Critica Sociale - Anno VII - n. 20 - 16 ottobre 1897

316 CRITICA SOCIALE e visto o considerato tutto quanto, dovrò io, in casi ruturi, probabilissimi, usare della mia influenza per tener tranquilli opero.i e ma.ssai e contadini, i quali hanno motivi di dolersi di codesti signori possidenti, nobili, industriali, o già hanno tentalo scioperi e rivolte paurose? « Dav,•ero, io ho sostenuto anche in passato le buone ragioni dogli operai, mo.ssai e contadini; ho ratto in modo che lo ragioni di questi o le ragioni dei loro padroni fossero equo.mente apprezzato; ma oggi, vedendomi di contro i modero.ti liberali tiella nobiltà. o dell'industria, o sapendo che costoro istigo.no il governo contro i cat– tolici - non sarebbe buona cosa che lasciassimo a loro signori di sbrigarsela coi loro dipendenti 1 Non sa1'ebbe anzi tm bene che clicessimo ai contadini e agli operai cli inso1·ge1·0 contl'O i lOl'Osfrutlalo1·i del blasone e della borsa 1 « So ò da farsi, co lo dica; da.remo una lezione coi fiocchi ai gonfi abbono. ii della Peneveran.:a o del Coi·– ' iere; c'è bisogno di darla una lozione a. codesti illustri. Illustri, dico, poichò se un momento un contadino re– clama., essi sono qui dal prete e guai se il prete non corre; lo denunziano socialisla, anarchico e peggio. li– lustri e sapienti perchè istigano il governo a. persegui– tare noi, dai quali in,•ocano uffici e senza i quali sa– rebbero già a mal partito « Signor Direttore, voglia darmi risposta; vi sono qui e qui vicino non pochi di abbona.ti a.i citati giornali ec– citatori di persecuzione contro i cattolici. « Mi creda suo devotissimo (firma). :1o Chi ci scrh•o ò laico o prete, & parroco o no, è una persona. individua od è collettivn. Noi rispondiamo som– messa.monto: e rate la giustizia, usato di equità, vi re– goli la. carità. Non vi consigli l'ira i se si dovesse badare all'ira, sarebbe da gridare la crociato. contro il nobilume o gli industriali cho, prevo.ricando dal loro istituto, si sono fatti coi loro giornali, lo. Perseveranza e il Co1·- 1·iere, o. promovoro l'ostorminio doi cattolici; ma non sia la vitto1•ia all'ira. A voto, del resto, il nuovo e vec– chio testamento - o il pastor della Chiesa che vi guida - questo vi basti a vostro salvamento. Non badate ai ricchi o nobili sol perchò ricchi o nobili, ma. badato a ottenere elio essi siano redeli ai precetti di quella.Chiesa, contro la quale eccitano lo astiosità del governo, al– leandosi alla massoneria. Accusano noi cattolici di mi– nare lo istituzioni dello Stato - ci accusano Perseve– ran.:a e Corriere - ebbene stiano essi fedeli alle leggi della giustizia o della. carità della Chiesa cattolica o subiscano le conseguen. ie deU'infrazione di queste tedoi. EJPrimiam.o idea che n on sono al luUo chiare percJl.è chia,·e non lo devono e11ere; ma ,·ileniamo che siano chia1·e abbastan;a per chi puù aver interesse a llu– diarle. O signori, cho il mondo sia stato dato a voi perchè noi fossimo il vostro trastullo1 Il popolo cristiano non la pensa cosi; il popolo cristiano è cristiano e opera e oporor;\ da cristiano; "oi, liberali, rispettatelo corno cl'istiano quosto popolo, so 110 1 siu·ù. quel!o che sarà· noi difondoromo il diritto e la. verità, ma non metto~ romo ma.i la 1•cllglone a fu.ria da carabiniere per pro– teggere i prepotenti. Perseguitateci; risponderemo. La lettera, che, se!1za dirlo apertamente, si vor• rebbe _far_credere d1 u_nparroco ~i campagna. sarà magari, giudicando ali odore, stata scritta