Critica Sociale - Anno VII - n. 23 - 1 dicembre 1897
CRITICA SOCIALE 357 . .. L'influenza_ anticos_tituzionale di _questo potere dello Stato riesce v1s1b1ledalle pagine del Chiala. I ~1goth della monarchia han fatto un gran chiasso ~et ~si di 'runisi. per dichiarare l'accessione del- 1Jtaha _aWalleanza degli Imperi centrali una ne– cessità 1sp1rata dal bisognoeh premunirsi contro la Francia. Tunisi! Come se non fosse noto anche ai P.aperi d'Italia che lo volle Bismark e l'attuò Ferry. 11 !Dlll~stro.francese prussianeggiante ! « Tunisi, scrn•e ti Chtala, è oramai risaputo, è opera princi– pa_lmente_di_ B_ismark• ('). Non riuscì dubbia ai m1n1str11taha1nd1 quel tempo la triste influenza esercitata in quell'affare dal lugubre cancelliere pru.ssiaao ed essi. non pensarono a farne un gran ~r1co alla Francia, che accettava di fare un passo rifiutato dall'ltal~a. Dalle _pa!l'inedel Chiala appare evidente che seri per1coh dt guerra non minaccia- 1-000in quel tempo l'Italia eia parte della Francia, la quale, allora, fece H possibile per far dimenticare all'Italia il tratto di_slealtà comme.sso. Nè in quel J?a8S~ potevasi ra~v1sa1•eun seguo di ostilità verso 1itah~. La Francia, nello smisurato orgoglio della p~pr1a potenza, che costituisce la parte veramente odiosa del suo carattere, non pausava all'Italia, ma all'Inghilterra; all'Italia pensava invece l'Austria ed era quello il vero pericolo. 11 senatore Chiala rifer·isce le parole di un di– plomatico italiano, il senatore Caracciolo di Bella il quale apertamente dichiara che la Germania no~ era aliena dall'aderire al desiderio dell'Austria di repri_m~recon le armi i moti italiani io pro delle prov_rnc1e it--redente. L'antipatia istintiva e la re– puls1on~ naturale, che tanto il Depretis, quanto il Manc1msentivano per l'alleanza con l'Austria trae la sua origine dalla coscienza che essi avevan0 che se l'Austri_a non invase allora l'Italia, fu per pau,.,; ilella R~ss1a,contro la quale l'Austl'ia era complicata rn ~rav1 ~uestto~1. Era al!ora 10teresse precipuo dell Austria non 1mpegnars1 a cuor leggiero contro l'_ltaha1 e, ove rosse possibile, con piccole conces– s10ni, ottenerne l'amicizia, pe,· avere le mani libere contro la Russia, . Fu pe1:tanto 11iuocato al paese nostro ~n 1_gn~b1hss1m!l ricatto diplomatico, accen• tuando 1_1 S1gotficato d1 alcune parole pronunziate dalla tribuna francese, e fornendo informazioni false sulle intenzioni del Governo di Francia. E poiché nemmeno con queste arti si giungeva a vrncere la naturale diffidenza del Mancini e del Depretis, si ricorse all'ultimo mezzo, alla minaccia per la _questione del papa. dichiara che il Governo italiano ritiene la questione del pot~re temporale come cessata, benché sempre d1_pohttca tnler-na. Era questo il tempò in cui B1smark insultava l'Italia dalla tribuna del Reich• s/ag e per colmo di dileggio chiamava la monar– clua 1taha11auna monarchia repubblicana. lo non posso riassumere dal libro del Chiala i mol_tifatti e docume_nti che costituiscono questo periodo d1 storta, e rileverò solo come esso provi nel modo_~iii chiaro l'avversione del Depretis e d~I Mancm1. al patto con gli Imperi centrali. 