Critica Sociale - Anno VII - n. 23 - 1 dicembre 1897
CRITICA SOCIALE 359 Egli dimostra come i lavoratori non agricoli, se l'or– mnno - secondo la teoria fisiocratica. - una classe sterile, non possono dirsi parassit·1, mentre il contrario è della classe dei proprietari; e dalle premesse mede– sime del Quesnn.y, che rese il prodotto netto dipen– dente dal prezzo, determinato dalle condizioni del mer– cato, trae la conseguenza. che, per cause identiche, si potrebbe avere un prodotto netto anche fuori dell"in– dustria naturale. Il considerare esclusivamente le indu– strie .\gricole come produttive (cioè, secondo i fisiocra– tici, capaci di dare un prodotto netto) « trova la sua ragione prima di essere nella concezione che le indu– strie non agricole siano come un ramo delle prime ... A questo modo tutle lo spese del gruppo lavoratore non agricolo ... pigliano rorma di un cosi.o nelle industrio agricole» (pag. 130) La teoria del prodotto netto è CO· stituita, in Quesnay e nei suoi Jiscepoli, da. tre propo– sizioni differenti: a) la terra. produce i valori; b) la terra produce il prodotto netto; e) la terra produce tutta la materia di cui vive l'umanità. Delle tre pro– posizioni non è accettabile che la. terza., e la conrusiono di questa con le altre due, e il considerare il valore come una qualità. naturale delle cose, e non come un rapporto sociale, son le cause degli errori in cui cad• clero i fisiocratici in riguardo alla teoria del valore. Arturo Labriola mostra, inoltre, l'influenza. dei fisio– cratici sugli economisti postariori, non esclusi quelli che si son creduti i seppellitori della fisiocrazia, e l'insuffi– cienza della critica di alcuni dei quali è dimostrata dal nostro autore nel capitolo sulla Leggenda del p1·odotto netto. In vari luoghi del suo libro Arturo Labriola insisto sui punti di contatto rra Quesnay e Ma1·x, special mento sul modo di considerare il processo di circolazione della ricchezza. Mentre gli economisti, quasi senza eccezione, « intendono per circolazione del capitale gli atti mercè i quali il valore delle merci si realizza, cioè il reno– meno determinato della compra-vendita, in quanto rea• lizza.lo per il tramite cd il mezzo della moneta» (pag 100), ovvero i fenomeni che il Mili definisce di distribuzione: secondo la. concezione del Quesnay, che è stata il ca– novaccio sul quale il Marx ha intf•ssuto la sua. analisi della circolazione, il fati.o della compra-vendita non ò che un episodio del fenomeno della circolazione.« Que– sta. comprende ad una volta, il fenomeno della compra– vendita, della proJuzione, della distribuzione e del con• sumo della riC'chczza..Così tutte le gmndi sezioni, entro cui noi partiamo i fenomeni del capitale, sono intese come un solo grande ratto, che <liviene e si trasforma poco per volta. e invade tutta la superficie della società, in modo da consolidare fortemente il concetto della in– terdipendenza dei renomeni sociali. > (pag. 102). Un altro merito del Quesnay è di considerare come scopo di questo processo clicil'colazione non il consumo, ma la produzione di un valore maggio1'e di quello an– ticipato, il prodotto netto. 1nratti, se è una. verità. banale che se si produco è in ultima istanza per consumare, quest'affermazione in senso teorico ci fa perder di vista. la differenza fra. i vad sistemi di produzione. Invoco la considerazione di un sopra-val oro, t \ppropria.to da.Icapitalista, come scopo della produzione, ci da il tratto distintivo della società. capitalistica., con la. sua. divisione in classi. Ma Arturo Labriola, convinto che solo allora possiamo dire di aver compresa una. dotlrina o <li aver su• perato un errore, quando non solo ce ne siamo resi ragione