Critica Sociale - Anno VII - n. 18 - 16 settembre 1897
CRITICA SOCIALE 277 Chi voleva mai imbrogliare il greco, quando imbracciava il fucile e partiva per la guerra1 Era forse un eguale desiderio di mist:fìcazione che animava la Francia nel 1870, e la disfatta era dovuta al suo malsano spirito fanfaronesco od al!a imprepar::izionemilitare 1 Durante tutta la recente campagna greco-tuooa si vide, come era inevitabile, la vittoria pendere dalla parto della migliore organizzazione nei soldati e della maggiore cultura negli ufficiali. L'ordine obliquo delle battaglie, che, scoverto da Epaminonda sul campo di Martinea e rimesso in onore da Federico li a Rosbach, fu il segreto delle vittorie prussiane contro la Ft'anoia, ha celebrato anche nell'ultima guerra le sue solite, strepitoso vittorie. Da Nezeio a Mati, a Farsaglia, a Domoko la tattica dei turchi ò stata di concentrare grandi masse contro corpi separati e batterli separata– mente. Il capolavoro della inconcludenza greca furono Lo tre giornate di Velestino, quando i greci pigliarono sul serio i finti attacchi, durati due giorni, dei turchi, durante i quali questi si finsero respinti per impedil·e al corpo di Smolensky di congiungersi a Farsaglia col diadoco Costantino, ed al terzo poi ne smontarono le posizioni - quando ,,ollero far sul serio - in due ore. La disfatta militare dei greci, indipendente dall'ag• guato politico preparato dal re, non vi ha dubbio che si è dovuta alla loro insipienza militare ed alla orga– nizzazione libera e volontaria del loro esercito. Anzi, ove si badi che i corpi assoluta.mente liberi delle bande subirono in ~facedonia ed in Epiro disfatte assai più vergognose di quelle toccate all'esercito ordinario, vuolsì concludere che, quanto più in un corpo di milizie si accentua la volontarietà e la mancanza d'organizzazione tecnica, tanto più probabile e grave ne sarà la scon– fitta. lo non so se questa sia una conclusione amara. e dolorosa; so elle i socialisti sono contrari alla guerra e che quindi non è una contraddizione sostenere che, se i socialisti vogliono sul serto l'abolizione del milita– rismo,debbono pronunziarsi per l'abolizione della guerra. Il nodo gordiano non devesi sciogliere con la spada. di Alessandro, ma col consiglio di Aristotele, e l'arbitrato democratico deve sostituire la guerra barbarica. ARTURO LA.URIOLA, IL DOMICILIO COATTO V. La legge,menzogna. li disegno di legge predisposto dal marchese Ru– dini (strenuamente aiutato da quell'altro « galan– tuomo » del « compianto » ministro della grazia, Giacomo Costa, l'ultimo atto della cui vita fu di invocare dalla reale munificenza favori alla pro– pria famiglia in compenso dei servigi prestati alla dinastia) per rinverdire di novelle frondi e inve• prare di nove1le spine il più. obbrobrioso degli istituti politici del nostro paese, ha già meritato il nomignolo di«: legge infame» che gli fu impresso, in modo ormai incancellabile, dal plebiscito di or– dini del giorno che invade da due mesi la stampa popolare italiana. Giova· specificare che la infamia sua specialmente traluce dalla menzogna ond'è, per cosi dire, tutto inzuppato. Già il prof. Vilfredo Pareto, nel penultimo fasci– colo di questa Rassegna, luminosamente dimostrava come il vero (e perciò tenuto occulto) scopo della legge fosse di colpire a tradimento, coi socialisti, B b ote>raGino 111Arco tutti quegli uomini liberi, il cui pensiero e il cui carattere onesto dà noia alla trionfante impunità delle camarille tenebrose, che opprimono e dissan• guano il misero nostro paese. La dimostrazione dell'economista Pareto - fon– data sopratutto su considerazioni economico-sociali - merita di venir avvalorata da altri punti di vista. È sotto l'aspetto propriamente giuridico che noi ab– biamo provocato il parere di un giurista, di G. B. Im• pallomeni, professore di diritto penale all'Università di Palermo, onore di quel foro e della letteratura giuridica d'Italia; e a lui, che, al pari del ~areto, non milita (si noti) nelle nostre file, a lm pure abbiamo domandato quale egli pensi essere il vero scopo del di!egno di legge, e in particolare se esso gli sembri realizzare le promesse annunciate nella. relazione del ministro: « dare - cioè - al do– micilio coallo un carattere di maggior·e legalità, ed un'apJ)licazione più rist,~etta, accornpagnata da guarentigie veramente e{iìcaci »; dargli inolh·e • uno scopo più in armonia colle leggi /'ondamen· tali della civile comunanza ». Eeco ora la sua risposta: Evidentemente lo scopo della legge è la soppressione della propaganda socialista; mentre, quanto ai pericoli che all'ordine pubblico derivano dagli anarchici, prov– vedono, più emcacemente che questa parte del progetto, il Codice penale, la. legge sui rea.ti commt.issi con ma• terie esplodenti del 19 luglio 1894 1 e la legge sulla. pub· blica sicurezza. Di fatti, il comma b dell'articolo 3 (1), a volerlo con• siderare letteralmente, è un involucro di frasi che non dicono niente, perchè di per sQ medesiffie esprimono una impossibilità mo,-aie, materiale e legale,· e la loro forza è, non già in ciò che dicono, ma nei lot·o sottin– tesi, vale a dire in quello che sono destinate a fa·1·sa• pe,·e. Il disegno di legge ha per fine la conservazione del• l'ordinamento della famiglia e della proprietà: questo è chiaro e chiaramente espresso. Ma alla protezione dell'ordinamento della famiglia provvedono il titolo VIII, e alla protezione dell'ordinamento della proprietà. prov• vedono il titolo X e molte altre disposizioni sparse in altri titoli del libro II, non che il titolo IV del libro 111, del Codice penale; e la nuova legge non ò fatta. per sostituirsi alle disposizioni del Codice penai<•,Alla pro– tezione dell'ordina.mento della famiglia e più della pro– prietà provvedono pure, per altra via, le leggi di polizia amministrativa e la legge citata del 19 luglio 1894,oltre cho diverse leggi speciali. Il Codice civile, alla sua volta, mentre determina le basi della famiglia o deHa propriefa, ha, in loro tutela, le suo proprie sanzioni. E il progetto non si confonde con le dette leggi, perchè non mira già a prevenire gli attacchi diretti ai singoli diritti di famiglia. o di proprietà, ma.quelli cho si muo• vono alta costituzione, all'ordinamento· generale dei di• ritti di famiglia e di proprietà. E non può cader dubbio che uno Stato, avente una data costituzione sociale, deve avere in suo potere i mezzi per difenderla: o lo Stato italia110 li ha, princi· palmento con le sanzioni del Codice penate contenute nel titolo dei diritti contro la sicurezza dello Stato. Come si può, infatti, aUenta1·econ vie di fallo all'or– dinamento (alla. costituzione) deUa famiglia o della p1'0· prielà, senza attentare ai pubblici poteri che l'hanno in (1) Possono :lltresl essere assegnati a domicilio coalto ... b) coloro che con alti preparatori abbiano manifestato il de• liberato proposito di attentare, con \'iC: di falto, all'ordinamento della famiglia e ddla proprietà.
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