in Reda- 21one dalla stessa penna che poi stese quelrunluosa risposta. Ma confessiamo che, fra l'una e l'altra, un più classico esempio di ricatto, previsto dall'art. 154 del Codice penale, è difficile imaginare. Un solo dubbio rimane, che per altro non turba affatto il buon sangue che producono in noi queste ba1"U{ein famegla: se siano più spregevoli e più briganteschi i ricattatori od i ricattati. NOI. DIRITTI DEI FEUDATARI INS CILIA Il. Nè solo si infeudavano terre, castelli, palazzi, boschi, villaggi, ca.sali; ma oziandio salino, tonnare, censi, ren– ditP, decimo, proventi d'ogni genere; nel mentre gli stessi uffici pubblici si tra.mandavano nelle famiglie ba.• ronali, corno proJ)rio od esclusivo retaggio. Cosi lo pubbliche arnminislrazioni e lo stesso Parla• mento erano nelle mani dei nobili, della. toga o della spa.da. Lo popolazioni soggette, corno i moderni prole– tari, venivano escluso da. quell'Assemblea legislativa. Più Comuni o castelli, o manieri, obbedivano a. un solo conte o bnrone. Dei 250 o più Comuni, in cui si divideva. il territorio, quaranta all'incirca erano demaniali, mentre 200 o più erano tenuti in feudo ('). Fino dal 17i0 vi era.no in icilia. 282 Comuni feudali o 83 demaniali ('). In che consistesse la. soggezione dei Comuni all'epoca. feudale ce lo dicono pallidamente le moderne elezioni dei deputati noi piccoli paeselli rurali, dove il prete o il latifondista s'impongono alla. massa facendole eleg– gere una. determinata persona.: ce lo dicono la bassa morale o il servilismo o la miseria intellettuale dello ~asse condotto a. striscia.re ai piedi del padrone, cui riguardano corno segno sacro, come l'unto del Signore. Nè questo em tutto. Dello città più grandi poche si sottraevano alla ra,. pacità cd ingordigia dei reudntari. Ma ciò a nulla va• leva: poichò gli attriti o gli antagonismi per la presa dei pubblici poteri fro. lo famiglie patrizie più forti economico.monte dilaceravano la città con grandissimo detrimento di quello ultime cl.issi sociali siciliane lo quali si vodovn.no disputato come la femmina. da due feroci anima.li. Quello lotte intestino medioevali che dilaniavano uomini o coso, come quello che discendono da inloressi antitetici, perdurano in quasi tutti i paesi di Sicilia. con grandissimo accanimento dei partiti di– sputantisi la. conquista. dei poteri pubblici. Chi non sa che in Sicilia i moti del 1893 rurono determinati dallo lotte locali dei due partiti in antagonismo, lotte che vanno 11 sanzionare e il privilegio e il nepotismo e la più nera dello conseguenze dello lotte di classe, cioè lo scaricare sulle spalle dei più miseri ogni tassa o gra– vezza 1 Ben le sanno lo conseguenze esiziali di tali lotte brutali i maestri elementari e i medici condotti e gli impiegali in genero che a.bbiano avuto la cattiva idea di parteggiare por l'uno o l'altro partito! In quello pubblicho curo, come dice il La Lumia (nelle presenti, possiamo dire noi), in quelle parlamentari adÙ– nanzo, nello. pratict\ di quello civili larghezze, soppian– tavasi con perenno incl'emonto un'aristocrazia usurpa• trico. Nò il mare si sottraeva alla legge fatale dello infeu– damento. Il signore poteva esigere un dazio sopra. i bagni, i diritti doganali di mare o proibire a chiunque di pescarvi. li monopolio della pesca dei tonni, da parte (') fUD0R0 I,,\ l~uwu., Matuo Polhd, pag. 83, § ,. P') S•Lv101.1, Storia dd Diritto llallano, parte lii, pag. !83

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