Critica Sociale - Anno VIII - n. 2 - 16 gennaio 1898

24 CRITICA SOCIALE si sgretolerà immediatamente, e il giorno della villoria segnerà per esso il principio della rovina. La critica, che i cattolici fanno al regime vigente, ha sulla critica socialista il pregio di esser sem– plicissima e accettabile da tutti senza il bisogno di di alcuno sforzo intellettuale. Perchè le cose vanno male? Perchè il Governo è cattivo. Chi di noi, quando eravamo bambini, non ha fatto questo chia– rissimo ragionamento 1 E perchè il Governo è cat– tivo 1 Perchè gli uomioi, che ne fanno parte, sono cattivi. E chi sono questi uomini che ci gove1·na11ol I liberali. Dunque le cose vanno male, perché ci governano i liberali. Prendele un piccolo proprie– tario semiaoalfabela, fanatico del suo pezzo di ter,·a, assillato ogni due mesi dall'agente delle tasse, avvezzo ad aspettarsi tutto dall'alto, e fategli questo ragionamento, e diventerà tutto ,·ostro. Cercate in– vece di fargli capire che, se il Gove1·00 è cattivo, é cattivo perchà in mano della classe capitalistica, e che il capitalismo é una conseguenza della p1·0- pl'ietà privata, e che la sola via pe,· migliorare le coodizioni di tutti è la sostituzione della proprietà collettiva alla privata, e quel disgmziato crede,·à di aver da parlare con un matto o con un assas– sino. Incapace per la sua costituzione psicologica a guardar fuori della siepe del suo podere, iocapace a fare uno sforzo intellettuale qualunque pe,· rom– pere la cerchia dei fatti immediati da cui è avvolto, esso non intenderà mai che vi pos"a esser altra causa del suo male al di fuori dell'agente delle tasse o riel Governo; e questa causa è la causa prima e unica, dietro a1la quale non ve ne sono altre; avvezzo poi al lavoro ,lissociato, egli non potrà mai capire, come l'operaio di una fabbrica o anche il salariato di una grande fattoria agricola, la proprietà collettiva. Egli capirà solo che "olete togliergli il suo pezzo di terra e farlo diventare eguale ai poveri del suo villaggio. Non i soli contadini sono rn llalia incapaci a pensare altrimenli che nel modo cattolico. Data la enorme ignoranza e il colossale abbrutimento dei nove decimi della popolazione, data in buona parte dell'Italia la mancanza di qualunque esempio di lavoro vastamente associato sollo la tirannia del rnpitale mobiliare, pochi sono ancora in grado di seguirci per la nostra via. Anche se \'Oi uscile dalle infime classi della popolazione ed entrate nella piccola borghesia ist,•uita, voi trovate cl,e anche questa non può rare tutto quel lavoro di associa– zione, di ostrazione, di analisi, di c1•ifica, che è indispensabile alla critica socialista, quando intorno a noi non vi sono esempi di concentrazione capi– talistica e di grandi associazioni di lavo,·o. Prendete un giovane di liceo, anche uno fra i migliori: non sa che difl'erenza vi sia fra schiavitù, servitù e salariato; ha imparato una serie di date, di nomi e di battaglie, e per lui le crociate furon fatte perchè Pier l'Eremita si mise a predicarle, e la dvoluzione protestante fu opera di Lutero, e l'Italia una fu fatta da Garibaldi, da Mazzini e da Vittorio Emanuele. Vi traduce enofonte, che parla di marcie e contromarcie, e non pensa mai a dar un'occhiata sulla carta dei paesi, di cui Senofonte parla: discone degli atelie,·s ,iattonat<.r del '48, e non sa che cosa sieno; sa a memo1'ia che in Francia fu fatta in quell'anno una costituzione democratica e in quell"altro una costituzione reazionaria, e il pro– fesso,-e non ha mai pensato, spiegando il sistema eletto,-ale, le relazioni f1·a i poteri e tutti gli ele– menti delle singole costituzioni, a dimost,-are perché l'una è democratica e l'altra reazionaria. Questo giovanotto, che ha ottenuta la licenza d'onore, è più ignor-ante del contadino; è peggiore ancora del contadino, perché questo almeno non p1·etende di risolvere lui i problemi; sta a sentire; crede al prete, non crede al socialista; e tutto IL Il nostro dottore, invece, non vi lascArà parlare nemmeuo: le cose van maleT sfido io! dove sono più i grandi di Atene e cli Roma! dove lo spirito di sacriflzio, l'amor cli patria di una volta? tutto è dominato dall'at<1·t sacrct (ames (questo fu il tema di un componimento in 2.