Critica Sociale - Anno VII - n. 18 - 16 settembre 1897
276 CRITICA SOCIALE f..l lo. Grocia rosponsabilo di una t>osizioneche essesolo hnnno voluta, o tenta poi di attraversare i disegni di quella, sotto coloro di non lasciar perturbare la pace europea, quando si sa cho questa pace è minaccinta soltanto (lo si vedrà. di qui n qualche anno!) dal man– tenimento dello statu quo. Ora, so ciò può spiegarci l'interessamento nazionale e polilico alla causa. di Creta, non ci dà. affatto ragiono della piega pigliata dagli ultimi avvenimenti; poichè, se può ammettersi che i giornalisti europei vivessero in tale ignoranza delle coso della Turchia. da dipingerci corno un cadavere un organismo ancora tanto pieno di vitalità., non si può supporre essere questo affatto il caso dei banchieri greci, disseminati por la Turchia od in grado di essere assai bene informati delle cose di questo paese. Il Deschamps, anzi, nel suo libro così istruttivo sulla Grecia contemporanea, ci fa sapere che quasi tutti i funzionari più intelligenti son greci. Anche recentemente, allorchb il sultano espulse i greci dalla. Turchil'L-t bisognò r evocare il rlecreto per gli &ddetti alle Banche, per gli alti impiega.ti ferroviari, per i medici, ecc. Per queste vie molteplici la. Grecia era in grado di es– sere bene informata sulla. importanza degli armamenti turchi: poteva ossa l5eriamonto pensare di superarli! Ebbene, anch'io ho parlato in Grecia con qualche uffi– cialo superiore; v'erano certamente dei fatui, dei folli e degli inconcludenti, anzi erano la maggioranza. - ma. vi erano anche persone ragionevoli, che presentivano tutto il periColo dell'avventura in cui la Grecia si stava. cacciando. Ma essi non credevano o non .tperavano nella guerra o si auguravano, nell'interesso della patria - ciò, s'intendo, lasciavano supporre in modo assai circo– spetto - che lo potenze applicassero seriamente il blocco, come noi 1886. Lo pubblicazioni avvenuto posteriormente alla disfatta. di Ma.ti, in occasiono 'della caduta. di Delyannis, non lasciano oro.mai dubbio eho il Ministero presieduto da quest'ultimo ostacolasse decisamonto la guerra. Ad un giornalista inglese, cho lo intervista.va ., Delya.nnis di– chiarò che il messaggio col quale il re convoca.va a. Larissa. un gran campo militare - e r u questo l'atto inizialo della guerra - sor1>reso persino i ministri. Fu detto vorso il principio che il ro era stato costretto a questo passo, sotto la. minaccia della. rivoluzione popo– larei quanto assurda• fosso questa ipotesi, lo mostra– rono in modo ineluttabile gli avvenimenti posteriori ( 1 ). 11ratto assai sintomatico che lo dimostrazioni popolari cessarono in Atene, corno por incanto, al momento della dichiarazione di guerra, o t>oi,anche nei momenti di maggior rabbia, non raggiunsero l'imponenza dei giorni precedenti, gitta una. luco discreta. sulla. sponlaneitil. di quello prime manifestazioni. . Certo, lo storico, che vorrà occuparsi di questo periodo tanto complicato della storia. greca, troverà. materia. assai adatta. alle più ingegnose escogitazioni; ma la verità o le causo intimo ed immediato di quei fatti non giungerà a coglierle so non per via d'ipotesi. La storia della Grecia non la. ranno i greci, questo è l'aforisma più vero. Ln. Cabala dei filosofi arabi b una cosa inflni– tamonto più facile a capirsi di tutti i grovigli che si annodano o si sciolgono fra Atono o Costantinopoli, ed t') In data !O aprile, cioè Jlrima dellA dichiarazione di gunr:i, io 11>lega,·nnel P1muotopa,·tam1nwwe, con una corrispondenza da Atene, perchè la Grecia non aarebbe Intorta contro ti re, anche in (AIO di dltfatta. ai quali tanto i greci quanto i turchi sono completa.