Critica Sociale - Anno VII - n. 24 - 16 dicembre 1897
81 CRITICA SOCIALE 375 dustl'iale, che riguardano cioè la produzione annua del paese. li mantenimento dell'esercito infatti rappresenta con– temporaneamente un'imposta in denaro ed una presta• ziono di servizio persona.le, che allontana per lunghi anni la gioventù più forte o più operosa dalle officine o dai campi, tliminuendo la produ,done totale. Nè d'indole diversa sono i danni prodotli dalla. enor– mità. delle spese militari. Quando in una nazione vi ò sproporzione tra la. potenzialità. economica del paese o l'ammontare dei balzelli, come avviene in Italia dove, sopra. sette miliardi di reddito, I miliardo e 75 milioni vengono inghiottiti dallo Stato, a benefizio dei suoi cre– ditori e <lei mostro militare; - industria, agricoltura e commercio non possono che deperire spaventosamente, non a solo danno della classe detentrice del reddito, ma sovra.tutto della classe lavoratrice, per cui lo crisi economiche si traducono in disoccupazione, emigrazione, miseria spaventosa, accattonaggio, delitto. Vi è però un fatto ancora più odioso, in materia di spese militari, che rivolta il nostro senso morale e con– ferma quali siano le abitudini della. borghesia, quando vuol accordarsi il lusso di un servizio a proprio esclu• sivo benefizio: nella medesima guisa con cui preleva sul proletariato l'imposta det sangtte, essa. fa. pagare le spese dell'esercito dal proletariato stesso, il quale riba– disce cosi, anche col proprio clu.naro, la catena del suo servaggio. Lo spese militari infatti per la maggior parte gra– vano sui consumi. Basta rammentare a. questo propo– sito il penultimo articolo di Arturo Labriola, nella Cri– tica sociale, in cui era chiarissimamente provato che alraumcnto di spese militari, causato dal mantenimento della triplice alleanza nell'ultimo decennio, ed ammon– tante a circa due miliardi, si era fatto fronte con al• trettanto maggior aggravio delle imposte sui consumi, con infinita felicità. dei lavoratori e con evidente danno <lolla produzione. Del resto, anche dal punto di vista 1>uramente mili– tare, io non capisco quale utilità. possano i sostenitori degli eserciti stanzia.li ritrarre dai loro ordinamenti preferiti, quando per organizzarli sono costretti a dis– sanguare il paese. Kcssuna guerra. è possibile con la nazione gfa esausta. Napoleone Colaianni, il quale ha raccolto su questo argomento non solo le opinioni di borghesi competenti, quali il Del Vecchio e il Pantano, ma anche quello di militari, riferisce le parole di Marselli, dell'anonimo autore <lolla Guerra e to Stalo sociale (che è forse il maggioro Barone dello stato maggiore), di Von der Golz ed infine del colonnello Ma.razzi, che scrive: « Un grosso esercito, che per vivere obbliga. il pro– prio paese a contrarre normalmente dei debiti, è quasi paragonabile ad una truppa di occupazione, e, se scop– piasse una. guerra, sarebbe già vinto a. mezzo. > G1i eserciti stanziali dunque sono, nei loro effetti economici, la. rovina. del paese, una causa di maggior miseria pel proletariato, sopra cui le spese militari gravano, e portallo in loro stessi i germi della sconfitta per le condizioni deplorevoli nelle qua.li mettono la nazione, che dovrebbe mantenerli in tempo di guerra. Tutto ciò però non deve ingenerare equivoci. Le attuali spese militari in tanto sono biasimevoli in quanto: 1. 0 deprimono la produzione nazionale, con la loro eccessività; 2. 0 colpiscono la parte più misera della popolazione; '-' IV LJ 3. 0 sono contrarie ad ogni genere(') d'interesse del proletariato. Ciò non vuol dire però che la. Nazione armata non costerà. un soldo o costerà molto poco. Un'organizzazione di milizie per la difesa nazionale, qua.lo io la concepisco o che sia tale da assicurare la vittoria in caso d'invasione, deve cominciare ad occu– parsi del cittadino, sin dalla prima adolescenza, edu– candolo alle armi e alle marcie, nelle scuole, nelle pa• lestre, o noi tiri a. segno, divenuti comunali ed obl>li– gato1•ii; o tutto ciò costa, tanto più che si complica con la questione della refezione gt•atuita. In compenso però, in quesla trasformazione di cose, per cui la Nazione diventa. la. Scuola. dell'Esercito con assai maggior verità di quello che l'Esercito non sia oggi... la Scuola della Nazione, le speso militari cessano dall'essere contrario agl'interessi del proletariato e di– ventano anzi, non solo baluardo contro lo straniero dei diritti già. acquisiti, ma mezzo di sviluppo intellettuale o fisico per la definitiva conquista o per resercizio del potere politico, a seconda che si tratti di una Nazione in via di diventar socialista, o che lo è già. diventata completamente. Dal punto di vista. economico, il parlito socialista, in uno stato capitalistico, dovo dunque sostenere: 1. 0 che le spese militari siano ridotte al minimo ne– cessario e non oltrepassino mai la. potenzialità. econo– mica del paese; 2. 0 che gravino solamente sul reddito e non sui consumi: 3. 0 che siano impiegate in maniera da riuscire utili allo classi lavoratrici, non solo nel fine ultimo della difesa, ma anche nei fini intermedii della prepara– zione; 4. 0 che siano completamente aboliti il servizio per· manento e il sistema di caserma, causo di depressione della p1•oduzione agricola e industriale. Passiamo ora al lato socio.lo della questione: alle conseguenze, cioè, del militarismo, in ordine allo svi– luppo di sentimenti antisociali e alla determinazione di inconvenienti, generalmente veri reati, che la nuova. organizzazione militare deve assolutamente impedire. Già. llamon, analizzando lo spirito del militare pro– fessionale, ha largamente esaminato gli effetti criminali degli attua.li- ordinamenti in quella importantissima parte dell'esercito, che sono gli umciali. L'esercito stanziale, che ha nel reclutamento della. truppa eliminato ormai quasi totalmente(') il concetto (I) Non tengo alcun conto, consldernndo gl" interessi generali del proletario, dei peculiari lntereui di quelle poche classi ope– ule che, negli arsenali e nelle fabbriche militari, trovano lavoro e pane; come non terrei alcun calcolo, sostenendo, per esempio, l"abolizlone del domicilio coallo, in nome degl'interessi dei la– voratori, di quei pochi interessi locllll delle isole che hanno l"ln– ,,ldlablle privilegio di essere sede dei coAltl. t') ~è fanno ec,;ezione la S,h:zera. e l'Inghilterra, In Euro1ia, e per quanto la mia affermazione sin destinata a stonare 111tl cori llrndatlvl della nos!ra democra:tln, che si diletta da molti anni ad Indicare Inghilterra e Svizzera come antesignane rii ch·iltà ln fallo di ordinamenti militari, perchè hnnno pircolo es,!wvfro.rtan– :iale e grandi rntli:te ctuadine, lo non esilo a ritenere queste due nazioni ritardatarie nell'evolut.ione delle organizzazioni militari, altreuanto fatale quanto Il dl,enlre delle forme economiche. I piccoli eserciti stanziali, an:tlchè eHere il sintomo di una cl– Tiltà superiore, sono l'ultima manife1tuione delle milizie merce• narle, che debbond por capo inevitabilmente .tlla coscrizione ob– bligatoria ed al servizio generale, cosa del re1to a cui già si tende In Inghilterra e In Svizzera, ad onta che, sopratutto nella
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