Critica Sociale - Anno VIII - n. 1 - 1 gennaio 1898

CRITICA SOCIALE li grado dell'iperbolismo delle forme giuridiche, l'isti– tuto della proprietà conse,·vasse sempre, nel fatto almeno, una certa nota di familiarismo, sia per la naturale shbili~\ delle fol'luno in un paese ossen– zialmonte ag1·icolo,rimasto quasi senza espansione commerciale di sorla per lungo tempo, sia perchè il pii, generalo modo d'acquisto, ve,· occupa;;ione bellica, conse1·va sempre per sua natura un certo elemento di sovranità dello Stato, corno chi dicesse un dii-itto eminente della collettività. Onde lo Zini conclude che vero diritto di proprietà pieno ed as• soluto non può esistere in nna società militarizzata, vivente sulla conquista, come quella di Roma; un tale diritto è soltanto compatibile con una società a tipo induslriale, fondata sul lavoro dell'individno. lo dubito di quesla sentenza dol nostro autore; a me sembra che sia precisamente nelle società a tipo industriale che il diritto di p1·oprieli1 subisce maggior numero di limitazioni - tutte quelle limi• tazioni, cioèi che sono necessarie per la coordina– r.ione del lavo1·0al fino di ottenerne il maggior effetto sociale. In siffatla wcietà il la,·oro è il fatto di maggior interesse pubblico; di qui la tooria irrosistibilo dell'intervento dolio Stato nella rego– lamentazione ciel lavoro. Accanto a questo fatto sta la dottl'ina dell'e propriazione per pubblica utilità, per aBsicurare al lavoro socialo l'ultima via di uscita per la sua esplicazione produttrice, SO\'rao contro l'interesse del singolo. Sembra quinrti si possa afl'er• ma,·e che, in luogo d'essere nelle società industriali il massimo trionfo del principio del diritto pieno ed assoluto di proprietà, quanto pii, va industrializ– zandosi la società, tanto più si socializza il lavoro, e correlativamente tanto piu si limila la proprietà, sulla quale il lavoro si esercita. E in queste proposizioni dovrebbe pure concor– dare lo Zini, il quale cosi limpidamente tràccia il proceiso della prop,·ielà feudale e il suo smem– brar.si col rompersi dei vincoli che legavano la vita medioevale, per il trionfo delle libertà comu– nali e lo sco,·erte che caratterizzano il 1·inascimento individualistico - finchè il tutto viene l'iconferman– dosi nella g,·ando legge di solidarielil. di cui noi appena vediamo i bagliori crepuscolari, onde si coordina e si organizza, come splendidamente ha dimostrato Durkheim ('), la divisione ciel lavoro sociale. ~la, intanto questo processo di ,·icomposi– ziooe sotto la legge di solidarietà è assai lento; la socicla nostra apparo come un selvaggio campo di lotta fra le classi, dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri; il pro– gresso sembraed è povertà - comechè una eco– nomia di soddisfatti neghi tnttociò o si sforzi di dimostrare una immaginaria p1·ogressiva riparti– zione della ricchezza. Fra le due tesi, quella orlo– dossa o quella rivoluzionaria, lo Zini, che sembra peritoso a scegliere, si conforta ritenendo che il godimento della ricchezza, so non la ricchezza, va unh 1 ersalizzandosi ; che il benessere generale è cre– sciuto; che la potenza economica, raccolta in un limitato e decrescente numero di persone, non esclude dalla parlecipazione della ricchezza sotto forma di godimento un numero ognor c,·escente di persone. Ma qui « il gran dilemma•• anzichè vinto, sembra soltanto girato di posizione, essendo cli tutta evi– denza che il godimento della ricchezza è in fun– zione della forma organica di questa ricchezza. . .. e Le leggi della continuazione sociale», che go– vernano l'eredili1, seguono troppo dappresso l'e1•0- luzione della famiglia e della proprietit perché pos• ( 1) E. DUR.KIIHI)(: JU la dlt:18101' "" h·ar:all ,oci'll. Paria, IS93. sano emcacemento reagire sul modo organico di essere della