Critica Sociale - Anno VII - n. 22 - 16 novembre 1897
348 CRITICA SOCIALE arrestarsi improvvisamente alla proclamazione pla· tonica d'una libertà. o d'una giustizia che si dichia– rano ormai immobili sui loro perni, pur conceden· dosi la possibilità di qualche riforma incolora ed inodora? Il disconoscere cosi la vita sociale e le sue con• dizioni palpitanti e visibili non è soltanto p1•ova di miopia, ma benanche di ingratitudine. Perchè è pure alla vita che la scienza deve i suoi più fecondi propulsori nella lotta contro l'ignoto. Tutto il brillante caleidoscopio delle scoperte scientifiche, che vi ho testè rapidamente richiamate alla memoria, non è infatti che la documentazione continua di cotesta influenza che le necessità della vita esercitano sulle scoperte scientifiche; dalle vicissitudini agricole e dalle inondazioni periodiche di Babilonia e dell'Egitto, che spinsero alle ricerche geometriche e all'osservazione delle periodicità astronomiche, per venire fino alle esigenze del commercio internazionale del nostro secolo. Queste esigenze furono lo stimolo cui si dovette l'invenzione della locomotiva di Sl.ephenson o del piroscafo di Fulton - il quale ci liberava dai pirati ben meglio che i Codici penali e la pena di morte - o del telegrafo Morse, o delle perforatrici ad aria compressa per la galleria del Cenisio, o delle scavatrici pel canale di Suez. Come del pari le esigenze della grande industria dettero alla mac– china a vapore, all'analisi chimica, ai motori elet• trici uno sviluppo prodigioso. · E tutta la sorprendente evoluzione tecnologica degli strumenti del lavoro nel nostro secolo, dal filatoio di Arl\wright al telaio di Cartwright e di Jacquard, fino alla compositrice tipografica che sta ora invadendo un lavoro, manuale insieme e in– tellettuale, che pareva inaccessibile alla macchina - che cosa è essa in realtà se non la causa e l'effetto a vicenda de11'evoluzione scientifica, in virtù di quell'intimo legame fra la teoria e la pra– tica di cui Luigi de Brouckère vi parlò l'anno scorso 1 . .. Orbene: cotesto vertiginoio sviluppo della tecno– logia industriale, del quale Emilio Van<lervelde spiegò nel suo corso la crescente complessità, strettamente connessa all'evoluzione sociale e po– litica, dalla industria preistorica e selvaggia delle pietre da macina, a traverso la manifattura pel'– sonale, fino al grande macchinismo contemporaneo - cotesto sviluppo ebbe due grandi e incancellabili contraccolpi nella vita e nella scienza. Nella vita, da un canto, esso spinse a proporzioni inaudite il dominio dell'uomo sulle forze naturali, dal calore - prima conquista dell'umanità sulle energie cosmiche - fino all'elettricità. Dall'altro canto, alla forma medioevale della proprietà pri– vata degli strumenti e dei prodotti del lavoro nello stesso artefice, sostituì la forma capitalista della proprietà privata, che accumula gli strumenti di produzione e i prodotti del lavoro nelle mani di coloro che non lavorano, opponendo ad essi la folla anonima e sempre crescente dei lavoratori sa– lariati. li 18 brumaio, Napoleone apponeva il suggello della violenza all'atto di nascita del secolo XIX; ma egli non poteva impedire il costituirsi, pre– parato lungo il corso di secoli, del dominio defini– tivo della borghesia, la quale, dopo le rivoluzioni che le dettero la vita nei secoli XVH e XVllf, e dopo le sue rivoluzionj di crescenza nazionale in Grecia, in Belgio, in Italia, in Ungheria, in Ger– mania, superava le frontiere politiche appena trac• ciate, per arrivare all'internazionalismo del com– mercio, dell'industria e della Borsa. D"altra parte, dopo il suo primo vagito politico colla cospirazione di Baboeuf, il proletariato mo– derno - sia col movimento chartista in Inghil– terra, sia colle ginl"llate del 1848 in quasi tutt'Eu· ropa - cercava indarno la sua strada storica. Ejso non era ancora maturo, nè nella vita, nè nei primi tentativi teorici di Owen, di Saint-Simon, di Fourier, e neppure nel 1870 colla Comune di Parigi, dopo la quale mutò tattica, e ispirandosi alle lezioni del naturalismo evoluzionista formulate dal socialismo scientifico, si dedicò all'opera della sua propria orga– ni2:zazio11epolitica e sociale. E con questo ch'esso si prepara alla nuova forma sociale, che segnel'à la sua incorporazione in tutta l'umanità senza antagonismo di classi, e che ger– mina sotto i nostri occhi dallo stesso assetto bor– ghese, come questo er• germogliato dall'assetto feudale. E nella scienza, il grande movimento tecnico, eco– nomico e sociale del secolo XIX, ponendo sotto gli occhi dei sociologi il nuovo fenomeno del proleta– riato, impose la visione netta e recisa di due grandi leggi sociali: la solidarietà sociale e il determinismo economico. La periodicità delle crisi agricole, che si connette ugualmente alla periodicità delle macchie solari come alla concorrenza mondiale, e la periodicità. delle crisi industriali dovute all'eccesso di p1•odu– zione, generarono la coscienza pungente di quella solidarietà, che nel limitato campo di ogni società è già visibile pel fatto della divisione del lavoro spinta all'estremo e per la quale ogni lavoratore non elTettua che una parte quasi infinitesima del prodotto finale, creato dalla collettività. Al tempo stesso, la scoperta di PasteuL' ci portava all'idea della solidarietà sociale contro il flagello delle epi– demie, spingendo le classi dominanti a curare l'igiene delle classi lavoratrici, affine di eliminare l'irradiazione dei microbii omicidi. Da tale concezione della solidarietà fra tutti i fenomeni e le forze della natura come fra tutti gli uomini e tutte le società, alla coscienza internazio– nale della umanità che supera le frontiere politiche, non vi è che un passo. E, per questa coscienza internazionale, la scienza è un terreno non meno propizio e più nobile del commercio e della Borsa, e altrettanto buono quanto il terreno fecondo e doloroso del lavoro. Talché ogni guerra europea ha ora cont,·o di sé la triplice alleanza dell'interesse del capitalismo internazio• nale, della solidarietà dei proletarì di ogni paese, e della coscienza degli studiosi, che .trova nella nostra Università nuova come uno dei primi punti di ossificazione per l'umanità avvenire; nobile e fecondo embrione di tutto un nuovo mondo, mo– rale, intellettuale e sociale. In pari tempo il problema della forza motrice e direttiva dell'evoluzione sociale, che la sociologia esclusivamente descrittiva da Comte a Spencer non aveva potuto risolvere, fu risolto rla quella socio– logia socialista che va da Marx e Eugels a Morgan, De Paepe, Malon, De Greef, Loria, Asturaro, Denis, Vandervelde, Kovalowsky, P!echauow, Letourneau, Jacohy, Bebel, Labriola, 'l'urati, Kautsky, 1-Iyndmann, Belfort-Bax, Kropotkine, Webb, Lafargue, Hamon, Jaurès, Deville, Renard, Sorel, Elle1~0,Puviani e tanti altri. JÌ, ancora una volta, il metodo positivo applicato allo studio dell'economia politica, che rivelò la legge sociologica del determinismo economico, per la quale i dati della vita sociale trovano il loro accordo completo con le conclusioni della scienza sociale e della storia. ll la legge, che Marx formulava dicendo che « il modo di produzione della vita materiale domina in
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