11 v1agg10a Vienna del _re, questa praefatlo degli accordi, fu ostacolato srno all'ultimo momento dal Mancini, dal Depretis e dal Robilant, cioè dal mi– mst1-o degh esteri, dal presidente del Consiglio e dall'ambasciatore italian_o a Vienna. « È per me evidente - scrive 11Chiala - che.... il segretario generale degli Affari Esteri, barone Blanc dovette ese1•citare un'alta influenza presso 1 l'onore– vole Mancini per renderlo decisivamente favol'e– vole al via'1gio real_e » _(~ag._108). Il re volle, lui, andare a Vienna e 1 mm1str1 dovettero piegare il capo. La. triplice alleanza si annunziava con una v_iolazionedelle sane norme costituzionali! (') Ma ciò che meraviglia nella narrazione del Cbiala ò meno quello che è espressamente detto, che quello eh? è taciuto. Depr~t1s smo all'ultimo si oppone ali alleanza; Mancmt la subisce; Rob1lant protesta 1•umo1·osamente;la Camera manifesta le sue sim– patie per_la Francia; il paese ha bisogno di vivere 11_1 armo_macon la vicina repubblica, e l'alleanza s1 fa! D1 fronte a questi fatti stranissimi cede ogni du_bbioe il carattere dinastico dell'alleai;,,. appare evidente. Ma più evidente ancora esso appare dal rilievo delle circostanze in cui essa fu rinnovata nel 1887 al– lor~hè ministr'? d_egliesteri era il Robilant, av~01·• sar10P,erconvrnc1mento e ptiresperienza della 'rri– plice. I> proprio di questo secondo periodo la lettera al De Launay, pubblicata dal Chiala e poi riferita da tutti i giornali, in cui Robilant diceva: Det:I• dimeni l'Italte est fattguee de cette alltancc tn– /~conde et je ne me sens par l'envie de ta f'o,-cer à la rencuveter, ca,· je sens trop pi·ofonatnumt ai:·eue ~era loujours tmp,·oaucttve pour nous. L atteggiamento del Rob1lant, consono e coe1·ente alle idee esposte in questa lettera, era diretto a re– scindere l'Italia dall'alleanza. Ora come avvenne che_es~a fu 1•!nnovata_1 Acca~dero ~i 9uei giorni i fatti d1 Dogah e Saah, per I quah 11 Governo si trovò a mal partito. Dimessosi il Ministero Robilant é i~caricato di ricostituirlo. Egli rifiuta. A'lle nuove 111s1stenze del re, e!!h nuov~mente 1•ifiuta. g perché 1 For~e per la questione africana, che egli reputava d1 nessun conto I_N~, pe.'' un fatto ~sai più grave: - pe;chè d1 quei g1orm, abusandosi dell'agitazione pubbhca,. distratta dalle cose della 'l'riplice, la Tri– phce vemva affrettatamente rinnovata! Il ministro onesto rifiutava il potere, ma, devoto al re, taceva. . . . Ora 10 credo che _mol_temenzogne siano siate spacc1:1,t~ d) questi g1orm a proposito delle origini della. l r1phce, ma nessuna eguaglia questa, che la quest1~oe romana fosse una « questione » per la F'ranc1a .. La Francia anticlericale e volterriana, Ferry disse, non può pensare a rimettere sul trono te_mporale l'erede di S. Pieh-o. Ma vi pensava bene B1smark. li Chtala pone assai bene in luce il ri– catto tentato dal Bismark. Dal 1878 al 1881 la stampa ufficiosa tedesca rimette sul tappe~ la questione de_l potere temporale. Il dottor Busch, s~ttosegretar,o d1Stato per gli esteri, in Germania, y1ene a Roma per suggerire al papa di abbandonare ti Vaticano e d_i rifugiarsi a Fulda ! È il periodo Q?esto 11;1 _cmB1s~ark fa le maggiori concessioni n1 ~ttol1c1 _ tede~ch1_eottiene l'appoggio del papa pe1 le ~lez1om 1mm111enl1. Il papa, forte di questo appoggio, tuona più che mai contro l'unità italiana. li Mancini non piglia abbagli sull'origine di una tale campagna e scrive una comunicazione al De Lauoa.v, nostro ambasciatore a Berlino, in cui . M~ quale scopo si p1-oponela Triplice I - Il Chiala r1fer1scecl~e Depretis le era contrario, oltre che per h ragione generale che essa metteva inopina– tamente l'Italia contro la Francia, perchè « l'al• lean.za, volere o non volere, avr·ebbe esercitato un t,i/lus so sull'indirizzo della JJOltticainterna dan– dole un carattere soverchiamente conservat'ore » (pag. 319). IntOl'DOa questo punto Bismark non t 1) L. CJIIALA, Tunt1l. - Torino,!.• edlz., pal{. '8. ( 1 ) E di tulta evidt1nu.- data la nnziont1costituzionale e.... data la •igf!nte legge sulla stampa - che la t:iolazton~ fu o~ra esclu• &Ivadel ministri che piegarono il capo. («''ota tklla CRITICA SocrALs).
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