Critica Sociale - Anno VII - n. 22 - 16 novembre 1897
344 CRITICA SOCIALE Il quale aumento di milioni 1.413 venne pagato con 1.0•17milioni di aull\ento delle imposte-con– sumo e per 366 milioni venne coverto da un maggior gettito della imposta di ricchezza mobile, dovuto ad un incremento del reddito della classe borghese e non già ad inasprimenti fiscali, come fu il caso per le imposte sui consumi. In conse– guenza il maggior costo della triplice alleanza venne J)agato dalla classe lavorati•ice. Gli introiti, eccedenti le spese mii ilari fatte nell'istesso periodo, servir-ono per le spese occorrenti alle maggiori co– struzioni ferroviarie, iniziate in questi ultimi anni. Lungi dal rispondere ad uno scopo veramente iu– dustriale e di progresso. quelle costruzioni ferro– viarie occorsero per esigenze strategiche, previste anch'esse nella convenzione militare che forma la base della triplice alleanza. li proletariato d'Italia, cioè a dire la classe ope– raia più povera del mondo, ha dovuto spremere dalle sue carni esauste sin l'ultima goccia di san– gue per tener vivo questo mostruoso edificio di baionette, faticosamente innalzato non gi.\ da una classe dominante ma da ui1a coterfe di persone, alle quali la forza viene dall'assurdo politico che crea nello Stato un altro Stato J)ersonale, irresponsabtle, el"edita,•io. Noi siamo giunti al punto, che, secondo un calcolo accuratamente fatto, una famiglia d'ar• tigiani a Firenze paga sopra un reddito di 2380 lire il 23,9'/ 0 d'imposte, mentre un operaio inglese paga solo il 4,85 '/,, con un reddito complessivo assai superiore (') ! Una classe operaia così martoriata non esiste in nessun altro paese. Ora uno ·sfrutta– mento simile non trae la sua origine da circostanze obbiettive di difficile rimozione, come il dominio di classe, ma da contingenze politiche, dovute all'opera personale di un potere irresponsabile per finzione co– stituzionale, la cui potenza è perciò tantomaggiore. Io dimostrerò nel prossimo numero a chi si debba que– sta posizione di fatto e spero di convincere i miei compagni del dovere di entrare risolutamente in una campagna perché uon sia l'innovata la triplice alleanza, ora che sta per scadere. ARTURO LABRIOLA. (I) Joio-nal de.t B1ionomlstes, 11ettembre t820. IL PARTITO SOCIALISTA FRANCESE e la piccola proprietà Carlo Sa.mbucco nell'ultimo numoro della Critica ci parla in modo oggettivo, e senza nemmeno abbozzare di suo un commento o uno. crilica, degli intendimenti del partito socia.lista francese per rispetto alle classi agl'icole. La questione è di troppa. importanza anche per noi, come dimostra il gran parlare: che se ne fa. da un pezzo in seno al partito, perché altri non faccia o almeno non tenti quel cho il So.mbucco non ha. voluto fare almen per ora.. Della. questione la parte più. inte– ressante è certo l'atteggiamento del partito di fronte alla piccola. proprietà.: vediamo se si possono o meno accettare i criteri a cui si ispira.no in proposito quei nostri compagni d'oltr'alpe. Avanti tutto ò da domandarsi: E necessario, o quanto meno è conveniente, che il partito socia.lista si preoc• cupi ea; professo della piccola. proprieti1. fondiaria e del contegno da assumere di fronte ad essa 1 (~'li valgo per ora. della dizione piccola proprietà, per quanto, come dirò poi, questa dizione non indichi una realtà. ben de· finita, molto meno una categoria economica, ma soltanto una deplorevole confusione di entità diverse accomu• nate sotto una mera. esteriotità). Per la risposta negati va. si può osservare che, come il partito socialista non si dà pensiero di diffondere specialmente la sua propaganda, adattandola ad hoc, nel piccolo commercio e nella piccola industria, non si sa. vedere perchè debba cambiare di tattica in riguardo alla 1>iccola proprietà. della terra. Questo argomento però non basta. a. convincere. La. piccola propriet..\ fon– diaria. rappresenta. in realtà. il maggior ostacolo che nello campagne si opponga. (eccettuatone il naturale misoneismo dei cont.a.dini) allo. propaganda socialista. Nelle città, nelle agglomerazioni industriali e man mano in un raggio che va allargandosi sempre più. dai centri e dalle agglomerazioni industria.li , la piccola industria e il piccolo commercio tendono a scomparire e scom– paiono in realtà. Son larvo, non cosa viva. Ma lo stesso non ò a di1"Sidella piccola. propriofa della terra .. Non ostante la. vaticinata. sua scompat'izione, ossa resiste o meglio perdurai pel'dura non già. perchè la natura le abbia dato nervi cosi solidi che contro di essa si infrangano gli attacchi del capitalismo, ma perchè ò il capitalismo stesso che la tiene in vita. La piccola proprietà. è una delle risorse pili lucrose del capitale avido e pigro, che la copre pesantemente e la succhia cogli innumerevoli tentacoli e lo ventose dei mutui al 5 °/ 0 netto. ~ naturale che il capitalismo abbia interesse a tenerla in vita: la applicazione il\ questo caso della legge centripeta dell'assorbimento delle piccole aziende e dei piccoli capitali sarebbe un alfa.re così catlivo come di chi, per fa.re una scorpacciata. una volta tanto, strangoli la gallina che gli dà tutti i giorni un uovo. Se si persiste da molti ad affermare che la piccola. proprietà. scompare, ciò è dovuto ad un equivoco; scom– paiono i piccoli proprietarii e non la piccola proprietà. Como intorno alla bisca si rinnovano le torme dei min· eh ioni che vi vanno a vuotar le tasche a vantaggio del tenitore, così avviene intorno al paretaio della. piccola proprietà.. Quanti e quanti, sognando l'idillio, consa– cra.no la vita intera al lavoro snenante e al risparmio più rigido con non altra mira che quel!:). di comperal'o il campicello e la casetta.! Una volta che il sogno sia. diventato realtà, toccano poi con mano quel che e· ò sotto di allegro. E un bel gi9rno Titiro ridotto al verde si trova in mezzo alla strada con quel po' di mobilip che r usciere non gli ha potuto esccutare. Ma ecco che, saltellando al di sopra dello povere masserizie del prc • decessore disgraziato, Titiro secondo accorre a coprire il posto lasciato da Titiro primo. In un angolo intanto so·rido il creditore ipotecario. Ecco come i piccoli pro• prietarii scompaiono e la piccola proprietà. resta, in barba alle profezie. Non ostante tutto, ò però certo che la condizione del piccolo proprietario è di gran lunga superiore alla con• dizione del nudo proletario campagnolo: fin che la dura, s'intende. Il piccolo proprietario si trova nella condi– zione di chi ha qualche cosa da conserva.re, qualche interesse do. tutela.re. Nessun affetto a.Imondo somiglia la tenerezza inquieta. e rabbiosa con cui il disgraziato considera le quattro glebe che domani non saranno più sue. Ogni nonnulla. lo spaventa, ogni minaccia o pericolo di minaccia, ogni ombra che gli passi poi cer– vello, lo inalbera.no . Cosl ò naturale che la propaganda. socialista trovi in lui un nemico istintivo e per ciò ap-– punto accanito: egli è per necessità. di cose conserva.– toro e ogni novità lo spaventa.
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