneamente dichiara.,•a che l'impronta socia– lista, che non poteva rice,•ere dal contenuto per se stesso, doveva essergli impressa dal modo speciale con cui quel contenuto comune vuol essere da noi conside• rato, proclamato od ottenuto E questi due concetti il lettore ha rilrovatl nella prima parto dell'articolo qui sopra inserito. L'ordine del giorno di Bologna soggiunge,·a: Nel l 1 mitalo_campo amministrativo, il partilo socialista p~,ò e11_e1·e clwm,ato a p,-o,mede,·ee,so 1tes,o per rat.tua• i1one dt qualche pa,·te e11en:iale del programma minimo. I~ ques~o ca~o ~sso dov_rà lottare innanzi tutto perchè 11anor,mou, gl, o,tacol, gene,.ali che vi si oppongono. Commento: a) pui> tutJ-e chiamato a prorn,t~·e euo ,ta,o: - il che vuol dire che, secondo il Congresso (il quale, prima di chiudersi, ribad1 la stessa idea, respingendo la contraria proposta. Agnini), non potrebbe accogliersi la tesi doversi di regola rinunciare per ora ad entrare nei Municipii come maggioranza. li Sambucco sostiene inYece questa tesi, e, pure ammettendo possibili ecce– zioni, la sostiene in particolare per una. grande cittit. o delle meglio amministrate, qual ò Torino; il n·avtt dimostra, al contrario, o ci paro con ottime ragioni, che, so mai, cotesta temporanea rinunzia sarà ammis– sibile poi Comuni minori, o soltanto flnchò non siano spalleggiati, por una resistenza otncace, dai Comuni maggiori già. conquistati; b) ••.. per t'attua.:.ione di qualche pat•le e,1ens1alo del progt·amma minimo; - e l'accenno a « qualche parto ts8en.=iate >, quali sarebbero certi senizii pubblici o anche una l'iforma. tributaria veramente organica e radicale, era la. pro,•entiva condanna della riforma di soli ritocchi o raschiature propost:l dalla Commissione torinese; e) •.•. dovrà lottare an=itullo pm-chè siano rimo111 gli ostacoli gtntrali che vi 1i oppongono; - nelle quali parole ò ìmpliclta la lotta concreta coll'autorit.'.t tutoria per la effettiva autonomia del Comune. Como si vede, l'articolo del Travet, nelle sue linee essenziali, combacia esat.tamente col deliberato del no– stro ultimo Congresso nazionale. NOci si tacci di pedanteria o, peggio, di importuno affetto paterno, se ci permettemmo questo richiamo. In verità non sapremmo perchò il Partito si raduni a Congresso, so le suo decisioni collolti"o debbono poi essere complotamonlo dimenticalo. E nell'averlo dimenticate, noi non essersi cioè preli– minarmente domandata quale dovesse essere il suo còmpito e su quali basi do\·esso rizzarsi la sua platform, sta appunto la ragion prima - l'articolo del T,·avet ben lo dimostra - por cui la. Commissione torinese, pur avendoci dato uno splendido lavoro di critica ammini– strativa., non riusci, nella parte ricostruttiva, a conten– tare nessuno. Al che mal serve di scusa il dirci (come ci ru scritto), che la Commissione obbediva a un man• dato do! partito, più o meno insuntciente od equivoco: ben ad essa spettava. librare quel mandato e, all'occor– renza, respingerlo o esorbitarne; o che essa. (come so– stenne Claudio Tro,•es, in risposta al Mocchi, nell'Avanti! del 5 febbraio) non do,•eva e non intese darci nè un programma nò una piattaforma: dal momento che la sua critica investo tutto il bilancio - base del generale indirizzo amministrativo - o cho le sue conclusioni additano. secondo lo stesso Tro,•es confessa, il modo con cui ad esso o al rclath•o fabbisogno provvederebbe, nelle attuali condizioni, il partilo socialista, in antitesi al partito conservatore (Avanti!, numero citato\ ò ben chiaro, giratela come volete, elio quella relazione - fino al giorno in cui l'assemblea del partito la. respinse - si presentava, se non come un programma, come una vera piattafor·ma elottoralo di pal'tito! Ma l'articolo del 'Pi·avet, non coartato alla forma sche– letrica di un ordino del giorno, lumeggia punti che la decisione di Bologna laf.l:ciu•anell'ombra. Secondo l'ordino del giorno di Bologna, il programma minimo dei socialisti, i cui postulati debbono sempre presentarsi « non come soluzioni detlnitive, ma come facilitazioni • al conseguimento del programma massimo - e il quale inoltro « designa l'orbita e l'indirizzo ge– neralo delle piattaforme di 1>iù speciali e transitorie agitazioni di partito• - e è l'indice, 1tmpre mutabile e progrer1ico, di quello riformo di maggiort portata, le quali, sia ele,·ando il tenore di ,•ila dei lavoratori, sia consentendo un più normalo o cosciente S\"O)gimento dello lotte di classe, sia ringaglial'dendo lo forze del partito socialista, ago"olino la graduale evoluzione a forme superiori di ordinamento economico, mentre ap, paiono com1X1tibili col fondamentale o,·dinamento econo. mico oige>ite., Il Travet, limitandosi al campo ammlnL strativo, ci chiarisco come vi sia un'ulteriore distinzione da fare. E cioò v'è una parto di programma. - lo chiameremo minimisaimo - la cui attuazione non solo è compatibile col fondamento.lo ordinamento economico capitalista. ma lo è bon anco con lo leggi e con la politica. vigenti in un momento dato; o "6 n'ò un'altra parte compati– bile con quello, ma non con queste: programma minimo• mnssimo. E queslo sta a quello in quel rapporlo di correlazione inscindibile in cui il programma minimo generale sta al generale programma massimo del par– tito. Questi diversi scaglioni di programma non sono da considera1·e come rasi successive ed indipendenti, t.alchè sia da attuare runa senza insieme lottare per retrettuaziono dell' a.lt.ra . Qui è la nota distintiva nostra di fronte al partiti democratici o possibilisti, e qui è la. cagione di censura alla relazione torinese. Mentre si etroltua ciò che è immediatamente effetluabile, si con– quistano le condizioni di ciò che non lo è ancora pure es– sendo compatibile coll'attuale ordinamento economico, e si preparano quelle di un ordinamento diYerso e migliore. Suddivisioni bizantine e inutilmente moleste1 No, ma risultato inevitabile della condizione di ratto d'un par• tito che vuol esser pratico rimanendo rivoluzionario o cho si accosta sempre più al maneggio concreto o a.Ila effettiva. rosponsablliHt dol potere. Allo stesso modo l'alpinista che, alla falda dol monte, non scernova se non un primo dosso e poi la vetta lontana; tostochò quello ha superato, altri intormedii no scorgo che lo porteranno alla cima. Ma se questa non aveva. di mira, non avrebbe compiuta. neppure la prima parte c.Ji via. LA CRITICA.

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