Critica Sociale - Anno VII - n. 20 - 16 ottobre 1897
318 CRITICA SOCIALE in cui il servaggio foudalo aveva goltalo la borghesia e il popolo siciliano, esclama.: « O popolani ed abitatori dell'isolo. 1 I& vostra. i,ello gii-.. aderisce alle ossa e voi sicto in('artapccoriti. • (') Ed era cosi. Come già all'epoca romana, in Sicilia si J>arlava di servi, manci'pia, e di ancillll!. Il villano feudale, infatti, era tutt'uno col pa• trimonio dol signore. Poteva essere comperato e ven– duto come cosa, poichò ò vecchio canone feudale che il villano ò un accessorio, un membrum della terra. Da ciò il loro nomo di asc1'ilii;i o servi della gleba. Essi o la loro famiglia subivano lo vicende del fondo. Come gli animali, venivano nota.ti in appositi registri, detti JJlatec, unitamente ni loro obblighi, i quali consistevano in prestazioni fisso annuali in denaro o in derrate. li villano, tolti i giorni festivi, ln.vora 3~9 giorni dell'anno nelle lorl'o tlol signore, 1 >orsemino.re , por zappa.re , per fare i mo.ggosi, 1>orpotare lo viti, por vendemmiare. Il l..nfarguo, noi suo libro: Origine ecl evoluzione della 1n·op1·ietà, ricordo. il diritto del bando delle mrusi. Il barone avova cioè la. racolliL di bandire il giorno in cui gli agricoltori do,•evano mietere, vendemmiare, ecc. Egli, cosi facondo, aveva l'agio di raccogliere prima degli allri i prodolti dello sue torre o poter così venderli pel primo a migliori condizioni.(') In molti luoghi il barone n.ve, ·a diritto di comperare egli solo i prodotti dei suoi soggetti, prodotti che an– davano misura.ti con misure aventi una capacità mag– gioro della legalo: tanto che ancora in Sicilia siffatte misuro ,•anno sollo la tipica. espressione di carleddi siciliani. Qui non ò nemmeno necessario ricordare quale camorra spudorata usassero quei blasonati! Compravano per I o venliovano por IO.Il crimen annon.w dei Romani Jlerdeva. cosi ogni vigore. Il bo.rono potovn. recarsi sul luogo del raccolto del dobitoro insolvonto cd asportarne i frutti, salvo ad ar• restarlo, o pignorargli lo mo.ssorizio di casa, o toglierne via lo porto, o chiuderlo con i sigilli. Questo diritto ve– nivo. dotto: mano fou(lale. I fortunati successori di quei lontani foudo.ta.l'i non no hanno ancora smesso l'uso. Nello annate di cattivo raccolto, mandano impiegali nei feudi per assistere al raccolto cd impedire al flltaiuolo di asporlarno una. qunlsiasi parlo flnchè non si sia.pre– levata. la. pnrlo loro. Il barone feudo.lo inoltre, o cadesse prigioniero, o do– vesso maritare la. tlglia o la sorella, o armare ca\'aliere qualche suo figlio, avc,·n. Jirilto a chiedere un sussidio ai sudditi. Oli abitanti dovevano mangiare gli animali del signore morti por malattia., rare i corrieri, comprare la sua rete, la. sua lnna., il suo olio. Il lruch..-1y&lem, contro cui spuntò le sue armi ìl Co– dronchi, il vino acetoso cho il signore dà. a. bere ai suoi suddili, lo carni degli nnimali morti per malattia, o il pano ratto di crusca o lo frutta. guaste con cui il barone alimenta. i suoi dipondonli, ci dicono infine chiaramente che il passato grava. ancora. sulle spallo dei siciliani. Vero è che, colla costituzione del 1812, cui spianarono In. via il To.nucci o il Caracciolo, furono abolito in dritto tutto lo o.nghorio e pora.nghorio, lo servitù p~rsonali o lo rea.li od ogni sorta. lii bano.lità, spezzo.li in una parola. gli u\Limi vincoli feudali: ma non ò men vero d'altro canto cho molto di feudale rima.no ancora negli usi, (') M1c11.«LIS PLATIKKSIS, lli•l<>riodc«la, parte Il, cap. 46: « 0 ropul:ires et In ln1uln. habllanlu, adherit culla ,-egtra osaibus èl facla est quul llgnum. ,. (1) LAPAllOUI!, op. di., palJ, 151. noi contratti colonici, noi costume, nel linguaggio si– ciliano. Ciò, a. nostro vedere, si <leve al fallo che in Sicilia. lo industrie o I commerci, essendo ancora. bambini per la mancanza dei ca1>itali, non hanno la forza di sman– tellare la. vecchia. compagine del feudalismo: d'on<lo discende ratnlmento la. prevalenza. dell"aristocrazia e del clero a danno dello masso lavoratrici: il che determi– nerà. in Sicilia, prima. assai che si nv,•eri la. rivoluziono socialista, una rivoluziono borghese. Exruco LONCAO. AI PIO/NERI DELL' AVVEN/Rf < 0 ])alte sp,·i.zzanli incuclini faville, llalla sp1·is::anli pagina pensieri, dclt'a1'te tlai fulgo1-, su clalle glebe luUi a una luce, lulli a una luce fatico&a usi:ili, pen101efronli, &guarcli o,· 11a11iga11li pe1· 1·adio1a vi.tiOne, o,· to,·vi confitti a lerl'a, or di t:oleri indomiti corruschi, io vi &aiuto, o voi nella più 1a11ta loUa che mai conll•'uomo 1,011w pugnasse bal:anli <luci, io vi &alulo, o eroi novelli, o vindici d'ogni giu&li:ia, o delle imbeUi lol'lne 1ommovilori, o audaci, o pi0nieri delt'avveni,·e! E qual d'tm'onda lungo it ma,· selvaggio 1'isponcleat tonfo di 1nilte onde it tuono con sl1·ani w·li, con gemiti e clamo,•i irilermi'nati, tale al ,rlio grido immen,a eco ri,ponde mi&la di plau1i 1 e di &ingulli e à'fre di tul'be mi&et·abih infinite, a -voi l'or1'ende piaghe tendenti e i laceri ve"iUi e del 1·0:so pcnsier le balenanti informi ,pemi. A.vanti, o piOnieri delfa11t:enire! . . . Cupa v•é a [,-onte, pauro&a, enorme dell'it1imica &clva la mi11accia: immani hanno ne· 1ecoli radici de' p1•ivilegi (I) Se 11,ettavn. I\ noi, n.Yremmo Intitolato queat" oda, e Nostalgia (lei/a &attaglia•· l~U• cl viene da un valoroso gio, ,n.ne, uno fra I tnnll, nl c1uall li alstemn. di compressione polizies ca c he grava sul vcnsler..>di chi rlce1'0 Il 1Hu1c per mezzo delle pubbliche am– ml11l1trnzlonl (nnchO di quelle a cul la libert!l. &arebbe aura vi– tale), t:trpn le ttU dell'lni;tcflno e stroua I generosi aneliti a una ,·ha che sin. milizia cl,lle. Questo dramma intimo, ehe 81)inge l'auloro nlll\ ldealluailone dell"opcrl'.l. dei militanti, pervade, ci aembra, non voluto e 110111nputo 1lallo stesso autore, la col~ lana delle •uo 1trofc. 1-:dO per queato che, facendo ut1'eccezionr. da non rlpc1er1I co1I 1irt1to, al al11em:i. di non pubblicare vtr1i nella c.-ruco, ne :1prlamo le colonne a que1ta samca robusta. (iYola Cklla CRITICA).
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