Critica Sociale - Anno VII - n. 19 - 1 ottobre 1897

Bt CRITICA SOCIALE 295 sfregio alla legge, reclusi nelle fortezze (Porto Er– cole). Quanto più l'istituto faceva pessima prova. tanto più, luage dall'aboljr·lo, se ne estendeva ed inaspriva l'applicazione. E giusto dire che. sotto il dominio della Destra, l'abuso non fu mai così grande come dappoichè assunse il potere la Sinistra in nome della cosidetta democrazia ('). Ma l'origine prima e vera del domicilio coatto, e proprio applicato nella sua forma più recente e più infame, colla relegazione nelle isole, risale molto più addietro, e non occorre molta penetra– zione a intuire che gli inventori ne dovettero es– sere i J3orboni, il Governo « negazione di Dio >. È ciò appunto che ci racconta la Mario, e ne ci• tiamo le parole : Furono proprio le isolette conosciute sollo il nome di 1'remiti, distanti dal continente (Torremilelo) ~ chi• lometri, il luogo dtstinato da }<~ordinando IV (1792 per residenza a un bel numero di scellerati, che furono poi graziati dal re Mura.t nel 1809 per la difesa fatta contro 1e navi inglesi. Nel 1843 vi furono mandati ancora più di 200 ladri, grassatori o camorristi, con l'intenzione di stabilirvi una colonia penale. E per « popolare l'isola.» si pensò d'inviarvi nel JS,14 un dato numero di trovatelle dallo stabilimento deH'Anmtnziala di Napoli. Ma il bastimento che le tl'asportava ru respinto da una burrasca nel porto, e il popolino, credendo all'intromissione miraco– losa della Vergine, tanto fece che il 1'e vi sostituì 50 prostitute, che giunsero alle isole in marzo e si accasarono con relegati. Siccome l'ozio forzato, il vizio e la camorra conducevano a omicidì e a violenze d'ogni specie, si dovette spedire un governatore civile e mi– litare, il colonnello Pietro Somma, il quale, con mezzi sommari e bastonature generali, vi ri<lusse un po' di ordine, sussidiando le donne, raccogliendo le fanciulle e i figli di sì degni genitori in un conservatorio-scuola. E così si n.ndò avanti fino al 1861, qun.ndo fu abolito l'uOìcio di ispetloro delle prigioni e dei presidi della relegazione e colonia di Tremiti; nè mai si poteva ima– ginare che il Governo nazionale si sarebbe servito di simili mezzi. Per i sospetti e temuti prigionieri politici il luogo prediletto dei Borboni era Favignana, e nella fatale fossa di Santa Caterina furono calati i patrioti siciliani del 1812, e per ultimo il Nicotera, il quale dopo 6 mesi di tortura ne fu pescato fuori più morto che vivo, quando una tempesta ruppe il tetto di quel ser,o!ao d'un vivo, e chiuso a. San Giacomo (1). Così Porto Ercole ha anch'esso i suoi degni an– tenati. Senonché, poichè i nostri governanti d'oggi e di ieri debbono pur riabilitare gli esecrati Bor– boni, sia lecito osservare clie almeno, sotto i Bor– boni, gli ospiti di 'fremiti .erano o dovevano essere scellerati autentici, condannati, per quel che i tempi comportavano, in regolare giudizio; e che le vit– time politiche di Favignana, a cominciar dal Jico- fil Nel secondo semestre t87l alle sedici, località allora desti• natQ ai co:1.lti,·ennero mandati soltanto ,a individui; nel '7!, t302; nel 'i4, lS~i, e cosl ,•ia con un crescendo non iulerrotto. I coatlì, che in lulti questi anni non avevano mai raggiunto i 4000, che ancora al t. 0 luglio t893 erano 3448; nel giugno i894, sotto il Crispi, ma prima delle leggi ecceziouali, divennero 5013.Di questi, 3665 rimanevano in ozio e 618 erano tnalilli al la~or-o: or comè mai, chiede la Mario, potevano venir c.:,ndannati per non essersi dati a la,·oro stabile 1 Proclamato lo stato d'assedio In Sicilia, si cacchlrono senza proceeso 1871 Individui a domicilio coatt.o • ller costringerli a meditare