Critica Sociale - Anno VII - n. 20 - 16 ottobre 1897
CRITICA SOCIALE 317 di principi o blasonati, perdura in Sicilia, come tristo retaggio dei tempi che rnro, malgrado la teorica romani" della 1·ts nullius, consacrata nel nostro Codice. L'integrarsi o differenziarsi, d'altra parte, dei bisogni dei feudatari, feste, conviti, caccio, caroselli; il do,•ersi sempre più circondare di sgherri, bra\"i, ecc, la cui mercè tentare i J>iani più ardili di furto e di rapina; il dovere accrescere i loro mezzi di difesa., armi, ca– valli, castelli, imponeva ai baroni un maggiore e nuovo sfruttamento da esercitare sui loro va.ssalli. Essi infatti speculavano il dfriuo di banalità. Consisteva esso nella privativa, che aveva il barone, di mulini, forni, trappoli, fondachi, taverne; più oltre di alcuno industrie, come ad esempio quello della. seta o delln lana.. Nessuno dei vassalli potovn, sotto minaccia cli pena., tenere alcuna di questo industrio: essi erano obbligati anzi a maci– nare le olivo noi trappoto del signore, molire il frumento e cuocoro il pano nel molino e nel forno dello stesso: ogni viandante, oltre le gabello, i dazii, i diritti di pe– daggio cho doveva. pagare al feudatario, era costretto ad albergare nel fondaco di lui. Il barone siciliano contemporaneo ba sostituito al diritto di banalità, abolito colla. costituzione del 1812, un altro diritto non meno esoso di quello. Fin dall"epoca feudale i terrazzani ebbero comune col feudatario i pa– scoli delle ghiande, oltro al diritto di liberamente rac– coglier legna nella. vicina. roresla. Ma, essendo stati, colla rivoluzione borghese del ·oo, spogliati i comunisti dello terre demaniali, che ant!arono ad ingrossare la proprietà terriera, a, 1 venno che i pascoli liberi furono interceU.at\ menll'o d'allora in poi non si potè più far legna nel bosco del barone previo rimborso d'una gra– vezza. stabilit.a. I villani, costretti dalle pressioni delle circostanze, debbono ricorrere o.I furtoj e, molte volte, Yi riescono, ma. ahi! quanto volte non sono presi, ba– stona.ti o magari fucila.ti do.Ilo sgherro del signore! Quanti non sono i cap1•ai processati e condannati ad un l'isa.roimonto por pascolo abusivo! Altro diritto, ronto di abusi o di vessai ioni, era quello che aveva il bo.rono di amministrare si la giustizia civile che la penalo. Un tal diritlo, detlo, con parola del tempo, me1·0e mi,to imperio, strappato a.Ila debolezza di re imbecilli e deboli, era, nelle mani dei baroni, un mezzo efflcacissim'> per esercitare la più. spietata tirannia. sui poveri vassalli. Bastava. che ad arte il signore inven– tasse un delitto a carico di un vassallo, per strappargli, in compenso della concessa liberazione, o la figlia o la moglie o la. sorella., oppure obbligarlo a lavorare la sua terra per un numero determinato di diete, o rendergli altri servizi stra.ordinari. li barone, dal canto suo, po– teva rubare, taglieggiare, stuprare o incendiare, non temeva pena. Conti e baroni sin dai tempi dei Normanni godettero il privilegio di essere giudicati dai loro pari. I feudatari, per via.di tal diritto, erano ex lege. Esempio mirabile di ciò che sono lo lotto di classe! Del resto non è codificato lo stesso diritto nello Statuto della borghesia italiana 1 Ma, oltre a tutto questo angherie e peranghel'ie ( 1 ) (sono termini usaU noi diplomi), il barone ne aveva sperimentala. allra ancora più esosa e vessatoria dello precedenti. Oli è che i componenti il vassallaggio dovevano lavo- ( 1 ) A111,111e,·ta (dnl l:Ulno angariar·e. cogere) .-aie sen·izio forzato <•crcuiu coac/a) 1t111a mercede: ~anohcria, servizio tonato con ricompenu. \"tdl ORLASDO, Peudall:rmo in Stcma, pa,. 