Critica Sociale - Anno VII - n. 21 - 1 novembre 1897
330 CRITICA SOCIALE o di miglioramenti agricoli a vantaggio dei piccoli pro- ] prietari; che la legge sugli infortuni del lavoro non com– prenda solamente gli infortuni che avvengono per mezzo di una macchina agricola, ma sia estesa a tutti gli in– fortuni; che si migliorino le condizioni d'igiene, di sanità, di moralità in cui i bovari, le serve di masseria, ecc., sono condannati a vivere; che coi fondi del Tesoro pubblico si costituisca una Cassa-pensioni; che sia assicurata, con opportune garanzie, ai la– voratori una rappresentanza proporzionale nei Consigli agricoli; che si istituiscano Collegi di probiviri agricoli. I mezzadri salivano in Prancia - nel 1882 - al nu• mero di 500.000. In poche regioni ai mezzadri toccano i due terzi del raccolto, di solito tocca la metà; ma in parecchi luoghi il mezzadro è costretto ad abbandona.re ben più della metà. del raccolto, perchè, prima che av• venga la divisione a metìt fra il proprietario ed il mez– zadro, il proprietario preleva una certa quantità llel prodotto, in ragione talvolta del sesto, talvolta. del quarto. Inoltre, in non poche regioni, il mezzadro è costretto a pagare metà. dell'imposta gravante sul fondo che coltiva; e la paga alla cieca, perchè mai il foglio d'imposta inviato ai padroni è ai mezzadri comunicato. Ma il fatto più grave di cui i mezzadri si lagnano è che essi, quando sono allontanati dal fondo, non ven– gono rimborsati del plus-valore delle migliorie da essi introdotto durante il contratto. I socialisti propongono che si ripari a questi mali, stabilendo: che quella parte d'imposta, alla quale i mezzadri, per contratti, per consuetudini, sono sottoposti, sia loro ufficialmente ed autenticamente comunicata; che speciali commissioni d'arbitri fissino, caso per caso, volta per volta, l'indennità da devolversi al mez– zadro uscente per il maggior valore dato, durante il contratto, alla proprietà, e curino che in nessun luogo il prelevamento del proprietario sui frutti del laYoro del mezzadro superi la metà., anzi tale p1·oporzione sia ancora, in qualche ca.so, ridotta. Ai mezzadri dovranno poi applicarsi tutte quelle ri– forme, che, già indicate pei proletari di cui nel punto precedente è parola, possono ai mezzadri estendersi. . . . Pei piccoli fittavoli - 800.000 circa - Jaurès chiede sopratutto, oltre alcune delle riforme sopra indicate, l'istituzione delle Commissioni di arbitri, incaricate di rivedere il tasso d'affitto e di stabilire, caso per caso, l'indennità da devolversi al fittavolo por il plus-valore incorporato nel suolo durante il tempo d'aO'ltto. .. Ma il punto più interessante è quello che riguarda l'atteggiamento del partito socialista francese di fronte alla piccola proprietà campagnuola. I socialisti francesi non credono incompatibile con la. società socialistica la persistenza della piccola proprietà campagnuola. All'obiezione che sia contraddittorio per il partito socialista, il quale non potrà. compiutamente realizzare la sua idea se non con la proprietà collettiva, il cercare di prolungare artificialmente, con la legge, l'esistenza della. piccola proprietà. campagnuola e l'am– metterne l'esistenza in società. socialistica, Jaurès ri- 810 1meca u1no n1arcc sponde« che fra la grande proprietà agricola e la pic– cola v'è non solo una differenza di estensione e di grado, ma ancora una differenza di natura, la prima essendo una forma di capitale, l'altra una forma di lavoro ». Perciò Ja.urès non si perita di annunziare che i so– cialisti, in ma.ggiora.nza nei pubblici poteri, diranno ai piccoli proprietari agricoli: « Voi, che vi servite della terra come di uno strumento di lavoro, conservatela - poichè noi la diamo agli altri che sinora ne furono privi -; ma voi siete liberati dall'imposta, voi siete liberati dall'ipoteca., voi siete liberati dalla speculazione e dall'usura, voi siete liberati dai debiti. », Naturalmente, la piccola proprietà agricola dovrà, in società. socialista, adattarsi alla nuova condiziono di cose, « perchè sarà la comunità nazionale quella che comprerà i prodotti, e quindi la piccola proprietà. agricola non sarà. più col mercato in quello stesso rap• porto nel quale ò attualmente ». Ma la sua scomparsa non è per nulla necessaria al– l' idea.le socialistico; la permanenza della piccola pro– prietà. privata agricola è perfettamente compatibile con una società. socialistica. Però, malgrado l'aiuto che, logicamente, date tali premesse, i socialisti devono accordare alla piccola pro– prietà., essi non s'illudono e non illudono i proprietari che la piccola proprietà, anche se difesa, possa. indefi– nitamente prolungarsi e salvarsi nella società capitali• stica. ~ I piccoli proprietari sanno - e noi non ci stan chiamo dì rip{':tere - che, fino a quando sussisterà. il regime ca,pitalistico, possono esservi palliativi, non può esservi rimedio e guarigione. » La piccola proprietà. agricola è condannata per la necessità. stessa dello svi• luppo capitalistico; essa è in lenta, ma sicura agonia. La produzione agricola ò entrata nella legge del si– stema capitalistico, e perchò il reddito della terra. è assimilato, attualmente, al reddito commerciale ed al reddito industriale, e perchè la produzione avvione per il mercato universale. i\la non vi è entrata compiuta• mente; ma la concentrazione capitalistica non ha avuto, nella. produzione agricola, un effetto così rapido e così visibile come nella proùuzione industriale, perchè il capitale mobile non si è applicato alla terra per trarne tutte le risorse, come si è invece applicato alle indu– strie ed a.i commerci. Tuttavia, se la piccola proprietà. agricola non ha sof– ferto l'assalto diretto della potenza. capitalistica, ne ha sofferto l'assalto ìndiratto ed è caduta sotto la sua di– pendenza, sotto il suo sfruttamento . Laonde per i nume1·osissimt piccoli proprietari fran– cesi (la Francia ò il paese della piccola proprietà) la proprietà non esiste se non di nome; essi si accorgono di essere proprietari solo perchè devono pagare l'im– posta. Sul terreno, di cui il contadino è il proprietario nominale, pesa il debito ipotecario o chirografario, pesa l'imposta (cosicchè il piccolo proprietario paga l'imposta per un terreno che è sua proprietà. nominale, proprietà. effettiva del creditore), pesa il prelevamento degli in– termediari, pesa il prelevamento usurario delle grandi industrie capitalistiche. « Signori », esclama Jaurès, « secondo un proverbio arabo, il campo invita il proprietario a mostra.re la sua ombra. Ebbene, se sul campo del contadino di Francia si proiettassero le ombre di tutti coloro che ne sono i veri padroni, il campo vedrebbe stendersi dapprima l'ombra immane del fisco, poi l'ombra del creditore, poi il profilo dell'intermediario, e poi l'ombra della grande industria capitalistica; e tutte queste ombre coprireb-
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