Critica Sociale - Anno VII - n. 21 - 1 novembre 1897

CRITICA SOCIALE perte teoriche, sia nelle applicazioni allealtrescienze e alla vita. Ma è nelle scienze immediatamente superiori, che le scoperte si accumularono rapide e sorprendenti. La fisica, dalla pila di Volta e dall'elettro-magne– tismo di Ampère e Faraday. arrivò nel 1885 alle rotazioni elettrodinamiche di Ferraris, dopochè il dinamo di Paccinotti ci ebbe date tutte le sue innu– merevoli applicazioni, quali la forza motrice o la luce, trasportate dalle Alpi, dal Niagara o dal Reno agli stabilimenti industriali e ai corsi delle capitali come alle viuzze dei villaggi, che balzano dalle fumose lanterne a petrolio alle magiche lampade di Edison, come si passerà dalle vecchie e tardigrade messaggerie alla telegrafia senza fili del Marconi. E dalla spettroscopia iniziata con la scoperta di Fraunhofer, o dalle leggi ottiche tracciate da lluy– ghens, Young, Arago, Kirchoff, Helmholtz, la stessa fìsica - giusto nell'anno in cui l'eco 1·0azionaria d'una voce mistica lanciava il blasfema di una pre– tesa« bancarotta della scienza» - arrivava ai por– tenti dei raggi Roentgen, che vengono a confer– mare quell'idenliti, della luce e dell'elettricità, che già nel 1889 Enrico Hertz annunciava, e giusta la quale i nostri occhi non sarebbero soltanto stru– menti ottici, ma anche organi elettrici. Accanto alla fisica, la chimica, sotto l'impulso geuiale di Lavoisier, arrivava fino alla legge di evoluzione atomica, che permetteva a Mendelielf di annunciare per induzione l'esistenza d'un nuovo elemento nella serie dei corpi irreduttibili - il gallium - scoperto poi, net 1875, da f,ecoq de Bois– bandran; allo stesso modo che Leverrier, per una induzione analoga, aveva annunciato. nella serie planetare del nostro sistema solare, il pianeta Net– tuno, che il telescopio di Galle, a Bel'iino, sco– priva nel 1846. E l'abisso fra la chimica inorganica e la organica spariva davanti ai miracolì della sintesi chimica, che giunse alla creazione, nei laboratorii, dei pro– dotti organici e che, giusta le previsioni di Ber– thelot, apporterà un giorno rivoluzioni inaudite nella produzione dell'umano alimento, dandoci il pane quotidiano senza che debba l'aratro lacerare i fianchi della terl'a. Talchè non più si dovrà tre– mare per l'incremento della popolazione, la cui cifra fantastica si valutava, di questi giorni, a 30 miliardi d'uomini che dovrebbero abitare la terra fra qoattro secoli, in luogo di quel miliardo e mezzo a un dip1•e3soche Io abita oggidì, e che meglio potrebbe precisarsi se si effettuasse la pro• posta dello statistico Korosi, al recente Congresso di Pietroburgo, di un censimento mondiale nel 1900. li segreto di queste strepitose vittorie contro l'ignoto è ancora e sempre nel metodo positivo, del quale uno dei grandi fondatori, Galileo, arguta– mente diceva: « Si fanno processi e litigi per l'in• terpretazione d'un testamento, per ciò solo che il testatore è morto; s'egli fosse vivo, sarebbe assurdo rivolgersi ad altri, anzichè a lui stesso, per preci– sa,~e il senso di ciò ch'ei lasciò scritto. Del pari è una ingenuit.\ cercare il senso delle cose della natura negli scartafacci di questo o di quel filosofo, scambio di interrogare le opere della natura me– desima, che, ognol' vivente ed attiva, sta davanti agli occhi nost1·i immobile e ve1 1 idica. » Ed è interrogando la natura che le scienze nsico– chimiche riesci1·ono alla legge fondamentale della conse1·vazione della materia (con Lavoisier) e della forza (con Robert von Mayer) e fors'anco della vita (con Preyer). È in conformità a questa legge, che vediamo la materia passare dallo stato radiante (Crookes) allo stato