Critica Sociale - Anno VII - n. 23 - 1 dicembre 1897

CRITICA SOCIALE 363 a priori, volendosi con ciò significare che ogni pro• getto iutPSO a risolverlo riesce utopistico. Secondo questo crite1·io, ogni macchina, ogni opera costrut– tiva do,•1·ebbe riuscire utopistica perchè progettata a 1wlori. Il problema della terra non è nazionale e mollo meno i11terna1.ionale. F.sgo è unico nel fine ultimo di l'endere ht Ieri-a colletliva, ma vario nelle for– mole risoluti\·e da regione a rPgione, col varia1•e delle conrtizioni fisiche del suolo e del clima. Da qui la difficoltà, pel parlito socialista di tutti i paesi, di risoh 1 ere il problema della terra, allo stesso mo<lo che ha risoluto quello delle industrie. Le industrie sono cosmopolite: la stessa macchina e lo stesso utensile si posso110 riprodurre ovunque; lo stesso prodotto i11dust1'ialepuò ottenersi in ogni parte della terra. Non così per l'ag1•icoltura. Il problema <lolla terra in Italia, con i due tei, mini addizionali del latifondo e della piccola possi• denza, è prop1•iamente un problema meridionale, e più specialmente siciliano. La borghesia è intered• sata a non risolverlo o a prflsentai·e progetti-men– zogna come quelli di Cl'ispi e di Starrabba I siciliani non lo studiano o nel continente non lo intendono. Solo il pa1·tito sochtlista può risolvere il secolare problema. inalveando la rivoluzione proletaria tra le poderose dighe dell'organizzazione economica e politica dei lavo1·ato1•i, mettendo sopra il binario della sua azione politica il problema del latifondo e dando precisione di mèta alle continue agitazioni delle nostre plebi agricole. Mar•ala, nO(e,nbre 1897. s. CAMMARERI ScmtTJ. Per la colonizzazione della Sardegna <•> Cari1simo Palmieri, Chiedendo il parero mto sul tuo progetto - e chie– dendomelo franco ed esplicito - non hai certo volut.o una scmplico revisiono di cirro, o u11controllo ai cal~oli da te osposd. Cosl gravo ò la queslione di vrincip'ì che tu poni, o cosi l'ceisu. è la soluziono eia. te offerta che! non solo la tattica socialista, m1Lfors'anche alcune parti della dottrina che noi profossiamo verrebbero - se il modo tuo di vedere prevalesse - radicalme1ne mutate. Per ciò io non mi darò la briga d1 dimostrarti - chò troppa. ne avrai tu por parare le bouo che, su questa parle e dagli specialisti, ti si vorranno asseslare - come, il 2 °1 0 annuo per cinquant·anni non porti a una accumulazione finale (coll'inlercsse del 4 ,./ 0 \ di 100, ma bensl a. quella di 305,33('); sicchò il prestito ai coloni, in luogu d1 essere gratuito, verrebbe ad essere al 200 '/" (2 •1 0 annuo in IUO((O di 0,6.5 •t,)! Nè li fa.rò osser\·are che i terreni del Monlello, non certo molto ferlili, e disagevolt ruor di ogni dire, furono valutati 400 lire all'ettaro e venduti - per quella me1à.che alla vendita. si destinò - a molto di pitì; non ti dirò che gli espropri i nelt' Agrb Romano non costano mai meno di 2000 lire all'otlaro e che I terreni italiani (coltivati o su:-cettibili di esserlo) sono valutati t.. 1000; come è impossibile sup• porre una riduzione a coltura che cos ti meno di 800 lire per unità di supel'flcio, o un capita.le scorte e un·anti– cipaziono in denaro, alle fu. miglto colo nizzatrici. che non raggiungtL le 1000 lire per podere. Ora, se,con 300.000 fa• miglio, tu ml popoli il UW0.00 0 ettari d, terreni sardi che debb ono anelare espropria.li, sistemai.i e ridotti a raziona.le coltura, n on ti riesco e vidente che, non il mi– liardo da te preventivato ..ma. - n far poco - tre vo1Te tanto è appena. uppena rrnfllcienle per riescire alla mèla. che tu vagheggi 1 Una p01'SOlll\. per ettaro - stllbilmente occupata. nt1ll'a~ri<·oltura - ò certo troppo; come ec- (') A vv. O B PALMll'tRI: /,4 coton,:za:,one della Sardegna (pro- geuo di ltgge). Uolouna, Anoa:uldi, tS9i. (')A r- t t,0\:0,=-.!. ccssivo ò il 1>otere della Commissione tecnica, materiai• mento impossibililata a disim_p ..gnare le incombenze di cui la gra,•i. Con una mo1·talllà del 2 •t .. (media 1t.aliana) e colle supposte :l()O.OUO famiglie, la Commissione ter– nica avrebbe, annualmente, da. pensare alla successione e relativa assegnaziouo di non meno di 8uOO parcelle! Quei cmque comm1ssa1i, di che razza di swtra dovreb– bero essere, per inlendersi di tulto e per fare di tutto in sì ristretto spazio d1 tempo1! Ma troppo urge la questione di principi, perchè più a lungo ci si possa formare sui particolari; nè tu _sei tale tecnico a. cui si possa faro colpa di un pre,,ent,vo errato o di una troppo rosea finanza. Ben allra è la ragione che mi mosso a scrivere e, in breve, te la espongo. Davanti alle turlupinature più o meno ufficia.li di cui - da quasi mozzo socolo - la Sardegna . è l'ogge tto; e convinti che il profondo disordino cui è in preda non ò l'opera solo di pochi furfanti, m,1. ò la risultante di parecchi agenti che trnggono la loro forza da.Ila assenza, nclh, popolazione, di ogni senso di vila. pubblica. e di ogni ben inleso egoi smo, n oi si dovrebbe sprezzare qualunque concessione da.ll' nllo, qualunque trauamento eccezionale che non r osso l u. eco di bisogni ro,temente sentili e pili fortemente rntli sentire. Mentre si atlende alla. organizzazion e, ci si dovrebbe limitare a una cri• ticu. continua, a ba.se di falli, illustrante il vano e, la• lorn, rraudolento ugila rsi degli avversari. Dell'mdividuo che sta svolgendosi, possiamo noi prevedere e le ten– denze spociflche e il modo suo di comportarsi! All'av– venire i progolti di legge, non ora! Non ora, anche perchè - al.torno a un disegno che in più parli pecca e 111 altre è incompleto - non si farebbero che rachitiche agituioni, movimenti di su– pe1flcie, cho manco turberebbero la mota del fondo. Non ora., perchè - sotlO l'aspetlO economico - non è niente affatlO raccomandabile la. colonizzazione reggi– mentata. dallo Stato. Ques1i, se deve preoccuparsi e della pubblica salt,to e dello condizioni idrauliche di una re– gione, non devo per nulla. distogliere gli emigranti dal dirigersi verso quei terreni che assicurano - in ragione appunto della loro ,•orginitù. - un maggiore e pili du· raluro compenso. Proteggere la. salute di chi resla. e la. vita. di chi se ne va 1 è dovere di Governo civile; pro• durre per il puro gusto di produrre, magari alle spese dei contl'ibuenti, c1·eando un'industria. di serra calda, non ò che 1.Lumontare il monopolio dello Staio di classe, e preparare delusioni più amare delle presenti stret– tezze. La produzione agraria por i mercati ò bene sia - per del tempo uncorl\ - di spettanza delle borghesie dei varì paesi: dallo loro lotte inlOdtine escono i miglioramenti delle colture, la. speciali1.1.a:r.iono.L'adattamento e il pro• porz101 mmonto de lla popolazione alle risorse locali, sa• rebboro ostacola.ti dallo Slato-produttore, come lo Stato– protetto re ò il mi glioro stimolo alla conservazione e al misoneismo. La Danimarca non sta forse riducendo a coltura 17.000 ch,lomelri di lande, e l'Olanda non va forse tramutando i suoi bassi fondi salmitslri in verdeggianti palders. senza che i rispetli vi Governi vi mettano neppure il becco d1 un quatlrinof L'abbondanza dei capitali lom– bardi non va forse operando - nell"Agro Romano - quei miracoli che invano si speravano dalla legge del 18821 Limitiamo r intervenlo dello Stato al puro necessario: ~ 0 ~1~~tF.rotendiamo cogliere frutti immaturi non ancora Senti, amico Palmieri; non ti pare che, le ragioni or esposte ci dovrebbero far volgere lo sguardo a quei paesi noi quali la l otta d elle classi è ben delineala; dove cioè il prolet.a.l 'ia.to agricolo ha coscienu del pre• sento e intuizione d ell'av venire, Oh. qui, ò sempre il benvenuto lo Stllto (purchè sotto forma di leggi pro– tettl'ici o pacitlca.tl 'ici!), o non vi ò da, temere che il suo a.umenlo in po1or·o siu. volto <'011trolo falangi socialiste! La Sardogm, sa.pr• Ì\ - a momento opportu110 - fare da. sò: pensia mo alla n OSlra Em ilia, alla sua parle ba!òlSa. - sovn~tutto. Qui leggi sociu.li, associazioni di produ• zione, radictLli trasfo1·m azioni d ei rapporti f'ra capila.le e Javo1·0 sono, pili che possibili, urgenli: a que sti pro· blemi volgi la. 111strutta mente e il ben nato cuore, e sarai utile. Tuo MASSI.MO SM lOGOIA.

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