Critica Sociale - Anno VIII - n. 2 - 16 gennaio 1898

28 CRIT !CA SOCIALE i legami che tengono insieme il gruppo sociale, che gli danno il cemento della solidarietà interna (s1ngeaismo). 111 Gr·ecia la morale é essenzialmente politica: tutte le rtoltriue etiche non sono che dot• trine di Stato: esse riflettono più il cittadino che l'uomo; onde venne che la proprietà fu nei filosofi greci coo~iderata come un fatto « politico », senza nessuna considerazione per l'uomo; e puramente astraendo sulla felicità collettiva, sul benessere del maggior numero. Aristotile concluse ponendo a fon• damento della giustizia sociale la proprietà privata, Platone la proprietà comune. A Roma la mo,.,.le fu militare e conseguentemente la proprietà ebbe per fondamento etico l'idea della conquista: il suo modello fu il bottino di guerra e la sua espressione e•teriore l'occupazione bellica - e, come la guerra ò una forma dell'attività col– lettiva, cosi •opl'llvvisse a lungo il sentimento di una proprietà generale dello Stato (aoe,· ])t1~lic11s 1)0pult ,·omcmt) non mai soffocato dalle secolal'i usurpazioni delle classi privilegiate. Un ratto analogo si ravvisa io Inghilterra dove la conquista normanna fondò nuovamente il diritto di proprietà sulla conquista militare, onde quel concetto, ancora tanto radicato nel diritto inglese, che il suolo appartiene teoricamente alla Corona, cioè a dire é un'indivisa proprietà raccolta astl'llt– tamente nello mani di chi rappresenta l'autorità sociale. Oggidì l'occupazione bellica mantiene tutto Il suo vigore per rispetto alle colonie e alle razze inreriori. La filosofia cristiana medievale con Grozio, Wotr, Blackstone, ecc., pose invece a fondamento della propl'ietà la facoltà, data in origine dalla infinita Provvidenza a tutti gli uomini, di prov\ 1 8dere ai loro bisogni col ~rendere le cose che potevano sod· disfarli. Stato fehce, che la loro corruzione ~ le loro voglie smoderate soltanto clistru'Sero, rendendo necessario il duro lavoro! Una simile concezione è in tutto coerente alla sintesi mistica del medioevo, che ravvisò in Diol'armonia di tutte le cose. Questo concetto durò a lungo presso le razze germaniche, mentre il rinascimento latino già avern sostituito all'ordine provvidenziale, manifestazione della vo• loutà di Ilio, l'ordine naturale, risultato di armo– nica funzione di forze. La reazione idealistica io Ger– mania e il panteismo spinoziaoo non alterano so– stanzialmente la nozione del diritto di proprietà che riguaNlarono come uo « diritto naturale • e l'idea– lismo giacobino lo pose a foudameoto della libertà: ma uoa più chiar'a percezione della stessa idea induce a credere che, se è vero che la proprietà é condi– zione necessaria dello s,•iluppo fisico ed intellet– tuale dell'uomo, è omai temi/O che cessi d'essere l'eccezione per trasformar,i tn regola generale. Da qui la tesi di tutta la scuola socialista nella sua prima fase, rappresentata da Blanc, Cabel Consi– dorant, Toui:ler e più recentemente F. lluet, De Lrweleye e dallo Spencer nella Social stalle e nei P1•fncfpi di sociologia, voi. IV (ritrattatosi nella Justfce) e, con esso lui, da tutto il partito della na• ziou~lizzazione del suolo (George, Wallace e Russel). Per altra via alle mede3ime conclusioni verreb– bero i teorici del « contratto sociale •; per essi la legge crea la proprietà (Montesquieu, Bentham, Beccaria, Kant); la progrielà non ò che una crea– zione dello Stato, per·ci il socialismo, dice Zini, in quanto si onpoue al diritto della proprieh\ indivi– duale garantita nella legge, od anche solo ne do• man~a limitazioni in nomedell'intere se collettivo, io sostanza non si distacca dalla scuola contrattuale ed autoritaria. Lo lato, che oggi fa il carabiniere alla proprie!.