gasoso, liquido o solido, come con la catena di Grove vediamo il moto trasformarsi in calore, Ul l,;é:I 1...:1 luce, magnetismo, elettricità. Ed ò cosi che si arriva a domare e a maneggiare cotesta forza-materia unica ed eterna, l'intuito e la conoscenza positiva della quale sono il punto di partenza e il punto di arrivo della filosofia monistica. Infatti, sotto l'impulso dato dal criticismo di Kant - che ci liberava dall'ossessione di conoscere la sostanza delle cose, indirizzandoci alla conoscenza dei fenomeni, la sola possibile e feconda - siamo passati, in questo secolo, attraverso la reazione materialistica di Feuerbach, Moleschott) Biichner, Vogt, alla concezione monistica dell'universo. Tale concezione - che si arresta davanti all'i– gnoto dell'oggi perchè sarà il noto del domani, ma che non ammette alcuna realtà inconoscibile - già intravvista dai filosofi della Grecia, or è una ven– tina di secoli, rimase sommersa sotto il dualismo spiritualista del lungo medio•evo, per ripigliare, ai lontani barlumi del rogo di Giordano Bruno in Roma, il suo dennitivo impero nella seconda metà del secolo nostro. lld è interrogando la terra che - innanzi d'ar– rivare all'antropogeografia cli Jlumboldt, Ratzel, Eliseo Reclus - le osser,•azioni di Husson e di Lyell stabilirono la dottrina dell'evoluzione geolo– gica; ponendo cosl la base del determinismo evo– luzionista nel trasformismo tellurico, che diverrà indi a poco l'anima direttrice del trasformismo biologico e sociale. Determinismo universale, che aveva giusto co– minciato con la grandiosa ipotesi di Kant e Laplace sulla concentrazione progressiva della primitiva immensa nebulosa in un nucleo centrale - il sole, - e d'onda si staccarono, lanciati dalla forza cen– trifuga nell'infinito spazio e trattenuti dalla forza d'attrazione, i pianeti e i loro satelliti, particolar– mente Marte coi suoi curiosi canali paralleli, ri– velati dal teloscopio di Schiapparelli, che ci pone davanti il problema dei probabili abitatori delle altre parti del nostro .sistema solare. . .. È egli ora necessario rammentarvi gli immensi progressi della ~iologia! Dopo Goethe, Lamark, Geolfroy Saint-Hilaire, l'idea del trasformismo animale - con le sue leggi dell'adattamento all'ambiente, della selezione naturale e della eredità organica - sconfitta nei dibattiti accademici da Cuvier in nome della tra– dizione creazionista, trionfò con Darwin, \Vallace, Huxley, Haeckel e tanti altri, domando l'orgoglio ed il misoneismo urtati dalla sua conclusione: che è preferibile per l'uomo essere una scimmia me- 1•avigliosamente perfezionata che non un Adamo miserabilmante decaduto e degenerato. La luce e la fecondità pt)rtate dal darwinismo in tutti i campi dell'antropologia biologica e psicolo, gica hanno ormai conquistato la pubblica fiducia, e oguun sa che l'embriologia, da Spallanzani e Von l3aer in poi, ci presenta in iscorcio, come in un. kinetoscopio biologico, le trasformazioni delle specie zoologiche, dalla monera all'uomo. D'altro canto, la biologia .cellulare e la microbio– logia da Virchow a Pasteur ci diedero vitt01•i0 am– mirabili nella lotta contro le malattie più. terribili e più diffuse, dal cholera, con Koch, fino alla dif– terite, con Behring, e alla febbre gialla, con Sana– relli, dappoichè l'antisepsi chirurgica di Lister, e ora l'asepsi, avevano gfa ottenute altre ,,ittorie ammirabili. E in questi giorni, la sperimentazione fisiologica ci offriva nuo,•e e potenti armi cou l'opoterapia, ad opera di Vassalle, di Brown-Sequard, ecc. Per mezzo della fl.slologia del sistema nervoso, con Claude Bernard, Hitzyg, Fe1·rier, Schifi', Herzen,

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