Critica Sociale - Anno VII - n. 20 - 16 ottobre 1897
308 CRITICA SOCIALE E il povero Rousseau si presterà ancora; ma te– miamo non no salvi più che qualche straccio di brano. Il Ministero è troppo putrefatto per salvarsi intero. Ciò del resto è affatto indifferente. Rudinì, ½anardelli, Giolitti, Sonnino - larve senza carne, nomi senza contenuto. L'organismo è ormai cosi logoro che, comunque annaspi, arronda e rovina. I conservatori inte11igenti non vanno predicando da un pezzo: mutiamo via, figliuoli, seppure siamo ancora in tempo 1 Ma la via non si muta e il tempo fa il galantuomo. Il nostro voto è soltanto che la rovina non sia precipizio. Che lasci agio alla coscienza popolare di destarsi intera e di maturarsi. Poiché sarà essa, o niun alt1·0, che, alla fine del chiasso, scuoterà la verminaia che brulica addosso al paese, e, senza sforzo o scalpore, stabilirà per la prima volta, al posto ciel funambolismo ipocrila e della violenza rapace, il regno della legge e dell'ordine. LA CRITICA SOCIALE. IL DOMICILIO COATTO VH. Il disco1:so c]eJ senatore Piet·autont. All'intento, che ci siamo prefissi, di raccogliere mano mano le più autorevoli voci che si elevarono o si elevano contro la legge-vergogna che il mar– chese di Rudinì ebbe l'audacia di presentare alla bassa Camera italiana, peccheremmo di omissione imperdonabile se non riproducessimo qui il discorso pronunciato nella tornata 9 aprile scorso, al Senato, dal prof. Pierantoni - il solo senatore che sia sorto a combattere recisamente e senza riserve la pro– posta governati va. La XX legislatura fu inaugurata, come ognuno ricorda, il 5 aprile di quest'anno, col so1ito"discorso regale, evocante il giorno memorando, nel quale il « magnanimo avo » iniziava « le nostre libere istituzioni•· « La vigile custodia degli ordini costi– tuzionali - continuava il monarca - è la fortuna d'Italia e l'orgoglio della mia casa». Non mancava la promessa di secondare il sentimento del paese che« vuole una giustizia schietta, pronta, efficace» e l'annuncio, a tal uopo, di leggi dirette ad elevare il prestigio e l'indipendenza del1'ordiue giudiziario. Si parlava poi, come d'un impegno d'onore, dei soliti disegni a favore degli operai, acciocchè questi trovino« quei conforli da troppo tempo giustamente desiderati»; provvedimenti ispirali « a quel senso di solidarietà, a quell'amor del prossimo, che de– vono essere i principali fattori della nostra vita sociale e politica >. A concretare nel più breve tempo possibile le solenni promesse del sovrano, il giorno successivo - prima tornata effettiva - tosto dopo che il pre– sidente Farini ebbe fatta un'altra volta l'esaltazione dello Statuto del regno e proclamato il Senato « devoto alle tavole statutarie, compre,o dello spirito che dentro vi alita>, il guardasigilli, d'incarico del presidente del Consiglio, presentava al Senato il progetto di legge sul domicilio coatto - e questo, non appena sbrigate le ordinarie formalilil di co– stituzione degli umci, ecc., o approvata la risposta al discorso della Corona, veniva posto all'ordine del giorno e aveva così l'onore di iniziare la ripresa delle discussioni senatorie. Queste notizie erano forse opportune a dichiarare alcuni punti del discorso, che riproduciamo nelle noslre colonne per dargli quella diffusa pubblicità che invano spererebbe dai rendiconti ufficiali: di- scorso che apri la discussione, nella quale - e s'in– tenderà di leggieri - l'oratore non ebbe più occa– sione di intervenire, ma della quale noi ci riserbiamo di dare in altro numero sufllciente contezza ai nostri lettori. P1ERANTON1. - Dichiaro che, fedele ai miei precedenti, non prenderò parte alla. discussione e che non voterò codesto disegno di legge. Il domicilio coatto è una delle grandi vergogne e delle gi·andi piaghe della nostt·a legislazione. Abbiamo 3..~ cittadini che, senza essere condannati, sono deportati nello isolo, a vivere in comune, con l'assegno di 50 o 60 centesimi al giorno. Essi costano allo Stato un milione o mezzo all'anno; demoralizzano i paesi ove risiedono, o si corl'ompono viepiù; quando tomano alle loro te1•rc d'origine, sono segno a nuovi rigori, alla pubblica diflldonzn. lo non credo cho spetti allo Stato il dirilto di man– dare tale genla lii sventurati nello isole, che avrebbero bisogno di maggioro cura, di altre provvidenze di Go– verno. Chi voglia sapOl'O che cosa sia il domicilio coatto, legga l'opera (Il\.chiamo opera, perchè in poche pagine dice tanto) scritta dalla signora ,vithe Mario nella Nuova Antologia. Può non darsi pensiero dell'orrore chi non ha veùuto, in un'ora triste della nostra vita nazionale, come l'ho veduta io, la deportazione nelle isole; chi non l'ha veduta non può formarsi un'idea della ripugnanza che solleva questa triste sanzione. · Tornavo da. Tunisi; la navt, della Navigazione Gene– rale, che ci conduceva a Marsala, non potè approdare alla. Pantelleria per le condizioni del mare. Fummo quattro ore fermi a vedere appollaiati uomini con uomini, stretti da. manette, che erano stati tolti dalla Sicilia sol perchè, proclamato lo sta.to d'assedio, il co– mandante supremo dell'isola volle assegnare a domicilio coatto tutti quelli che erano stati condannati tre a.nni prima. Si dice, per sostenere il domicilio coatto, che la pub– blica sicurezza ò impotente a scoprire i delitti di date gonli. L'argomento valo per imporre una radicale ri• forma negli ordinamenti o noi personale della pubblica sicurezza! Il domicilio coatto comprende anche le donne. Se Io vedeste com'esso vivono nei dormitori pubblici! Quali sozzi costumi viepiù vi fomentano i quali sozzure, quali vergogno! Quali contagi fisici e morali non adducono tali uo– mini e tali donne nei loro rapporti ·coi soldati che li debbono sorvegliare! Io no11ho mai votalo il domicilio coauo e voglio m.o– t·ire coU'oneslà dell'anima mia; altri dica puro coi pre– giudizi della mia. incoscienzi:L. Oggi si dirà. che la popolazione di 3500 persone potrà. essere ridotta., che la Commissione ha lavorato, ma non sudato, a miglioro.re la leggo. Forse si citerà. l'art. 10 della. legge, che nel progetto sospendeva la libertà pei·sonale dogli individui colpiti, mentre si comanda il lavoro in colonie a.gricolc e sta– bilimenti penali. (1) ( 1 ) l}art. 10 del progello mlnisleriale avvertiva che « il domi– cilio coatlo si esegue mediante assegnazione a dimorare in un Comune del regno o in uno stabilimento di lavoro industriale ed agricol.J colle discipline stabilite dal regolamento e tn tstato dt llrnlla:tone <ltlla libertd ver1onale ». I! pudore dell 0 Ufflcio cen– trale se11ntorio lo Indusse n proporre la radiazione della frase qui stampata in corsivo. (Nota della CRITICASocuur:).
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy