Critica Sociale - Anno VII - n. 22 - 16 novembre 1897
340 CRIT !CA SOCIALE . .. La nota scempia. - L'Opinione ride come una matta. L'accusammo nello scorso numero di due precisi mendac1. Sapete come si difendei 'l'ace dell'accusa e della dimostrazione, pretestando l'angustia dello spazio; cita i due primi periodi dell'articolo, dove canzonavamo le sue grazie ufficiose; e vi pone sopra per titolo: La nota alleg1·a. Ah! lo sapevamo, razza di giullari, che le igno– minie del paese sono le vostre allegrezze! . .. Per finire; e per continenza di causa. Tutti i giornali notarono l'arbitrio dell'arresto, in Ancona 1 del Malatesta. Tutti sanno che un esiglio pili che decennale ha prescritto tutte le sue con– danne politiche. L'arrestarono, si dice, pel ghiribizzo di volerlo conoscere de vtsu! Dopo qualche ora l'han dovuto rilasciare. La Perseve,·anza (14 corr.) osserva: Noi, non conoscendo lo ragioni della liberazione (sic) del Malatesta, non facciamo commenti. Però In. cosa desta. meraviglia. e non può restare senza. spiegazioni. Ileu detto. Una birbanteria della Questura soltanto a mezzo! Come non sentirne meraviglia?! Noi. RIVISTA INTERNAZIONALE La, questione llel !i' ;ge1· - Due impe1·i colouittli af,·icani - L'f,ughiltel'l'll, e la J!'ranci<, nella, co– loni::::Cl-zioue. La questione ciel Niger ci ha presentato in questi giorni un episodio fin-cle-sièclc: mentre a Parigi una Commissione di delegati francesi ed inglesi, raccolti in– torno a.d un tavolo verde, cercavano di sciogliere, senza dubbio f'ra lo scambio delle cortesie usuali fra mes– sieun e gentlemen, i nodi avviluppati della. questione del Niger: laggiù, proprio sui territori i in questione, è mancato poco che due corpi di esercito delle due na– zioni fossero venuti alle mani. In questo fatto e· è una specie di simbolo della biz– zarra situazione internazionale presente. La vecchia Europa ò ora veramente pacificata, più che non lo cre– dano gli apostoli della pace: è pacificata per alcune ragioni ideali, per molti interessi materiali, forse anche porchò il poso dello armi, elio ogni nazione si porta adtlosso, ronde assai llifllcilì o pericolosi i movimenti. Viceversa la politica. della guerra 1 il senso e l'orgoglio bellicoso di questi paesi, il loro bisogno di avventura, la loro smania di conquistare si vanno esplicando, scop– piando in episodii rortunatrunento ancora secondarii, nell'aziono coloniale, sopratutto nel continente africano. E in meno cli due anni abbiamo avuto in Africa l'ag– gressione inglese contro il Transvaal, la tentata con– quista doli' Abissinia o il 9uet-à-1Jens della Francia ali' Italia, la riconquista o gli intrighi <lei Sudan, ed ora Il~matassa. aggrovigliata delta questiono del Niger. 11fondo di quost' ultima ò piuttosto umoristico. L' In– ghilterra, la Francia e la Germania occuparono, lungo la Costa d'Oro, ciascuna un tratto di territorio, netta.– mento delimitato solo su tre lati: o.ll'ovest dal mare, al nord o al sud vicende,•olmente: il lato dolrcst., verso i territorii misteriosi deu· interno, rimane,•a indefinito. Cominciò allora una gara fra la Francia e l'Inghilterra. per assicurarsi la maggior porzione possibile dell'Hin– terlana: mercanti inglesi e ufficiali francesi si spinge– vano con le loro carovane il più lontano possibile, vi– sitavano i capi delle popolazioni interne, e mediante il dono di una. pezza di calicol o di un vecchio fucilo o dei rametti ùi quel corallo che ha avuto una così gran parto nella conquista o nell'incivilimento dell'Africa, ottenevano da questi capi la fll'ma di trattati, coi quali questi si mettevano sotto la protezione della potenza europea. Generalmente questa funzione diplomatica gra– vissima. era. compita. dal potentato indigeno col mettere il dito entro il calamaio dell'europeo e collo scaraboc– chiare il misterioso pezzo di carta che !"europeo gli porgeva davanti. E siccome poi agli astuti politicanti indigeni l'operazione non r·iusciva faticosa, non parrn loro vero di ripeterla il più spesso possibile, con ogni europeo che capitasse ai loro villaggi: i tmttati così s· intrecciarono, si moltiplicarono all'infinito. I fra.acesi poi pensarono di aggiungere, a questo documento di– plomatico di diritto, un do<'umento milita.re, colla teoria della occupazione effet!iva, che consisteva nell"inviare un caporale e due soldati ad issare una bandiera su un territorio, poniamo, quattro volte più vasto della Lombardia. Ed è su questa conquista semi-umoristica, su questa diplomazia più che umoristica, che ora si basa la grande questione anglo-francese sul Niger e la impor– tante conferenza di Parigi. I terrilorii del Niger sono ricchi o fertilissimi; ma il loro valore a.ltuale consisto sopratutto nel fatto che essi sono popolati da circa dodici milioni di uomini e promeltono di riufcirc un ottimo mercato in cui possa tro\'are un po' di sfogo la sovra.produzione industrialo europea, o meglio della potenza che li ha occupati. Ma la questione del Niger ha più importanza. come epi– sodio di una. questione maggiore che per se stessa. Essa rientra nel ciclo di una grande lolla fra l' Inghil– terra e la Francia por la costituzione cli un grande lm• poro coloniale africano. L'Impero africano che l'Inghilterra va costituendo, opera immensa a cui prendono parte lo più varie ener– gie della società. e della razza: viaggiatori, commer– cianti, missionari, Sta.lo e Compagnie priva.le, si estende dnll"estremo nord all'estremo su<l, lungo la costa orien– tale. Gran parte della gigantesca intrapresa è giàstata condotta a compimento. L'intero cono dell'Africa au– strale, conca di territorii fertilissimi, ricr:hi di tesori minorali incomparabili, è già posla, <lirettamente o in– direttamente, ,sotto la bandiera inglese, e londe a svi– lupparsi sempre più, per l'energia napoleonica di Cccii Rhodos, verso i grandi laghi ùel centro. Zanzibar è sotto il protettorato britannico; gran parte della costa somala è occupata dal!' Inghilterra: vengono poi le co– lonie del Mar Rosso, il udan in gran parte già ricon– quistato, e finalmente l'Egitto, praticamente governato da.li' Inghilterra. e che presto o tardi verrà. annesso dè– fioitivamente. E la politica inglese, in tutta questa co~ lossalo conquista compiuta con mezzi minori di quelli da noi sciupa.ti contro la rocca abissina, fu cosi ocu– lata, cosi previdente e divinatrice del futuro, da assi– curu.rsi persino, con un trattato col Portogallo, il diritto di preoccupazione della Baia <liDela·goa, che poi Por– togallo non ha quasi valore, cho avrebbe gran valore per una potenza rivale ali' Inghilterra, per esempio la Germania, o che servirà ali' Inghilterra per ricongiun– gere alla base fondamentale della sua potenza, al mare, le colonie dell'intorno, l'Uganda o l'Africa centrale. Come si vede, ad eccezione di due o tre punti che ap.
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