• liceale), e solo una grande trasformazione morale e lo studio degli esempii antichi ci potrà salvare! Andate a parlar di socia– lismo a quella bestia! nella sua cultum non trovate nessuna sporgenza, alla quale possiate attaccarvi per tentare la scalata di quell'anima: vi sfugge da tutte le parti; il linguaggio delle cose gli è in– comprensibile; pa,·ole, parole, parole ci vogliono ; e solo parole asu·atte: Gov0rno, bene, male, senti– mento, spirito, nazione, ecc., ecc. SA quella testa si occupa di politica - molte teste non sanno nemmeno che esista una politica - state pur sicuri che sceglierà sempre le soluzioni pii, semplici. Le cose van male coi liberali 1 cambiate gli uomini, mettete al loro posto i cattolici, e poi vedrete. Questo lavoro logico, o meglio illogico, che spio– ge,·à dalla parte clericale la massima parte delle vittime e dei malcontenti del presente sistema so– ciale, durerà finchè i cattolici staranno all'opposi– zione. Metteteli al Governo, fate si, che, se le cose continueranno ad andar male, essi non possano fare il ragionamento che abbiam visto, e tutta la opposizione, che continuerà a formarsi contro la società capitalistica, sarà obbligata ad incanalarsi nella nostra direzione, e a subire la nostra critica e ad accettare il nostro prog1-amma. Ma è poi vero che le cose sotto un governo cat– tolico debbano continuare ad andar male come ora 1 Il partito cattolico, cosi solidamenle organizzato, cosi pieno di buona fede e di entusiasmo, non potrà dunque in alcun modo risolvere, se non tutti, una parte almeno dei problemi, che travagliano il nosll'o tempo! Il programma di ricostruzione dei cattolici non ha dunque in sé nessun valore pratico! Vediamolo. IV. [I programma politico tlei cattolici. In Italia i cattolici si trovano alle prese non solo col problema sociale, come i cattolici di tutti gli altri paesi, ma anche col problema politico. Negli altri paesi non esiste la questione del potere tem– porale; in Italia la prima rlifficoltà da superare sarà per i clericali la questione di Roma. Che soluzione essi hanno per questo problema I Vogliono restituire al Papa i suoi Stati e ritornare, come dice la Clvtllit cattolica, « alle giustizie, alle tradizioni, ai bisogni nazionali ) ? che è quanto dire ai Borboni, ai Lorenesi, agli Austriaci I vogliono invece dare al Papa solo il Lazio o solo Roma con la striscia fino al mare, e metter una pietra sul passato, e couservare al resto d'Italia la unità 1 e che forma politica daranno al 1·esto d'Italia 1 la monarchica, e con chi 1 la forma di repubblica fe– derale! e quali saranno le relazioni fra il Papa e questo Stato italiano! militarmeute e politicamente parlando, è ammissibile nel centro d'Italia un ter– l'Ì torio, che non debba, nella poli li ca e nelle ope– razioni militari, seguire la stessa condotta del resto d'Italia? a che si 1·idurrebbe allora la vita della borghesia italiana 1 e quali sarebbero le relazioni del Papa coi suoi sudditi I e la capitale, dopo aver avuto lo sfratto da Roma, dove andrebbe ad abitare! come si contenteranno le pretese regionali? il nuovo Stato, qualunque forma debba avere, avrà un Parlamento! il marchese Crispolti, gran capoccia del partito clericale, è risolutamente contrario al

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