Critica Sociale - Anno VII - n. 21 - 1 novembre 1897

332 CRIT !CA SOCIALE dal lavoro manuale, e il rapporto è supergiù lo stesso in Germania ed in Belgio, da noi la pro– porzione è peggio che invertita. Ora, il mandato gratuito è assolutamente incompatibile colla qualità di salariato. Invano, nelle condizioni del proletariato italiano, spereremmo di creare l'indennità colle oblazioni del partito. Nella stessa Inghilterra, mal– grado le mercedi di gran lunga più alte, è questa una delle principali cagioni che resero quasi im– possibili le candidalure operaie e costrinsero fin qui gli operai a portare i loro voti sul migliore offerente, in fatto cli riforme sociali, fra il candidato liberale e il conservatore. Per avere un forte nucleo proletario alla Camera, l'indennità è condizione ne– cessaria. Gli stessi deputali che abbiamo ora, lavoratori intellettuali, avvocati, pubblicisti, ecc., prestano, è ben vero, al partito il meglio della loro attività, ma non è onestamente esigibile da essi che con– sacrino al mandato tutto il loro tempo. Una delle ragioni (lo attesta Gug-lielmo Ferrero nell'Europa Giovane) della solidità ciel partito socialista te– desco, sta appunto nel fatto che esso non fa asse~ gnamento su eroismi inverosimili, ma assicura l'esi– stenza materiale ai compagni che dedicano sè stessi, con fervore ed abnegazione, all'organizzazione e alla propaganda. Da noi sarà assai se per ora il pal'tito sopporterà le spese dei suoi segretari locali e di qualche agitatore per speciali categorie di me– stiet'e: l'indennita ai deputati deve versarla lo Stato. Questa riforma, insieme alla difesa dei diritti costituzionali e alla conquista di quelle leggi a tu– tela del lavoro che sono già patrimonio degli altri Stati civili, deve formare la piattaforma della no– stra agitazione immediata. 'l'anto meglio se in questa lotta troveremo, per ragioni diverse, con– senzienti con noi altri partiti. Così avremo dirette la nostre forze contro un punto più facilmente espugnabile della linea di difesa avvel'saria. . .. Senonché ci opporranno sopratutto le ragioni del bilancio ('). E vedremo i paladini delle imprese d'Africa e ·dei dodici corpi d'esercito assumere in– teneriti le difese del contribuente per quel milione e mezzo all'incirca che l'indennità costerebbe, e dipingere noi come scialacquatori della pubblica pecunia a nostro beneficio. L'argomento, data la Beozia politica italiana, può far qualche presa. Ma è facile sventarlo, •~giungendo al progetto di legge un articolo supergiù del seguente tenore: L'indennilà ai deputati, come a qualunque altro pubblico umr:10, compresi gli appannaggi del re e dei principi reali, è soggetto atta ,·itenuta per rtmposta di ricche::za mobile al part dello stipendio di ogni altro funzionario. Un facile calcolo dimostrerà che l'erario, dall'in– dennità munita di questa clausola, nonchè soffrir danno, ricaverebbe un beneficio di qualche milione. La Camera monarchica non voterà la clausola, ma noi avremo per nostro conto spezzato in mano agli avversari: la più forte (in apparenza almeno) delle loro obiezioni. Nè si dica che occuparci cli ricchezza mobile, di appannaggi l'eali e magari di indennità ai deputali è tr·oppo poco socialista; che le sono riforme troppo piccole pel nostro partito. Finchè saremo in con– dizioni cosi arretrate da dover desiderare un ul– teriore progresso del capitalismo industriale mal- (I) Hanno già cominciato a farlo. Veggaal Tùrraca nel Cm,·Eere della Stra !G ottobre. Idem Il GEo,-nale di Stcma del t3, ecc. (Nota della CRITICA). o a grado i guai ch'esso genera, noi, senza pretermettere la critica del sistema e la previsione incoraggiante del rimoto avvenire, dovremo spesso e intensamente occuparci di piccole cose. Purchè ci avvicinino di un passo alla mèta, queste piccole cose sono più rivoluzionarie che uon sia l'estatica contemplazione del paradiso socialista, che dimentichi di indicarci la via per raggiungerlo. ANTONIO PTSCF.L. Ancora lasuperstizione della v cchiaia (I) Si permetta ancho a me, sebbene in ritardo, qualche osservazione in proposito. Paola Lombroso fo. risalire la preferenza tuttora data ai vecchi rispetto ai giovani in ogni ordine di attivifa - nell'esercito, nel Parlamento I nella magistratura., nell'insegnamento, ecc. - alte seguenU cause: 1. 0 li carattere misoneista e dispotico dei vecchi è il più ad!ltto, 1.1.nzi ò necessario per lo syiluppo delle società primitive. 2. 0 I vecchi nel periodo transitorio dalla barbarie ai primi sca.lini della civiltà. hanno compiuto una fun– zione molto importante come « grandi accumulatori di esperienza ». 3. 0 Mancando la divisione del lavoro, la maggioro ab:litù. posseduta <lai vecc-hiin ogni sort<!,di lavoro ri– spetto ai giovani inesperti. Osservo anzitutto che ai vecchi, sia pur degli antichi tempi, non basta.va il carattere misoneista e dispotico per preval ere sui g iovani, conforme al loro in.lei-esse; occorreva., in appoggio a questo e a quello, la fo,•za. Dunque com"ebbero questa. forza1 Ecco la questione. Osserverò poi, colla scorta della stessa articolista - senza parlare nè di imenotteri, ditteri, ecc., nè di api, nè di cicogne, nò cli cervi, nè di stambecchi, ecc, ecc - che precisamente i popoli selvaggi in genere, quelli, cioò, che soli avrebbero bisogno della funzione conser– vativa, dispotica dei vecchi; quelli che più degli altri avrebbero bisogno della loro esperienza lungamente accumulata.i quelli infine che tanto dovrebbero sentire il bisogno della loro maggiore abiliti~ in qualsiasi la– voro; appunto questi popoli, ripeto, hanno l'abitudine di uccidere i vecchi, tanto che « in una città. di parec– chie centinaia di abitanti, \Vilkes non vide un solo uomo che superasse la quarantina >. i,rentre invece a mano a mano: a) che le società si consolidano; b) che i tesori d"esperienza si a.mdano alla scrittura; e) che si inizia la divisione del lavoro; - vale a dire a misura che i vecchi si rendono inutili, cresce la loro prepon– deranza., come per esempio presso gli Ebrei, i Greci, i Romani. Veniamo ora. all'articoletto: A società vecchia, uo– mini vecchi, di Giuseppe D'Angelo ('). Neppur lui va d'accordo colla Lombl'OSO, o tenta una spiegazione che a mc pare - come alla. Critica - insufficiente. Egli paragona lo sperpero della giovinezza allo sperpero delle ricchezze nell'economia capitalistica, senza dimostrare come queste duo coso possano stare insieme, aggiun• gendo poi che nell'attuale ordinamento borghese si de– termina una. selozionc a rovescio, per la quale non i migliori triont'll.nO,ma. i più adalli. < E i vecchi sono ap• punto i più adatti noi viziato ambiente borghese. » Sa• rebbe tempo di tlnirla, secondo me, con questo gio- ( 1) v. armca, n. t!, 13 e H. l'} v. Critica, n. Hi.

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