Critica Sociale - Anno VII - n. 19 - 1 ottobre 1897
300 CRITICA SOCIAL~ fuoco contro la manomorta, come quella che inceppava ogni progresso e civiltà. Lo sfasciarsi di quell'ordina– mento economico anebbe originato benessere, miglio– ramento matcriJ.lc, morale o intellettuale agli ultimi strali sociali dell'isola. Quella proprietà accentrata si sarebbe dovuta dividere in piccoli lotti per forma.re un numero stra.grande di piccoli proprietari, che avrebbero coslituilo il massimo della felicità. La storia diede torto a quegli utopisti: i grandi specula.tori si appropriavano la terra per pochi soldi; e il !alifondo, da ecclesiastico, diveniva capitalistico. Nè le donazioni feudali si limitavano ai semplici beni: esso si estendevano a servizi, che le popolazioni sog– gette, o vassallaggi, dovevano prestare ai loro temuti signori, o conti, o baroni, o vescovi. Non solo. Con i villaggi e i casali (nome che tuttora si conserva in Si– cilia.) venivano concesse, come mandre, le popolazioni, sotto il nome di vassallaggi. Cosi nel 1086l'arcivescovo di Palermo ebbe clonato il casale di Gallo con fH villani; nel 1093 il vescovo di Girgcnti il casale di Cathal con 100 villani; il vescovo di Mazzara o suoi succeSiori, nello stesso anno 1093, il casale di Cizir ('). Il vassallo, in gergo feudale, veniva chiamato con la tipica espres– sione di crialu, che indica l'estrema degradazione della dignilà umana. A indicare come, nel linguaggio, certi vocaboli si conservino, bcnchò scomparse le cause che li originarono, ricorderò come in Sicilia, quando si vuol recare grave ingiuria a qualcuno, lo si chiama c1·ialu. In molti paesi della Sicilia, dove si contendono il campo politico e amministrativo i partiti aristocratico e demo– cratico, quest'ultimo suole chiamare il primo « partito dei criati, o dei vassalli ». Per cotal via quei beati possidentes di vassallaggi venivano a godere di1·itti e privilegi che loro arrecavano un benessere di gr::i.n lunga superiore a quello della proprietà materiale del feudo. li signore poteva imporre ai suoi soggetti tasse, gabelle, collette. Il vescovo di Cefalù, per es., riscuoteva una rendita di J0_000 ta1·ì. annuali, mentre gli introiti dello sole gabelle ascesero in un anno solo a 6i00 tari, cioè a dire una rendita di 10.000 lire italiane cirr.:i, ossia 10.000 giornate di lavoro a una lira dei nostri braccianti rurali, che ò supergiù la media dei loro salari. I vassalli dovevano giurare fedeltà al signore, difen– derlo nella persona e nell'onore, combattere a difesa dei suoi domini; in tempo di guerra proteggerlo con lo scudo, tenere la staffa. al padrone in segno di suddi• tanza quando cavalcava, condurgli il cavallo per la briglia nei luoghi scoscesi. Pochi di siffatti usi feudali lasciarono traccia fino ai dì nostri. Amano tuttavia i padroni di farsi assettare la staffa al piede dal villano, di farsi condurre il cavallo per la briglia nell'uscire dal paese e scortare in tutti i loro viaggi. Il vassallo non poteva in alcun modo sottrarsi alla egemonia del-signore. Non poteva abbandonare il feudo, perchè considerato come un immobile. Il signore aveva il diritto di ripigliare i suoi vassalli dovunque fossero andati ad abitare. Rocco Pirri, nella sua opera monu– mentale: Sicilia sacra, ci riferisce che il signore poteva esigere dai suoi vassalli, per ogni contratto di compra.