Critica Sociale - Anno VIII - n. 1 - 1 gennaio 1898

CRITICA SOCIALE 9 munque si giudichi la frase giornalistica e equilibrio del Mediterraneo », la quale, come tante altre, serve a dissimulare la. mancanza di ogni chiaro criterio, è. inne– gabile che la politica dell'Italia. dovrebbe svolgersi tutta nel senso di assodare la nostra preponderanza. econo– mica nel Mediterraneo. Noi abbiamo una popolazione a~sai densa o portata all'emigra,dono, e dovremmo tro– varlo uno sbocco che, per la vicinanza alla madre patria, rendesse l'emigrazione proficua. La nostra politica commerciale e la nostra politica operaia dovrebbero consigliarci un'attività progressiva e pacinca, in senso coloniale, verso le terre superiori dell'Africa, tuttora sottoposto alla Turchia, e verso lo rimanenti parli dell'impero turco, tuttora piene dei ricordi italiani. In questo programma civile e progres– sivo, i socialisti non potrebbero negare il proprio con– corso ni partiti borghesi. Ora, la politica del Mediterraneo presuppone l'ac– cordo con te altre due nazioni concorrenti: la. Francia e l'Inghilterra.. Invece l'llalia, per considerazioni di po– litica dinastica, ha rotto prima. con la. Francia, e la conseguenza si vide in Tunisi, passata nelle mani dei rrancesi: o, mentre, dapprima. non volle cooperare con l'Inghilterra all'occupazione dell'Egitto, seguo ora verso di ossa una politica puerile o contraddittoria. Che val– gono le platoniche atrormo.zioni di amicizia, quando n– talia, costretta. da.Ila.Triplice, segue a. mani legate la politica. tedesca, tutta materiata di ostili1à. all'Inghil– terra 1 La triplice alleanza ò stata. e sarà. il grande incubo della. patria nostra, perchò ossa ci ha alienato o continua. ad alienarci tutte lo rorze che dovrebbero concorrere alla nostra risurrezione economica. Non sempre è racile intuire gli effetti di una contingenza po– litica. sulla vita di un paese: ma l'influenza della Tri– plice sulla. politica italiaua. non lascia ombra di dubbio. La. risurrezione economica dell'Italia. non sarebbe nè improbabile, nè tanto remota. La parte sempre pili im– portante cho i commerci indiano e cinese assumono nella vita d'Europa, o l'essere l'Italia il primo paese industrialo dopo l'istmo cli Suez, dovrebbero far di noi, come disse il senatore Jacini, il « primo molo dell'Eu– ·ropa >. li 14 dello scorso marzo, il ministro Prinetti, parlando a Napoli, rilevava la grande importanza di questo porlo di fronte a tutti gli altri d'Europa. Ma. una cosa. dimentica.va: che cioè, perchè il porto di ~a– poli diventi dei primi d'Europa, converrebbe finirla col tristissimo sistema di protezione delle caso di naviga– zione italiane; le quali, avon<lo ottenuto alte tasse di ancoraggio per lo navi estere, scostarono dai porti ita– liani tutta la navigazione straniera. Del resto, essendosi messa. anche la Francia sul terreno della pl'otezione, il commercio di navigazione delle duo nazioni sofferse gravi danni, a vantaggio dell'Inghilterra liberista, come mostra la seguente tabella: (') Tonnellaggio dei bastimenti con bandiera na.:ionale entrali ed usciti nei e clai porti dei !eguenli pae1i - parte per cento: Anno htshilterr• Vrancl• Itali• 1860 53,3 41,4 I870 68,4 3I,5 36,5 1880 70,4 30.0 34,8 1890 72,7 31,9 24,4 1804 i2,9 28,0 24,7 Certamente da un tale stato di rtttto molto si avvan- ( 1) Togliamo queite cifre da un arllcolo di E. Giretti nel GIOr• nalt degli BeonornUti, &ellembre t897, pag. !45, taggiarono alcune case italiane di navigazione, ma asso.i sofferse il paese. Il protezionismo agisce sempre