costiluzione economica. Zini con grande acume si districa nell'arrumo delle opinioni circa la genesi e il contenuto storico dell'istituto dell'ere– dità, e conclude questo capitolo delle sue ricerche mottondo in rilievo il semp,·e crescente elemento sociale che si infiltra nella successione: tale ele– mento ò rapp,·esenlato dalle tasse che in diversa misura, secondo i gradi di parentela fra il defunto o l'erede, lo Stato pe,·ceplsce nelle trasmissioni; ma, como la parte percepita dalla società cresce in ra– gione inversa del grado di parentela, si scorge come l"elemento sociale e quello familiare stiano fra cli loro in rapporto di contraddizione. I socialisti mo– derni, dice Zini, dom,ndano perciò l'abolizione dol testamento ej anche della successione legittima, oltre i piu prossimi gradi di parentela, o quanto meno invocano a favore della socielà l'aumento dello tasse percepile dallo Sk~lo. ~h si può ossei·• vare che queste idee sono pii, proprie elci socia– listi che discendono dai teorici della rivoluzione francese, che non dei socialisti posith 1 isli della scuola tedesca, i quali cre·lono che ò impossibile pensare in regime individualista ad abolire l'eredità, perchè a ciò osterebbe veramente la natura e la necessità impellente delle cose. Per essi l'abolizione dell'ere– clità sarà l'effetto naturale che seguirà la trasfor– mazione della proprietà in senso socialista. onde cesseranno « naturalmente » gli stimoli della pre– videnza paterna e dell'affetto parentale che adesso tengono vh·o, io un'epoca come la nostra, do,·o l'uomo vale solo po,· quel cho possiede, l'istituto della eredità. Pertanto le profezie ziniane sulle sorti cli questo istituto non mi paiono gran che difformi eia quelle che fanno i socialisti posilivisti. . .. Descrivendo il momento economico nella sua lotta caratteristica fra il capitalismo e il s1larialo, il nostro Autore (o qui mi pai'0 si slacchi compiuta– mente dai socialisti) lamenta sovratutto la dispari– zione cli quella classe cli mediocri proprietari, in cui Aristotelo scorgeva, per l:.l loro assoluta indi– pendenza, la garanzia della stabilii:\ sociale, che consiste appunto nella fo,•za delle classi medie. Contro gli economisti dell'accademia, i quali sco,·– gono nelle cifre aumentalo dei 1·isparmi, nalla dif• ru ione delle as icurazioni e delle pensioni, una pro,·a della ricostituzione di un, classe media, Zini osser\ 1 a, con grande acume o originalità folico di espressione, che tutto ciò costituisca anzi il sintomo piu significativo della sua disparizione. I l'isparmi, le assicurazioni. le pensioni o tutto le ,·arie ma– niere di rendite che si sono prodigiosamente mol– tiplicato nei paesi civili e in quelli ove è pii, spic– cato il tipo dell'organizzazione capitalisla, rappre– sentano una specie cli compenso alla transitorie!:\ dello stato economico del maggior numero, una forma istintiva di tutela. di cui si circondano le innumere1·01i famiglie dei gran li e dei piccoli sa– lariati, pc,· sopperire ai casi purtroppo frequenti cli crisi, di morte e di malattia, ad ogni incidente insomma che inte1·romperebbe il lavoro e la sua ricompensa. Lii dove si sarebbe voluto vedere una prova dell'aumento progressivo dei piccoli proprie• tari, nou abbiamo se non il contraccolpo di un p,·o• cosso inverso e il sintomo pili certo di una accre– sciuta clipenclenza,di una subordinazione economica che si estende ad un numero di persone sempre maggiore, come ce lo provano Io stati tiche dei fal– limenti e delle espropriazioni. iudice troppo doloroso della crisi agricola che domina per tutta l'Europa. Con tutlo ciò 7.ini nou dispera, poiché egli vede (e vi torna su con grande compiacenza) diflondersi il benessere ed elevarsi in generale lo standa,•d of /ife;

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