Critica Sociale - Anno VII - n. 24 - 16 dicembre 1897

CRITICA SOCIALE 377 mento di scopi, .che ~d una_ s?I~ cla~se interessano, I cade ogni necessità d1 una d1scip\1na d1 caserma. Ad essa allora può, assai più emcacemenle, essere ' sostituita una sana educazione, elle parte dalla co– scienza chiara e precisa di quel minimo comunedi dfrilli, di libei·tà, di islru::ione e di sussistenz-a, che la Nazione assicura a tutti e che è necessario difendere contro le minacci e dello straniero. Educazione che si f!.splicacon un allenamento progressivo dell'organismo alle fatiche e ai disagi del campo e delle marci e; e che si com– pleta nell'abitudine del pensiero al r·conoscimento del principio della divisione delle funzioni, per cui l'obbe– dienza al capo si riduce, da parte del soldato - invece dell'attuale completa sottomissione, cieca, timorosa di castigo ed annullalric3 della personalifa umana - alla cosciente e ragionata dipendenza nelle semplici rela– zioni di servizio, come in qualunque altra amministra– zione, azienda od opificio, in cui le maggiori o minori attitudini, le abilità, le conoscenze tecniche e le capacifa direttive stahiliscono una gerarchia, necessaria llll). re– lativa alle sole operazioni professionali; e per cui la stessa obbedienza al capo non può naturalmente esser mai pretesto di prevalenza e di superiorità. sociale. Dovrei ora sottoporre, non più alla critica socialista, ma a quella militare gli attuali ordinamenti, per dimo– strare che essi sono il famoso colosso della leggenda biblica, dai piedi di argilla. Ma rimando questa parte a quando studierò un progetto concreto di Nazione armata. Per ora mi limiterò ad enunciare le condizioni cui, dal punto di vista militare, debbono soddisfare milizie, che, per essere proposte e sostenute dai socia– listi, debbono, non meno di ogni altro sistema rililitare, preoccuparsi, in ispecial modo, della vittoria. Poichè è da supporsi che le nazioni circonvicine conservino ancora gli eserciti stanziali, è evidente la necessità di continuare a prov\•edere sia alla fortifica– zione delle frontiere o dei litorali, sia alla loro per– manente sorveglianza, nella ipotesi di un colpo di mano da parte degli Stati confinanti. Ugualmente sarà necessario preoccuparsi, per la me– desima ragione, di un sistema di rapida mobilitazione, che assicuri, così la pronta radunata, come il ti-asporto sulle ferrovie e per le vie provinciali Jell'esercito ai confini, anche perchè non deve confondersi la guerra di conquista con la guerra offensiva, consigliabile sempre, tanto nel campo :;;trategico quanto in quello tattico,per la maggioro probabilità di successo. Circa. alla. preparazione militare, poi, bisognerà tener conto che, se per le fanterie bastano la pratica delle armi e l'allenamento alle marcio, ai disagi del campo e al vitto poco regolare, è mestieri non dimenticare che per le armi speciali (artiglieria, cavalleria e genio) occorrono speciali attitudini ed istruzione. E di questa differenza di attitudini e d'istruzione bisognerà. sopratutto tener conto per la scelta degli uatciali, pei quali occorrerà risolvere questo arduo problema, che essi siano dei veri e propri professio– nali, senza per altro avere tutti i difetti e gl'inconve– nienti, che agli attuali professionali s'imputano. Finalmente non si dovrà dimenticare che nessuna guerra è possibile senza un perfetto servizio d'inten– denza, che va. dalle quotidiane cure delle sussistenze a quelle di sanitii e di ambulanza e comprende tutti i rami della logistica. B101mecc1 J ,u n1arco . . . Riassumendo: il problema militare per il partito so– cialista può esser posto in questi termini. Escogitare una organizzazione militare che: 1. 0 soddisfi tutto le esigenze della guerra, senza cui la ,,ittoria contro gli attuali escrc:ti permanenti non è possibile; 2. 0 escluda. qualunque impiego di milizie per intenti di polizia e per guerre di conquista; 3. 0 non costi più di quanto la potenzialità. econo– mica del paese permetta. e, in ogni caso, non gra.vi sulle classi lavoratrici i 4. 0 abolisca il ser,·izio permanente, la caserma, o il codice penalo militare in tempo di paco; 5. 0 elimini le attuali conseguenze antisociali del professionismo e della disciplina militare. \VALTER ?,.•locc111. IL BENE ED IL MALE DI FltON'l'EAL MA'l'ERIALISMO S'l'Oll.ICO Per la fine di dicembre o forse pei primi di gennaio la libreria E. Loescher e C. di Roma (Bretschneider e Regcnberg) pubblicherà. un nuovo volume della serie dei Saggi sulla concezione materialislica della storia del prof. ANTONIO LABIUOLA. Questo volume s'intitola: Di.sco1-re11(lo <li $oci.a,li.1Jm.o e di. filosofia,: lettere a G. Sonl. Consterà. di cil'ca 200 pagine del solito formato. Comprende dieci lunghe lettere, olTettivamente scritte da.I prof. Labrio!a, fra l'aprile e il settembre scorsi, al noto e valoroso marxista francese, assiduo scrittore del Dèoenir social, a. propo· sito della prefazione onde questi f,·egiò la versione francese dei due primi Saggi, pubblicata a. Parigi da Giard et Briòre. Scritte à ba1onrompu e in forma al– quanto bizzarra, come comporta il genere, le lettere toccano i più vari argomenti, ma hanno il loro filo condu,tore nelle questioni vive che si agitano intorno al marxismo, e tutte convergono a precisare la posi• zione del materialismo storico nel complesso delle scienze. Fra esse, la nona lettera, lunghissima, la qua.le con~erne la spiegazione del cristianesimo, è forse la più importante, mentre la decima - l'ultima - che tratta dello presenti condizioni d'Italia, ha fra tutte più viva l'attrattiva dell'attualità. - In appendice si ripubblica, tra9otto, un capitolo dcli' Antidiilwing, poco noto in Italia, sulla « Negazione della Negazione», ossia sul modo in cui Marx ed tngels intendevano la dialettica. Dobbiamo alla cortesia dell'autore, che ci consentì un'occhiata indiscreta sulle bozzo aqcor umide, di po– terne offrire ai lettori una pregustazione mer·cè il brano seguente - stralciato dillla ottava lettera, scr-itta di Roma il 20 giugno 1897 - e nel quale, con la consueta. densità e nitidezza., è tratteggiato Ciò che diventano, di fronte al materiali,mo storico, l'ottimismo cd il pessi– mismo filosofici. ..... Metto - com'ò naturale - fra i prodotti delle affettività nostre, dei quali dissi che adombrano l'intel– letto tendente alla. scienza, anche quei complessi di inclinazioni, di tendenze, cli valut:izioni e di pregiudizi, che di solito designiamo con le denominazioni antite– tiche di ottimismo e di pessimismo. In tali modi di apprezzamento, che oscillano dal pas– sionale al poetico, e rivelan sempre la nota incerta di ciò che non può ridursi in formula precisa, non è chi sappia scorgere, nè l'indirizzo, nò la promessa di una razionale interpretazione delle cose. Sono, nel tutt'in– sieme, la estrinsecazione riassuntiva di infiniti partico· lari sentimenti, i quali possono aver sede, come la cosa. è più patente nel caso del pessimismo, così nello spe– cifico temperamento di un singolo individuo (per es., Leopardi), come in una situazione comune ad un'intera.

RkJQdWJsaXNoZXIy