logicamente, ma. li abbiamo seguiti nolla. B1 10 e,~ 1.. ino ts1a loro genesi e nel tOro sviluppo, e che è il modo di vivere che determina. il modo di pensare, cerca nella condizione di fatto della. Francia, Jel loro tempo il significato della dottl'ina. dei fisiocratici. Ed è cosi che egli viene a determinare il posto che spetta alla. scuola del Quesnny nel movimento intellettuale che precedette la. Rivoluzione, e che il suo libro, superando i limiti di un lavoro puramente economico, acquista. un interesse per tutti i cultori delle scienze sociali. E, spe– cialmente noi secondo capitolo del suo libro, capitolo veramente ammirevole, il Labriola ci mostra. ancora una volta quale strumento delicato possa riuscire l'in· terprelazione materialistica della storia, e quali im· mensi servigi essa possa rendere anche nello studio di una. teoria scientiOca. L'abbandono delle campagne da parte dei flttaiuoli e dei salariati rendeva. disponibile nelle città tanto il ca– pitale quanto la forza di lavoro, mentre la corpora• zione ancora esistente impediva che !"uno e !"altra tro– vassero impiego, dimostrando cosi il bisogno della li– bertà. industriale. All'antico sistema di produzione, in cui il maestro non aveva che un numero piccolissimo di lavoranti (quasi sempre uno solo), che sarebbe <livenulo a sua volta maestro, si sostituiva sempre più il sistema llel salariato, rendendo evidente il fenomeno del profitto. Al signore ed al coltivatore della. terra, legati da "in– coli feudali, si sostituiscono 11p1 oprietario ed il salariato, e sorge l',dllttaiuolo capitalista, dando modo così di di– stinguere dal profitto la 1·endita: questa, che pl'ima sì paga.va in lavoro o in natura, viono ora. pagak~ in de• naro, e se ne oscura il carattere di lavoro non paga.tu. Così lo sviluppo delle forze di produzione rendeva pos– sibile lo sviluppo della teoria. La. fisiocrazia è il rillesso intellettuale di questa. ri– voluzione economica, di cui ebbe la visione netta, pur non giungendo a.Ila concezione della nece~sità che una rivoluzioue politica la seguisse. N;,~tui>almcnteessa non poteva sottrai'si all'influenza del mondo feudale, in ta.nta. p;:~rteancora vivo, e si riattacca a quello con J;~ teoria del l" esci usi va 11 rodutti vi tà.dell'i ndustria. agricola ( 1 ). In tutto il resto la teoria fisiocratica ò una teoria bor– ghese. Gli abusi feudali era.no in Francio. molto più attenuati che in altri p<.~esi, oppure in !•'rancia la lotta contro di essi era più viva elio altrove, JJCr la fo1·ma.zione gii~ avvenuta di una classe capitalisticn. 1,: la lotta preso l'aspetto di una lotta per la libel'tà e l'eguaglianza: i teorici del diritto naturale sosteneva.no i diritti dell'uomo non in quanto rosse parte d ell'una o dell"altra classe, ma perchè uomo. E la scuola ciel Quesnay si riattacco. al diritto naturale e combatte le disuguaglianze tra gli uomini. E evidente a quali conclusioni estremo possa prestarsi questa teoria, e a tali conclusioni fu spinta dagl'interpreti del proletariato Rorgente, dal Morolly, ad esempio, che attacca la disuguaglianza economica. Ma. i fisiocratici, che combattono le disuguaglianze che sono effetto della legge, rispettano <1uelle formate dal naturale conca 1 enamento dei fatti, e la loro resta uno. dottrina borghese. Le teorie dcll'osclusi va produttività. della terra. e della liberi..\ industrialo si trovano in altri scrittori; lo.glorio. dei fisiocl'atici è di aver sentito il momento storico. Essi { 1 ) Anche quest.t, nelle sue conseguenze ftnnnziarie - l'imposta 1111lcn sul prodotto nello della terra - si rivolge poi contro In. classe proprietaria (vedi pag. 185e 196).
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