Critica Sociale - Anno VII - n. 23 - 1 dicembre 1897
E u CRITICA SOCIALE 355 - strane. Un corrispondente da Sha.nghai, per esempio, telegrafa che da un pezzo la Germania lavorava sotto– mano nel campo diplomatico per ottenere dalla Cina la c~sione di un porto sul Pacifico, e che tutto lascia credere che della presente occasione il Governo di Ber– lino non mancherà di trarre profitto per soddisfare la sua vecchia ambizione. Viceversa da Pietroburgo tele– grafano che, nella Convenzione stipulata fra la Russia e la Cina nel 1895, 11uesta impegnassi di affittare la baia di Kiao-Chau, importantissima tanto dal punto di vista militare, quanto dal punto di vista commerciale. Nello stesso tempo il Ministero della marina inglese, per pre– pararsi ad ogni evenienza, ordinava alla squadra na– vu\a del Pacifico di ftlr rott.a verso la costa cinese e di prendere posizione presso Kiao-Chau. . .. Le ambizioni delle giovani società. industriali europee, dall'appetito vorace, rotano da un pezzo come avvoltoi predatori attorno alla Cina, a questo semi-cadavere della vecchia tipica società orientale, moribonda da se– coli e ridotta. ormai alla vita vegetativa più semplice e primitiva.. Dopo l'occupazione dei territori deserti dell'Africa centralo e meridionale e dell'Australia; dopo la soggezione dei tre grandi gruppi di popoli extra– europei, il gruppo arabo-neli!ro de!!'Africa nord, il gruppo indiano nella colossale penisola asiatica, ed il gruppo misto delle isole dei mari del Sud; la Cina è l'ultimo grande brano di territorio fertile, l'ultimo gruppo di popoli semi-inciviliti che rimane da occupare e sfrut– tare alle a.vide società industriali e commerciali bianche. ri.'h:1., come era. da aspettarsi, intorno all'~ltima preda si è raccolto lo stormo più denso di predatori, e fino ad ora il sospetto e la rivalità reciproca. hanno servito di salvaguardia alla vittima. Protezione un po' perico– losa questa e che non fa che precedere e forse prepa– rare una spoliazione più completa ed uno sfruttamento più feroce. Nel momento attuale la protettrice più eflìcace e ferma del gran cadavere della sociefa cinese è l'Inghil– terra. La spiegazione di questo atteggiamento del\' In– ghilterra (della quale si dice rifiutasse, non molto tempo addietro 1 una. proposta di spartizione presentata dalla Francia e dalla Russia) è mollo semplice. L'Inghilterra, che ha sulla costa cinese due grandi porti commercia.li , e quattrocentocinquanta grandi case di commercio contro centotrenta degli altri paesi riuniti, trova questa con– dizione di cose assai soddisfacente pei suoi interessi, e non desidera di mutarla; ben conscia che qualunque mutamento avrebbe per conseguenza ultima la crea– zione di quelle odiose tariffe protettive che sono il più letale nemico del suo dominio industriale e commer– ciale. Ma pure, tempo fa, essa era. di diverso consiglio, e l'inghilte1Ta fu appunto la prima a battere in breccia colle cannonate la muraglia del ve~chissimo e venera– bile conservatorismo cinese. La famosa guerra anglo– cinese del 1860 fu intrapresa con semplici scopi com– merciali: l'Inghilterra, che pure tollera, rispetta anzi, i! protezionismo estremo, proibitivo, delle sue stesse colonie, venne a guerra colla Cina per obbligare questa a ribassare le tariffe doganali; rlnglliltel'ra, che crede suo dovere in faccia a Dio o alla civiltà tassare al• tamente nei suoi territorii lo bevande alcooliche per salvare la razza dalla degenerazione, guerreggiò colla Cina per obbligare questa ad abolire lo tariffe doganali, anzi le stesse tasse interne, sul più esiziale di tutti i veleni usati dall'uomo per divertirsi ed abbrutirsi, sull'oppio, prodotto dai piantatori inglesi a Ceylan. Tale è la logica e la coscienza della razza che sta alla testa de!l'umanità, e che trae da dio e dalla scienza le sue ispirazioni. L'altro ancora più pericoloso protettore della Cina, e suo confinante territoriale, è la Russia. Gli scopi e le tendenze della Russia, come pure i suoi interessi, non sono così precisamente definiti come quelli dell'Inghil– terra. Nella politica russa c'è qualche cosa di mistico e di confuso, di grandioso e di nebuloso, che sfugge fino ad ora alle strettoie di qualunque formula. La. Russia ambisce certamente la egemonia dell'Asia; vuole far rifulgere sul colossale continente la corona di una dominazione assoluta, che nel principio sarà so– pratutto di carattere morale, nel senso di imporre il riconoscimento della sua supremazia su tutti i popoli, su tutte le società che vi sono raccolte, dai gruppi tar– tari semi-selvaggi a quella vasta organizzazione che è l'Impero Celeste, che mostra infatti di riconoscere con continue graziose concessioni la potenza dello Czar. ·Ma ùa questa nebulosa mistica di aspirazioni, di tendenze, <li propositi, che precede sempre il momento della con– quista, co1:Uincianogià ad evolvere i nuclei materiali. La colossale ferrovia transsibe!'iana che, correndo lungo la frontiera cinese, e in alcuni punti penet!'andola, traverserà l'Asia dall'ovest all'est e ricongiungerà.diret– tamente i\•losca e Pietroburgo col Giappone, è una prima linea definita. di questi interessi ma.teriali, porchè questa ferrovia spostel'à una gran parte del commercio cinese sottraendolo alla flotta mel'cantile dell'Inghilterra; ra– gione per cui un autorevole giornale finanziario della City dichiarò tempo addietro che la. ferrovia. transsibe· riana era« una minaccia alla civillU. ». La civiltà è il profitto degli armatori ciel Tamigi. Gli interessi della Germania in Cina sono, in propor- 1doni minori, dello' stesso tipo di quelli dell'Inghilterra. Se questa ha nelle sue mani tre quarti del commercio cinese; la Gel'mania, venuta molto dopo, ha potuto in pochi anni assicurarsi una metà del quarto rimanente, e continua ad estendere sempre più la sua sfera. Essa quindi si sente a disagio senza un porto proprio, che le assicuri uno sbocco commerciale permanente, e che serva di punto d'appoggio alla squadra militare che segue e protegge la flotta mercantile. Come ho già accennalo, la Cina pre;enta però un problema ben più grave e complesso di quello delle sue relazioni commerciali colle società europee. Il contatto della civiltà. europea non ha prodotto in Cina. gli stessi effetti che nel Giappone. Nulla nel vecchio Impero Celeste di quell'improvviso risveglio, di quella rapida. assimilazione, che ha fatto del Giappone moderno uno dei miracoli della storia. Le cifre circolanti sulle Riviste, e da voi stessi riportate tempo addietro, sullo sviluppo delle industrie tessili cinesi si riferiscono a ciò che avviene nei territori cinesi posti sotto la giurisdi– zione inglese, a.J Hong-Kong ed a Shanghai, non nella Cina propriamente detta. Il fenomeno dell'attività. industriale dei cinesi sotto la giurisdizione britannica indica chiaramente a quale causa l'inattività., l'infecondità nel lel'ritorio anche po• liticarnenle cinese si deve attribuire. Non è una que stione di incapacità di razza, ma di incapacità sociale: è il meccanismo governativo, la struttura amministra– tiva e sociale, che impedisce al cinese di sviluppare in patria attitudini e attività che esso riesco a sviluppare benissimo in un ambiente diverso. Un viaggiatore in– glese ba definito caratteristicamente il tipo del Governo,
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