\ privata, deve tra,formarsi nell'assun• tore della felicità collettiva. Qui evidentemente Ziui avrebbe più ragione se tenesse distinto il socialismo utopistico dal socialismo scientifico modemo. Questo é es.seuzialmente positivista, extracontrattuale; esso guar•da allo sviluppo naturale della proprietà capi– talista e in tanto é socialista in quanto prevede la veniente socializzazione, non io quanto pensi che questa si possa fare od imporre con un decreto: il socialismo scientifico è pure convinto che« nessun sistema di legge ha creato una forma della civiltà•• e pertanto, anziché allacciarsi al razionalismo con• trattuale giacobino, vuol essere piuttosto rannodato all'evoIuziooismo natural istico-monistico. Il diritto 0011 è che il meccanismo della conser– vazione di una data società: l'evoluzione sociale, sotto tal punto di vista, rappresenta una serie di legislazioni successive, ognuna delle quali ha per iscopo di P.ssare un certo tipo politico: il primitivo diritto é ieratico, poi diventa militare e feudale, quindi industriale. Noi siamo in questa fase; la borghesia ò essenzialmente capitalista e coloniale. Essa ha c1·eato, in America, in Australia e io pa1•te in Inghilterra, i tipi più alli e più perfetti di in– dustrialismo; essa ha inaugurato il potere con la spoliazloue delle classi rivali (legge sugli emigrati in Francia, scioglimenti delle corporazioni eccle– siastiche, ecc.), ha fatto la guerra per la creazione degli Stati nazionali, la cui direzione é rimasta nelle mani della classe che aveva da tutelare i propri prevalenti interessi economici ; i parla– menti legiferano per assicurare lo sviluppo delle i,tituzioui borghesi e proteggono la loro funziono: il diritto ivi elaborato rispecchia gli antagonismi tra la proprietà fondiaria antica e la capitalistica di recente formazione: il sistema tributario però resta !'arme più potente della classe al potere per Innalzare sempre più sé stessa, per deprimere le altre: la personalità economica prevale su ogni altra o morale o intellettuale : il mercantilismo ln• filtra dappertutto la degenerazione morale; la con– correnza sfrenata, che giunge al più feroce canniba– lismo economico, stimola ed acuisce gli istinti egoistici, ipocritamente dissimulati sotto i comodi postulati di una morale positiva, la quale distrugge le ingannevoli illusioni del passato e proclama il diritto ciel più forte e fa con Nietzsche l'apologia della crudeltà. Le istituzioni domestiche dimostrano una de::adeoza o~nor più accentuata. Solo il socia– lismo, col suo sprrito fiero di critica, resta efficace reagente contro la presente degener'azione. Il suo campo d'azione, ~alla sfera economica allargatosi a tutti gli aspetti della vita sociale, lo ha reso uno dei fattori più importanti della presente fase sto• rica; combattuto da molti, esso rappresenta pur sempre la forza più attiva ed anche più progres– siva dell'attuale dinamica sociale. Insomma noi traversiamo un periodo di crisi, paragonabile a quello che caratterizzò il quarto e quinto secolo precedenti la caduta dell'Impero ro– mano. La forza d'integrazione dello Stato era allora rosa dalla predicazione cristiana: ma l'attuale pro– cesso di dissolvimento é assai più rapido dell'an– tico, perché fomentato dalta concorrenza che dilania l'interno delle stesse classi dominanti. Pearson, nelle sue poche profede soll'avvenire della razza bianca, ha posto bene in luce gli effotti disastrosi di questa concorrenza. Le violenze della F,•ancia, dell'Inghil– terra, o, proprio di questi giol'lli, della Germania sulla China, per aprir·e quel mercato al loro com– mercio, hanno rotto il secolare misoneismo e ca– gionato uno sposl~mento immigratorio della razza mongolica in America, iu Australia, nell'Africa me– ridionale. A compire il parallelo fra le due grandi decadenze - la romana e la capitalista - si os– serva il comune rinnovellarsi del dispel'llto senso mistico, ultimo rifL1giodegli spiriti deboli, ròsi dallo sforzo critico.

RkJQdWJsaXNoZXIy