cosi. Ora vedemmo como la Triplico o il mo, 1 imento prote– zionistico si siano fusi, o siamo in grado di giudicare so l'abbandono della Triplice varrebbe ad allontanare da noi gli ulteriori danni del protezionismo. La. causa principale della nostra rottura economica con 111 Francia. fu il trattamento proposto in Italia alla navigazione rrancese. So ne sperarono grandi ,·antaggi, ma la. con• elusione ru questa, che, mentre nel 1887 il commercio generale dell'Italia. ammontava a L. 2.889.229.773,nel 1894, col protezionismo ad alta pressione, esso scemava. a L. 2.3i6.35i.38I. Ora, una riduzione della nostra tariffa protezionistica potrebbe richiamare all"llalia i vantaggi che già prima si avevano col sistema della libertà. tem– perata. ~la non bisogna. dimenticare una cosa. Nell"epoca nostra, cosi 11gitata o complessa., non è possibile sopo.– raro l'azione politica da quella economica. Anche in questo la tattica dei partiti socialistici ò copiata dalle realtà della grande politica. La lotta, che ora l'Inghil– terra combatte, à una. lotta decisiva. per la propria supremazia, ma è anche una. lotta. per la civiltà o la democrazia. Essa non può aiutare economicamente alcun paese che la combatta politicamente. Ora l'Inghilterra è l'arbitra del commercio orientale. lnratti il commercio che rlnghillerra esercita nella sola Cina supera due volto quello riunito di tutto le altre parti d"Europa. e del resto dell'Asia. Se ammettiamo che, modificando il nosl1o regime doganale, la navigazione orientale potrebbe aflluire ai nostri porti e rorse cosi provocare un mag– gior nlOvimento industrialo, ciò prt!uppone la maggio>· cordialità. possib;le dei nostri 1·apporlicon l'lnghilte,·ra, ossia una. derogazione dalla politica nostra attuale di solidarietà. con la Germania, che è la concorrente con– servatrice o protezionistica. della. democratica. e liberi• slica Jnghillerra. Per converso la triplico alleanza, come nota. ,vernor Sombart, trae la. sua. popolarità. nel ceto industrio.le tedesco dai vincoli crescenti che ha creato fra i produttori tedeschi e il nostro mercato. Ma por questa via. noi non abbiamo corto sollecitato i nostri interessi; anzi, alienandoci l'Inghilterra, come già. ra– commo della Francia, noi concorriamo ad affrettare la. nostra rovina. . . . Procrastinare e addirittura impedire questo passo ratale può solamente una politica estera schiettamente democratica. e liberalo. Ma la borghesia si distinguo da tutto lo nitro classi in ciò: che essa conserva. il potere por soddisfare ai suoi interessi immediati. Una classe, che ripone nell'interesse economico la sua ragion prima o quasi esclusiva di essere, deve intendere questo inte• resse nel senso più prossimo e diretto. Il protezionismo ò l'esponente di tale bisogno. La borghesia. italiana ha. veduto nella. Triplice la. garanzia esteriore e militare delle suo tendenze protezionistiche, e, sebbene a\'esso un vago sentimento del malessere in cui la piombavano le spese militari, ha applaudito ed incoraggiato la. tri– plico alleanza. Rompere questo circolo di interessi bor– ghesi e dinastici può solamente la classe operaia, che pospone ai successi ed ai vantaggi futuri i piccoli gua– dagni del momento. E certamente, se riuscisse alla. classe operaia. di staccare l'Italia. dalla Triplice, essa potrebbe vantare d'aver compiuta opera di alta civiltà I ed essenzialmente patriottica. È assai difflcile dire se sia evitabile o meno il grande I conflitto arma.lo che si prepara da.ogni parte d'Europa.

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