Critica Sociale - Anno VIII - n. 1 - 1 gennaio 1898

CRITICA SOCIALE 13 quelli che più facilmente si adattano ad un ambiente di privilegio e cli ingiustizia. Nè gli oLlimisti nè i pessimisti cloldarwinismo sociale sono nel vero. I primi considerano soltanto il momento biologico della. grande legge selettiva, i secondi soltanto il momento storico, mentre i due momenti si compone• tra.no con vicendevoli azioni e reazioni. La socialità. è simbiosi. Guerra ed alleanzo, amore ed odio, governano il mondo. L'umanità. non ò teatro in– cessante di una lotta erferata lra elementi antagonistici di razze e di tipi antropologici. Dopo tanti incrocia– monti, i popoli etnicamente risultano variamente costi• tuiti. Invece di razzo o di tipi, si hanno caratteri. La razza ò metempirismo: una categorio. subbietliva indi– pendente dalla. realtù. esteriore. Altro indirizio preponderante nello studio della So• ciologia è l'etnologico, colpevole di empirismo. Non basta accumulare una colleziono cli ralli riguardanti gli usi ed i costumi <loi val'i popoli; bisogna spiegarli e con ossi ricoslrurro il cammino ignoto tlella preistoria, tracciare la via rogin. doll'incivilimento. La scienza so– cia.lo deve essere provalenlemonle genetica. Quintli le ricerche etnologiche vanno co mplotato collo ricerche di psicologia colleUiva, per cui, ò noto, la coscienza. so– ciale non ò una semplice somma delle coscienze indi· ,,iduali, ma una loro combinazione. La società. è un fe– nomeno etico svolgentesi nella. storia. C'ò una schiera numerosa. di filosofi che, col Marx, vede nella società. niente a.llro che un fenomeno eco– nomico dal quale derivano lutti gli altri fenomeni so– cia.ti, ma costoro, come altri, secondo il Cosentini, pec– cano di unilateralità. Tutti i fattori sociali dovono essere armonizzati, egli dice; non gerarchia, ma organicità. Vico preconizzò colla scienza anche il metodo nuovo: il movimento sociale è un moto generalo collettivo, con parti sviluppa.te, a.genti e reagenti parallelamente. Quindi la. Sociologia dovo avere una runzione propedeutica.: dev'essere iniziatrice allo studio delle sociali discipline. Il relativismo Kantiano deve vincere anche nella scienza. sociale, che non deve escludere lo differenze, ma. porle. Così la Sociologia. risulta di uno. parte sintetica o di una. critica; la prima. spiega. l'unità. della vita collettiva, la seconda. legittima metodi opposti. L'eclettismo non sarà incertezza, ma la viabilità da punti lontani ad un unico centro: il vero. A promuoverne lo studio, il doU. Cosentini propone la. istituzione di una Scuola superiore di scienze sociali, indipendente o libera da ogni tutela govornàtiva. L'a.u– todidatticismo, dice egli, rinvigorisce il pensiero scien– tifico, mentre l'Università è centro di vecchie idee, spo• cialmente in quelle discipline, come le giuridico-sociali, per le quali rufflcialità. del sa.pere à più rigorosamente rispettata. Rompere la cerchia. ferrea. della tradizione scolastica: ecco quel che si propone la nuova Scuola superi01·e di scienze sociali. Iniziare l'òra di un pensiero veramente libero ed ardito pur dalla catteqra., ora. che anche la piazza. proclama. legittima. la libertà. dell'idea.. L'intendimento nobilissimo del valente sociologo devo attuarsi colla. cooperazione attiva e intelligente di quanti subordinano alla scienza. la vita, e comprendono che il benessere dei popoli è in ragione dol loro impera. Il costume, tanto diffuso, di trarre dallo studio un mezzo di vita, mentre ripete la romana distinzione di arti li– bere e servili, non risponde alle esigenze dei tempi nuovi. Il sa.pero deve - come fonte di prima. felicità nella vita - essere fino a. sè stesso. Pochi eletti pos· sono valersene anche di met:o alla vita., ma la gene– ralità. degli uomini non deve nò può farne che una base etl un complemento alla vita.. L'o1>ificloe la scuola com. pletano l'uomo. Divisi, il primo abbrutisce l'uomo colla. predominanza del fatto, la. secondo. lo isterilisce colla predominanza dell'idea. Quindi la scuola. libera a tutti. Milano, centro di mode1•nità, città. generosa. ed ardila, dove fecondare e dar vita alla iniziativa, e cosi il pri– mato morato sulle ronsorello italiano avrà un titolo superiore. Avv. SINCERO RUOAHl,I. Non vorremmo passare per degli iconoclasti scientifici - e siamo ben lontani dal mettere io dubbio la sincerità di entusiasmi non solo del nostro collaboratore, ma anche del doti. Cosentini - ep– pure, con tutta la buona volontà d'ingaunnrci, non ci riesce di credere alla serietà e all'utiliti, della impresa che l'un d'essi propugna e l'altro racco– manda. Ah! non è certo per tenerezza della « scuola urn ciale • che scriviamo cosi. E neppure - proprio davvero - perchè desidereremmo una scuola libera di studi superiol'i a tendenze socialiste, dalla quale siamo troppo lontani anche solo per figu– rarcela. Siaino disposti a concedere che la scienza sia una cosa e il socialismo sia un'altra e che entrambi abbiano tutto l'interesse a rimanere dis• giunti: disgiunzione che non è antagonismo, che è anzi prestito di mutua azione e controllo reci– proco. La scienza è la scienza e il socialismo è sopratutto ttn fatto, e fra essi non v'è quindi unità di misura comune. cosicchè l'uno possa dirsi mag• giore dell'altra, o viceversa. Soltanto, come la teoria è sempre il riflesso del mondo pratico, così, quanto più il socialismo si afferma nei fatti, nei senti– menti, nelle necessità pubbliche, tanto più esso colora di sé la scienza e spunta quelle obiezioni che facevano chiamarsi scientifìche .... Ma noi non possiamo dimenticare - di fronte a questa come a milfe altre quistioni - di vivere io Italia: cioè in un paese, dove il 50 per cento del popolo è analfabeta, e, del restante 50 per cento, i nove decimi sanno a mala pena compilare la nota della lavandaia; e tutto ciò senza che le classi colte, le classi dirigenti, sentano un'immensa vergogna; si direbbe quasi, anzi, che se ne compiacciano. Non abbiamo noi visto, proprio di questi giorni, nella capitale morale d'Italia, in Milano, il Consiglio comunale respingere a fortissima ma~gioranza il principio della refezione scolastica mumcipale, anzi qualsiasi ingerenza del Comune io proposito, sotto pretesto che si tratta di un principio socialista? E neppure la tenue minoranza democratica ha fallo en~rgici sforzi per difenderlo. E ben questo il concetto dominante, confessato o no, nelle nostre classi dirigenti: che l'istruzione popolare, e tulio ciò che la rende possibile o meno disagevole, sia .... un principio socialista. La temono come un veleno: quan1o proprio non possono a meno di ammannirla, cercano di ridurla ai minimi termini - il leggere, lo scrivere e il far di conto - e, poiché anche questo si suppone pericoloso, vi mettono dentro l'antidoto: il catechismo. Ma è certo, nel loro modo di vedere, che sarebbe meglio propina,· l'antidoto senza il veleno .... Or che cosa attendersi da costoro, se si proporrà ad essi una scuola libera cli sociologia i Il più pro– babile è che le neghino i fondi, pensando che di «chiacchieroni• ne abbiamo anche troppi e non è il caso di aumentarne la schie,~a. Così l'impresa va– gheggiata si ridurrà a un pot-pow•ri di conferenze e.... a una Rivista: nella quale il dott. Cosentini Il

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