– mente estranei. Il gran duello che si comb,~tte fra l'ln· ghillerra e la Russia è tutto composto o mat~riato degl! episodi più strani e fantastici, che si complicano co~II intrighi e cogli agguati or doll'Austrin, or della. Francia., cd ora. anche - perchè no1- dell'Italia.. Le questioni più importanti cho riguardano la Grecia o la Turchia sono risoluto fuori tiella Grecia e della Turchia; un diplomatico estero sa. di valere in quelle parti assai più di qualunque ministro interno, anche nelle questioni, anzi sovra.tutto, nelle questioni cli politica interna. Ma fra la Grecia. o la.Turchia corro una differenza di grande momento: che il capo dello Stato turco è il rappresen– tante più sincero degli interessi dell'Islam, mentre il ro di Grecia è semplicomonto la spia. dell'Europa ed il suo rufllnno. So dunque il re, in onta al consiglio meditato e fon– dato doi suoi ministri, s'ò deciso a compiere una serio di atti che dovevano provocare la. guerra, si può giu– rare in precedenza ch'egli non l'ha ratto nell'interesso della Grecia. lo non so se potrà. mai sa.persi a quale interesso e1tli obbediva; è certo che la. responsabilità della. guerra spetta. a lui cd a nessun altro. Il re, che l'anno innanzi aveva saputo e potuto impedire ogni movimento nazionale in faYore di Candia, ordinava. adesso al colonnello Vassos, l'unlcialo il più legato alla Corte, d'impossessarsi di Creta. in suo nome. E, quando poi la guerra. scoppia.va, raceYa qunnto era in suo po– tere per impedire qualunque successo della Grecia.. L"ox ministro della. marina, il Levidis, hn. imputato aperta– mente al re l'inaziono della flotta. È strana invero questa condotta. del capo dolio Stato, che da una parto provoco. la guerra e dall'altra ronde ine"itabile la dis– fatta! . . . Occorro pertanto distinguoro chiaramente. La sconfitta politica della Grecia era decisa ancor prima della guerra; ma questa non implicavri affatto anche ht disfatta mi– lita,•e. Como In. Turchia non ha ricavato dalla sua vit– toria che pochi palmi di terra, nulla dalla vittoria avrebbe ottenuto la Grecia. Quando le potenze videro che la guerra. non poteva più evitarsi, compresero che sta.va in esso rendere pratiche ed effettuali le conse– guenze della guerra. Poichè è ormai diritto ricevuto essere le cose della Grecia o della Turchia indipendenti dal loro volere, le potenze si a1'rogarono il diritto di disporre delle condizioni di paco come ad esso meglio garbava.. Chiunque avesse vinto, vinceva sempre il con– certo europeo. Ora io, nell'articolo su « l'ultima. delusione della guerra.•, non volli IJer nulla pa.rlare degli antefatti. Fosse andata comunque la contesa diplomatica prece– dente alla. guerra, quali che fossero state le causo sociali e storiche di esso, serbavano pur sempre il loro ,,a(ore le osservazioni ch'io face,·o. li sig. Gie1"1·e non hn. tenuto conto di ciò cd è uscito dai limiti indicati dal mio articolo. La questiono stava cosi: può negarsi che l'esercito greco fosso un esercito organizzato a foggia di esercito volontario cd i suoi capi non aves• sera compiuto la loro oùucaziono militare al modo pro• f'ossionalo degli eserciti ouro1>ei 1 Non era poi ad im1m– tarsi la disfo.tta militare alle speciali condizioni in cui si trova.va l'esercito sroco 1 lo spero di essere riuscito a dimostrare che del patriottismo dei greci non sia. il ,-:asodi dubitare, e quindi che il loro entusiasmo bellico - il qua.lo puro poggiaYa. su un interesse economico - non avesse nulla nè di artificioso, nè dì convenzionale.
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