– vendita che stipulassero dentro l'abitato o nel circuito· di due miglia nel suo territorio, un dazio detto di mer– cato, o altrimenti di platea. Ma non tutti i feudi avevano vassallaggio. Molti ve (') GRHOORJO, op. cit., tomo T, pag. !8. Bib 1otecaCJ1no H1arco n'erano anzi i quali difeltav[l..no di popola.11ionee i cui diritti si limita\•ano ai soli frutti naturali. A differenza degli altri, eran detti feudi semplici. Il signore di feudi siffatti non sapeva mettere il cuore in pace con sì me– schino profitto. Ciò che l'aveva mosso a quella crociata non era la fa.me della ter1'J, ma la esigua retribuzione del capitale. Questo intanto si sviluppa e si accresce in quanto l'uomo, o nella qualità di schiavo, o di servo, o di salar-iato, lo mette in moto e gli dà. vita. E ciò perchè l'uomo, lavorando, produce sempre un valore maggiore di quello che costano le materie che gli abbi• sognano per conservarsi in vita e riprodursi. Il signore feudale aveva precisamente bisogno di uo– mini sfruttabili, d'un materiale umano da incorporare ai suoi dominì, per via del quale far figliare oro alle sue ricchezze, e così ingigantire le sue rendite. Ond'ò che i baroni fondavano villaggi accanto ai 1orriti ca– stelli, dove l'orgia e la crapula imperavano, attirandovi con mille promesse e vantaggi nuovi abitanti, cui da– vano a coltivare le terre con espressa condizione che sarebbero per perdere ogni vantaggio e diritto al risar– cimento delle speso fattevi qualora se ne volessero allontanare. Nella costruzione di quei villaggi, o castelli, il vassallo doveva portare gl'atuitamente travi, calce, pietre, acqua. l3en lo sanno i moderni srhia.vi dei lati– fondi siciliani quanto gravi il diritto feudale dcli'« in <.edifi,cando » ! Tuttora il contadino siciliano stempra la · calce, porta sul dorso de' suoi animali, so ne ha, acqua, travi, pietre, quando il signore fabbrica nel fondo da lui tenuto in gabella. Come si vede, il sistema. del lavoro gratuito permane in Sicilia alla ba1'ba di tutto le leggi protettrici del lavoro. (La fine al pross. num.). ENRICO LONCAO. CRISTIANI A TICHI ESOCIALISTI MODERNI Come più ai reazionari si spuntano in pugno le armi inteUettuali contro la dottrina socialista, concentrano i loro attacchi contro gli apostoli, im– miserendo a questione personale una questione di princip'.ì. Se i socialisti sono poveri, li accusano di volere per invidia nelle sostanze altrui dar di piglio; se ricchi, o li tacciano di pazzia, o... di non essere poveri! E vediamo - strano spettacolo! - de' scettici ed atei, esaltare, per deprimere noi, i primi cristiani. Quelli - dicono - a prova di lor fede sapevano buttar via le loro ricchezze, mentre i moderni socialisti preferiscono vendere il fumo delle loro chiacchiere sovvertitrici. Fosse pure: ogni partito ha i buoni ed i grami: e che c'entra questo colla dottrina 1 Ma intanto anch'essi, i primi cristiani, per mezzo dei loro apologisti, dovette1·0 lottare contro i conservatori di allora, che con ca– lunitie e libelli li accusavano financo di turpitudini contro natura, incesto, infanticidio, magìa, antro– pofagia, ecc., ecc. Socialismo e cristianesimo, in vero, si rassomi– gliano, non tanto nella sostanza, quanto nella forma; uell'entusiasmo degli adepti e più ancora nella rea– zione che destano. Oggi i socialisti sono i nemici della famiglia, della patria, della religione, della proprietà, della società, come i cristiani erano gli incendiari, gli avvelenatori di fontane, i man$ia– tori di bambini, gli uomini senza Dio; oggi si sciolgono le Società. operaie e i Circoli socialisti, come una volta si scioglievano le ass0ciazioni cri– stiane quali cOJtusit/iciti ed illictta cottegta; oggi, sotto il colpo di leggi eccezionali o di circolari segrete, i socialisti sono messi fuori della legge, e
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