17t. raro o prestare dei lavoratori per un determina.lo tempo a bene0zio del signore. Un tal diritto, unito agli altri di regalia, di dazi, di pedaggi, ccc., veniva a mettere quei paranoici e microcefali feudatari nelle condizioni di appropriarsi tutto il nuovo valore creato dal lavo– ratore della terra. Ciascuno do,,eva, nel tempo della mietitura., un numero stabilito di giornate di lavoro (dielt), nel tempo della semina. il lavoro di uno o più paia di buoi per un tompo determinato, galline, uova. e qualche pozzo di cacciagione al Natale e alla Pasqua, 111 decima. dello capro o dei porci, oltre, in occasione della vendemmia, cerchi por le botti del monastero o do! castello. Noi contra,tti colonici doi tempi nostri troviamo patti che hanno certo origino in quei lontani usi feudali. Così vediu.mo :1 villano obbligarsi a far la vendemmia, la mietitura o In.trebbiatura a proprie spese, a pagare il pn.lmonto, o.. consegnare i prodotti a domicilio del padrone, a fabbrico.re con propri materiali le capanne. Oltre a.Icanone, il conduttore del fondo de"e al padrone i ca,·naggi, che consistono in biade, frulla, vino, olio, cacio e simili ed anche in animali mangerecci, d'onda carnaggio, che valo carne da mangiare. L·uso di dare cerchi per lo botti lo si vede ancora osservato in molli paesi della. Sicilia, dovo si vive come ai tempi preada– mitici, con l"aratro della. prima. agricoltura. e colla mo– rale degli schiavi abbrutiti di Roma. Una giornata di lavoro gratuito veniva detta, nel linguaggio feudale, dieta: essa costituì la principale fonte di arricchimento o impinguamento dei feudatari. La teorica marxista, che cioè il capitale altro non è cho una quantità di Ja.,·oro non retribuito, trova lumi– nosa conferma nel processo di formazione delle ricchezze feudali. Nello diete o co1·i.,ale consisto tutto il segreto della. formaziono di quella ricchezza. mobile, che doveva urtare con In. propriolù. torriora quando la. necessità. storica si fosse prosontn.tn . Lo diete costituirono in Sicilia un servizio personale cui vennero sottoposti n. preferenza i villani, o rustici. . .. Ma qui sorgo spontanea una domanda. Cosa erano questi villani 1 Quale ora la loro condizione in quegli ordini sociali dell'epoca feudale! I diplomi ci ricordano cinque classi di persone, ei',SOnzialmente separate: i conti, i baroni, i militi, i borgesi, i rustici o villani. La nascila dunque o la c.liversa posizione sociale davano luogo a questo di\•orse frazioni di due grandi ordini o classi in lotta fra di loro o che possiamo così aggrup– pare: conti, baroni, militi; rustici o villani. I borgesi, pronti ad essere inghiottiti quando che fosse dalla no– biltà. feudale, costituivano una classe amorfa: essi po– trebbero, sotto milio riguardi, paragonarsi ai moderni piccoli-borghesi. Come costoro, non erano nè carne nò pesce: o, corno questi si trovo.no in balla dei re dell'oro e dell'alta Banca, dogli usurai e dei conti dell'aggio, cosi quelli erano allo..dipendenza diretta. dei baroni dei castelli: ad essi ricorrevano quando abbisognavano di denaro o di protoziono, od essi vendevano le loro pro· prietù. allodiali quando 11011 potevano pagare ll debito contratto. In quoll'immnno ingranaggio sociale, però, <:hipagava per tutti ora il vlllano. In cima a quella scala sociale, come bon si esprime il La Lumia (op. cit.), era un ba• ronaggio opulento, strapolenle, tirannico; in basso, una. moltitudine condannata irremissibilrnenle a servire, a. strisciare, n. piaggia.ro. Michele da Piazza, ritraendo con lettore di fuoco te condizioni miserevoli e lo squallore
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