Critica Sociale - Anno VII - n. 22 - 16 novembre 1897

342 CRITICA SOCIALE ziario mondiale che è la City, si combinano grandi com– pagnie per sfrultare i depositi di gu'ano doll'America del Sud, gli strati auriferi del Transvaal, l'avorio e la gomma del Congo, il carbon fossile dell'Abissinia, la navigazione del Nilo, i terreni del Sudan. Ma questo spirito d'intrapresa gigantesca e varia., questo sforzo perenne, ansioso per far spuntare sempre nuovi rami carichi di frutta d'oro dall'albero del capitalismo, è pos– sibile solo in un paese dove il capitale è nello stesso tempo esuberante ed accentrato, perché ognuna di queste imprese è nello stesso tempo il prodotto di un cervello inventivo e di una enorme energia di lavoro cristalliz• zata in montagne d'oro. Per scoprire poi il germe di queste imprese colossali, ò necessario che un numero stragrande di individui viaggi continuamente, pene~ trando nei paesi sconosciuti, dove le grandi ricchezze naturali aspettano solo di essere scoperte o sfruttate: e infatti moltissime di queste imprese, che arricchiscono un individuo a decine di milioni, sono l'effetto di un incontro, cli una scoperta causale, occorsa a un qualche figlio di lord che si era. recato a trovare grossa. sel– vaggina nei deserti dell'Africa o nelle selve dell'Australia. Ma pel' mantenere questo esercito di spoNsmen che, andando a caccia della tigre e del rinoceronte, inciam– pano in un quarzo che rivela un sedimento aurifero, o arrivano alle sponde di un lago di petrolio, è neces– saria L'esistenza di famiglie ricchissime, che possano dis– porre di centomila franchi all'anno per i minuti piaceri dei loro figli. Lussi questi che la costituzione econo– mica più egualitaria della Francia non permette certa– mente. Infine un grande effetto hanno le differenti tendenze psicologiche dello due razze. Il francese e il latino, ge– neralmente, è un individuo più completo, dotato di fa– coltà più varie dell'inglese, nel quale domina per lo più una facoltà solitaria, straordinariamente ipertrofizzata. Ora allo sviluppo ideale della personalità ricca e varia la funzione amministrativa, coi suoi doveri già prescritti e limitati, è favorevolissima: essa toglie la necessità. dello sforzo continuo, dell'invenzione quotidiana per le pratiche materiali della vita. L'inglese invece, special– mente quando allucinato dal sogno di una grande for– tuna, procede diritto, inflessibile, senza ·vedere, senza cogliere nessuno dei fiori al margine della strada della vita: dimentica se stesso, sacrifica se stesso allo scopo di creare, di prepa1•are una grande ricchezza pei suoi figli, pei figli dei suoi figli. È una specie di altruismo che annega l'individuo nella famiglia e nella razza, e che m!)riterebbe di essere chiamato nobile, se i suoi scopi non fossero per lo più rozzamente materiali, se fosse più cosciente e meno il prodotto di una sensibi– lità deficiente, di una personalità povera e monca. O. M. LA TRIPLICE ALLEANZA Quanto costa e chi l'ha J)agatn. Durante l'agitazione contro il domicilio coatto i repubblicani hanno fatto assai bene ad affermare l'intima connessione fra la natura delle istituzioni politiche attuali e l'indirizzo illiberale della politica interna italiana; poichè uno Stato a tendenze pre– valentemente militaristiche deve, per necessHà di cose, attenuare e ridurre il diritto fondam<\ntale del cittadino a discutere degli affari del p,·oprio paese e a condurli secondo la sua volont&. Ora, mentre il trionfo della politica delle alleanze con gli Imperi centrali fu conseguenza del carattere monarchico delle nostre istituzioni e delle speciali condizioni in cui si trovarono qualche decennio addietro; il militarismo è cominciato a divenire un pericolo reale per la patria nostra appunto dalla stipulazione della triplice alleanza in poi. Poichè, intatti, la conseguenza sua, più prossima e tangi– bile, per noi italiani si ebbe, da un lato nella po– litica interna pr·ogressivamente illiberale e reazio• naria e, dall'altro, nella politica finanziaria fiscale e corroditrice delle migliori nostre energie produt– trici. In nessun altro paese del mondo ,si vide una così enorme sproporzione fra la forza economica ed i pesi fiscali, e in nessun altro paese riusci più facile al potere di imporre senza limiti, per l'as– senza di qualsiasi reazione del contribuente contro la politica generale dominante, non ligia a questo o a quel ministero, ma organica alle nostre istitu– zioni politiche. In ciò, per altro, occorre saviamente distinguere. I recenti casi di Roma sono la miglior prova della capacità della borghesia ad impedire che un peso fiscale, eccedente ogni sua potenza, le venga ulte– riormente imposto. Ovunque la nostra classe bor– ghese l'abbia ~eramente voluto, i carichi fiscali eccedenti sono stati gittati a terra e lo Stato ha dovuto cedere a una volontà fermamente manife– stata e decisa a farsi rispettare in modo concreto. La borghesia, la quale dispone di una forza impo– nente, che può con i suoi centomila portavoce do– minare da un momento all'altro la pubblica opi– nione; che può a tempo opportuno pal'alizzare il funzionamento dello Stato negandogli i tributi (ciò che non può il proletariato, per l'indole delle im– poste pagate da esso, le quali, compenetrandosi nel prezzo delle cose, esso non può rifiutare senza ri· fiutare a sè stesso i mezzi per vivere), trova nella sua stessa coscienza il limite morale sino al quale può consentire a concorrere alle spese pubbliche e lo Stato deve acconciarsi a non valicare questo li– mite ('). Dunque, poiché la nostra classe borghese non si è ancora ribellata alla triplice alleanza, nè accenna ad organizzare una virile protesta contro di essa, conviene egli concludere che essa non abbia coscienza della rovina fiscale dalla triplice alleanza impostale, o piuttosto che la triplice gravi sul collo del proletariato? Forse l'una e l'altra cosa; poichè in effetti, se la triplice è stata principalmente pa– gata dalla classe operaia, essa però ha fatto sentire la sua funesta influenza anche alla borghesia. Agli aumenti delle impo3te sui consumi fecero riscontro, come vedremo, gli aumenti delle imposte di ric– chezza mobile; gli uni e gli altri necessari a sod– disfare i cresciuti bisogni militari. Dall'aprile del 1882 al 1897, la triplice grava da quindici anni su l'Italia, e in questo periodo di tempo essa ci ha imposto sgese militari affatto esorbitanti, il cui calcolo pu per fortuna compi– larsi assai brevemente. Nel dodicennio 1871-1882 le spese effettive per l'esercito e la marina, ordinarie e straordinarie, si ripartirono così: pe·r l'esercito milioni 2.302,73 per la marina 468,10 Totale milioni 2.770,83 ( 1) Un semplicismo assai diffuso, per il quale Stato e Borghesia farebbero opgi tutl'uno, può trornre a ridire su di ciò. Ma non bisogna dimenticare che in un regime monarchico non sempre la classe borghese, classe dominirnte economicamente, detiene il potere politico. Onde la possibilità di un dissidio fra quesfultimo, che 1mre in un modo generico la rappresenta, e la prima.

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