e ad organizzare la vendetta. (!J Pag. !8·19. Ult: uno B,arco tera, come le vittime della persecuzione austriaca nel Lombardo-Veneto, erano quasi sempre (sia detto a loro vanto) dei cospiratori sul serio. Si noti ancora che il popolino napoletano del ',t4, aiutato, sia pure, da impulso superstizioso, ha sa– puto salvare dall'ignobile scempio una schiera di vittime innocenti. Sarà dammeno, alla fine del se– colo dei lumi, il popolo dell'llalia unificata e « re– denta a libertà » 1 A Favignana. Che cosa sieno le colonie dei coatti, che sentine immonde di corruzione e di delinqueuza conten• gane, da ormai trent'anni, e malgrado tante in– chieste rivelatrici e promesse di miglioramento, coteste infami geenna che il Rudinì vuol conser– vare e arricchire di nuovi ospiti (e che le voglia e le debba conservare, anzi peggiorare, se la nuova legge passerà., è ciò che dimostreremo in altri ar– ticoli), é cosa troppo nota, troppo cresimata da documenti ufficiali, perché sembri necessario l'in– sistervi. 'l'uttavia non e! teniamo dal riprodurre la irnpl'8ssione che ne ebbe la Mario nel '02, quando alla Favignana, dopo aver visitato il reclusorio di San Giacomo, nel quale si scontano lo pene dei più g1•avi reati e dove pure aveva trovato ordine, disciplina, pulizia, lavoro, si innoltrò nel villaggio doYe formicola la popolazione dei semplici coatti. Uscendo dall'ergastolo di San Giacomo e percorrendo l'isola di Favignana in lungo e in largo, fui colpita dalle fisonomie sinistre, dalle voci rauche, dai motti insolenti e minacciosi degli uomini che s'incontravano per ogni lato: laceri, spo1·chi, molti scalzi, con la. pipa o la cicca in b0cca, urlanti, gesticolanti dentro o into1'no le bettole. Vidi vecchi decrepiti, uomini robusti di mozza età, altri giovani, disoccupati tutti, molti ubbriaclti. Non mi cadde ma.i sott.'_occhìounà miscela di esseri unnni cosi schifosi, cosi abbietti. I galeotti testè visitati sem– bravano gentiluomini in loro confronto. - Sono coatti - mi disse un signore che gentilmente si era offerto di farmi da cicerone - il llagello della nostra isola, scelta a domicilio di questa. gente, sbarcata gill alla rinfusa, senza disciplina e senza lavoro. A che servono i regolamenti municipali per l'igiene1 a che lo scuole stesse, quando i nostri figli e le nostre figlie, uscendone, odono le parolacce e veggono gli atti osceni di costoro1 a che la libertà, quando le nostre donne non sono al sicuro dagli insulti, dalle minaccio, dagli attentati di questi oziosi vagabondi, che in più cli 400 girano tutto il giorno, molestando i contadini cho lavorano e rubando quando e quanto possono? ... L'atmosfera è appestata; le strade, pulite ogni mattina, diventano in breve ora. cloachei molti di noi teniamo fino a sera chiuse le nostre case, fino cioè a quell'ora benedetta che i coatti vengono rinchiusi. Allora soltanto si respira un poco ....' Il domicilio coatto - prosegue la scrittrice - è un innesto malefico sopra un albero non sa.no, quello <lei sistema penitenziario. I più assidui cultori dello scienze penali, i direttori delle carceri, i delegati <li pubblica sicurezza che sono stati a capo dei coatti, gl'industr·iali che hanno tentato di impiegarli, sono <l·accordo nello affermare che !"ordinamento è pessimo, perché impos– sibile la disciplina tra gente condannata spesso all'ozio forzato, renitente alla fatica, a cui non può essere co– stretta, quando non vi è lavoro. Cercai di sapere dove abitavano o come vivevano tutti quegli uomini e che provvedimenti prendeva il Governo per impedire che nel nuovo domicilio commet– tessero rea.ti . Trovai i dormitori, lunghe camere sucide

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