Critica Sociale - Anno VII - n. 19 - 1 ottobre 1897

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO SCIENTIFICO Nel Regno: Anno L. 8 • Semestre L. .a- All'Estero: Anno L. 'IO - Semestre L. &,50. Lettere, vaglia, cartoline-vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E., 23 (1.' planonobile) Anno VII - N. 'IO. Non sl ven<le a numieri sev<l'l'atl. Milano, 1. 0 ottobre 1897. SOMMARIO Attualità. A Cong,·esso t111Uo (LA CR.ITICA SOCIAI.E), Il domicilio coatto: VI. I,a legge tdtota (Avv. CAMJLLO DE 8.KNE• DETTI), Vergogne Italiche (JESSIE WIIITE MARIO e Noi). Studi sociologici, L'InyhtUe,-ra 11cll'India (O. M.), })lrtltl del feudatart in Slcuta, r (ENRICO LONCAO). Oristiamt antichi e soctaltstl moderni (G. BONAOIUSO), FlloeoB.a, letteratura e varietà. Un Wwo su l'Aust1·alia (f. t.). PubNtca:toni pervenute Ot dono. Btbltotec4 dt propaganda. A CONGRESSO FINITO Han corso troppo davvero quei fogli cattolici, Lega Lombarda, Osservatore, ecc., che, d'accordo con la Stanipa di 'l'orino, per non venir meno al « dovere », come scriveva ingenuamente la Lega, di valersi delle armi che noi loro porgevamo contro di noi, si fecero forti del nostro articolo scritto alle soglie del Congresso, per annunciare ai popoli la« crisi del partito socialista », lo « sconforto dei socialisti italiaui '», e per auspicarne che il nostro partito, « anziché scorgere sui suoi passi l'alba so– spirata, vede precipitarsi sul suo capo l'ombra tetra della notte. » Dopo queste parole apocalittiche, la pietosa Lega ci consiglia fraternamente, se vo– gliamo la salute, a rientrare in grembo a Santa Madre Chiesa e darci al socialismo cattolico rispet– tando i preti; la Stampa, dopo averci ben para– frasato, conclude che il Congresso di Bologna con– fermò a puntino le nostre profezie e ne cava (con la convinzione, certo, di dir cosa nuova e di farci un enorme dispiacere) una constatazione, che le pare tanto più notevole all'indomani - dice - di vittorie che hanno fatto impressione: che cioè « se gli scandali quotidiani delle fughe dei grandi ladri e dell'impunità dei barattieri maggiori non spin– gessero, per giusta reazione, i meno favoriti dalla fortuna nelle sue braccia, si potrebbe <lire che per qualche tempo i progressi del partito socialista sa– ranno insignificanti ». L'Osservat01~e, più caino, gongola riferendo l'appetitoso nostro articolo e consiglia ai socialisti (oh! consigli disintePessati!) meno chiacchiere e più fatti, e minori contatti colla bo1·ghesia.... se vogliamo fare efficacemente gli interessi del partito. Ben lontani dal disconoscere a tutti questi signori, tonsurati e non, il diritto di tirare ogni rigagnolo al proprio molino, di storpiarci e contraffarci le frasi, come fa la Lega, di presentare al suo coltis– simo pubblico, come fa la Stampa, il Bebel e il Liebknecht per due .... inlelligenti operai! Ciò è con– ferme ai loro metodi e alla loro sapienza. Ci diverte anzi moltissimo il sospirone di confol'to che li ve- diamo tirare a sentirci dichiarare che abbiamo ahimè! noi pure le nostre umane debolezze e che non siamo ancora at•rivati coi sassi alle porte del potere. Non parlavamo del « folle spavento » e dei « buffi contorcimenti dei nostri avversari»? La Stampa, nella furia del citare, dimenticò di can– cellare l'inciso. Ma li credevamo più abili. Perché, ammettendo, come ammette la Stampa, che le nostre qualsiansi debolezze sono t'iconosciute e discusse da .uoi prima che da ogni altro; osservando, coll'Osservatore, che noi « non amiamo i voli pindarici ma la prosa du– ratura che il vento contrario non travolge», si con– fessa quel che più esplicitamente, in un impeto mal calcolato di sinceritù, ha confessato la Lega: « Dobbiamo però anzitutto confessare una ve- 1·ità. Non sappiamo qual auro partito avrebbe tanta franchezza e tanto coraggio da mettere cosi a nudo te proprie debolezze; segno /'orse (gran mercé, reverenda!) che in fondo all'animo di costoro non tutte te fedi sono spente e che perciò sentono di poter ancora trarre da siffatte confessioni un pro/Uto maggiore di quello che toro non verrebbe da pietose e menzogner·e reti– cenze. » Proprio così, consorella dolcissima. E vi pare una inezia! - Ma, e gli sconforti allora! e la crisi! Gli sconforti son la prudenza di chi non va là allegramente colla testa nel sacco. La crisi è crisi di salute. Averne presto dell'altre! . .. E questo anche rispondiamo ai nostri buoni amici della Lotta di classe, che alludevano a noi col parlare di « impenitenti Cassandre ». Cassandra: la persona fu noiosa ai suoi tempi, ma il nome non ci spiace; e, se la Lotta non scordò la sua storia greca, dovrà pur ricordare che, se davan retta a Cassandra, Ilio non sarebbe combusta e più tardi Agamennone forse deprecava il suo fato. Concediamo i facili peana nei momenti di bat– taglia suprema, di fronte al nemico; li tolleriamo, sino a un certo segno, nei giornali di minuta pro– paganda, cui la preoccupazione didascalica serve di musa; ma se noi, che ci intitoliamo dalla critica, dovessimo inneggiare ad ogni dirizzone del partito e, per non fiaccarci i muscoli, andar sempre alla deriva, via, che ci staremmo a fare1 Meglio non insudiciare allora queste povere carte, destinate così spesso ad aver torto oggi e ragione posdomani. Poi, l'aver ieri un po' brontolato ci permette, e non è poca compiacenza, di sorridere oggi. Il Con– gresso ci ha dato non solo quello che ne augura– vamo, ma anche qualche cosa di più. Certo, esso non.potè partorire quel che non era maturo nelle viscere sue. L'impreparazione su parecchie que– stioni non poteva svanire d'un colpo di bacchetta magica, e il Congresso ebbe il buon senso di ri– conoscerlo. Perciò, come avevamo presentito, la questione del decentramento del partito, quella

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