Critica Sociale - Anno VII - n. 18 - 16 settembre 1897

CRITICA SOCIALE 275 ogni giorno dell'anno. Per una gerla di questo la• voro daremmo, oggi come oggi, una carrettata di voti. Noi pensiamo che il malessere che serpeggi• nel partito abbia questa via di salute. Nei suoi successi, il partito lo sente, c'è qualcosa di fitlizio e di vacuo. Questo è l'orientamento che va cercando. Trovato il quale, molte contese pettegole passerebbero presto fn seconda linea; parrebbero, come sono, questioni di lusso. Se il COn(:ressodi Bologna, pur non compiendo altra cosa, c1 lasciasse penetrati cli queste necessità e disposti a lavorare intensamente per esse, esso pure avrebbe il suo significato - segnerebbe esso puro una tappa nella nostra istoria. 1~ questa 1a nostra speranza e l'augurio che gli facciamo. t-11. Le cosedelle non perdono valorese il Con.g,·esso sai·à p1·oibito. La cosa, mentre SC'l'iviamo (14 settembre), non ò ce,·la, ma appat·e tutt'altro che inverosimile. In uno Sialo dove lutto ci·olla, dove la viustizia tien bordone sfacciatamente ai ladri cospicui, e la stessa stampa più C01lservatrice è cost1·eaa a fare ogni att,·o giorno lo scandalo sovvei·sivo, un'accoita di 1·appresentantidei la– vo1·ato1·ie di uomini onesti è naturale che semflri un pe1·icolo.Quanto allo Statuto, lo si 1·ammenla per celia. Noi - il leU01·edell'articolo stampato più .top1·alo intuisce da sè - non ci metteremo pel divieto le mani nei capelli. Protesteremo per· la (onna, e....continue1·emo a lavorare per la sostanza. Questi piccoli e successivi colpi di Stato sono le apoplessie progredienti del sistema. intanto - se il divieto sussiste e perdm·a - propo– m·amo senz'all1'o che it Congresso si tenga nel Canton Ticino la p,•ilnave,·a prossima, con mino,• numero di delegali, ciascuno munito di ,·appresentan::a più nasta, e in seguito a più concludente preparazione di tutto il pa,·tilo. All'atto di anda,·e in macchina apprendiamo che invece il Congresso si teiTà. LA Crt.lTICA SOCIAU:. ANCORA LA GRECIA II. Lo cnuso della clisl.~1.tta. Nessuno degli uomini politici, cho hanno avuto parle nei periodici tenta.tivi lii soluzione del lungo e secolne conflitto fra. la Grecia e la Turchia, si è mai illuso lii avor trovato la. formula deflr.iliva ed escogita.ti o messi in pratica i rimedi acconci ad oliminare ogni motivo di controversia. f: lecito anzi dire che, da.Ila. caduta di Missolungi insino ad oggi, l'Europa. civile si è occupata. ad ammassare nei sotterranei orientali vasti depositi di materia comburente, ai quali ha lla.toparzialmente ruoco or questa., or quella circostanza. Lo successive integra· zioni di territorio, ottenuto dalla Grecia., spostando le sue frontiere sempre più al nord, et.Iaccorciando la distanza cho lo separo. lla Costantinopoli, hanno quasi moltiplico.t.e le cagioni di conflitto, così come hanno attizzala la fiamma llel!o aspirazioni panelleniche. A periodi ricorrenti, a periodi alternanti, a brevi distanze di periodi di pace, l'Europa. è stata sommossa dal pe– ricolo di un conflitto che sta.va per prorompere, ed a volta a volta ò intervenuta, dn.ndo sfogo parziale a.Ile esigenze dell'ellenismo. Allorchè, dopo il trattato del 22. luglio 1832,Leo- pohlo I, ora re dei belgi, venne eletto re dei gr.eci,egli disse esplicitamente che, senza ottenere Creta., la Grecia non sarebbe mai stata. in pace. li triste presagio del futuro re dei belgi incombette su tutta la successiva storia dei greci, mn, come le invido e gelose manovro degli inglesi o dei russi impedirono sempre la ricon– giunzione di Creta alla. Grecia, essa ebbe confitto nel fianco questo dardo laceranlo insino ad oggi \ 1 ). Le ri· ventlicazioni nazionali, giammai dimenticate, tennero la. Grecia. in continuo sussulto, o le insurrezioni continuo dei candioti crearono talo uno stato di opinione pubblica, che nessun ·ministro avrebbe potuto reggersi al potere, senza. mantenere indiscusse le a.spirazioni nazionali. Ma questa. condiziono anormale di cose portava in conse– guenza uno sviluppo dogli armamenti alTatto spropor• zionato allo risorse economiche del paese. La necessità di creare una. flotta. relativamente forte ed imponente divoni\•a indeclinabile solo considerando l'importanza strategica. di Creta. Situata ad egun.lodistanza. dall'Asia, dall'Afrien. o do.ll' Europa, essa. vigila il mar Rosso e tutto il maro cho circonda. la Grocia, con le due ba.io di Suda. o di S. Nicolò. Ora, armamenti territoriali ed armamenti mo.rittimi, gli uni e gli altri conseguenza necessaria della posiziono storica creata. dall'Europa alla Grecia, portarono con sè i debiti vistosi ed usu– rari, ed a. lunga scadenza il fallimento na1.ionale. f•ilontati un po' dall'apparente solidità delle loro mi– lizie o dall'ardor bellicoso dei comandanti, eccitati dalle frequenti insurrezioni cretesi, io non nego che i greci divennero un elemento perturbatore della. paco d'Eu• ropa.Ma. di chi mai eu la colpa! Dell'Europa, la.quale aveva crea.la alla Grecia una. posizione cho ora simile alla. preparazione di una. lenta. morte, o della Grecia, che tentava. di uscirne1 I molteplici conati di guerra, i continui scatti di insurrezioni, i preparativi sempro iniziati o sempre spezzati a metù. da.Un.mano rabbiosa e polente della diplomazia, furono tutta una serie di tentativi per ristn.bilire un equilibrio qualsia.si . I pre– stiti greci, poi, non più pngn.ti, rurono l'a.llegra vendetta presa da un popolo arguto e sottile sugli autori dei suoi mali (t). Creta ritornata. a.Ila madre patria era la salvazione aspettata dal grande na.url'agio: Creta, l'isola ricca. o forte, cho sarebbe stata da. un lato il ristoro delle finanze e dall'altro In. sicurezza milita.re. Con un bi– lancio di ,t milioni di lire, con una prodigiosa feracifa della terra., con una produzione biennale di 350.000 et– tolitri di olio e 130.000di vino, con un debito pubblico appena. di 1.200 000 lire nostre ('), Creta avrebbe rap– presentato per la Grecia. una fonte di maggiori entra.le e di minori spese, perchè, solamente dopo averla otte– tenut.a., diventa.va possibile licenziare una parte del– l'esercito e darsi all'opera. di una rigenerazione econo– mica. La inaudita ed invereconda ipocrisia delle potenze (')t noto come Il dissidio, Insorto fra la Turcliia e le potenze a proposilo delle frontiere greche seftnate dal trattalo di B<'rlino, de~se luogo alla conferen1.a di Costantino1loli del t881. Nella se· duta del 5 mtirzo Il delegato oltomano dichiarò che la Turchia era llronla a cedere Creta a.Ila Grecia, 1mrchè questa rinunziasse a certi altri vantaggi tcnltoriali, concessile dal trallato di Ber– lino. MA.qualche giorno dopo, M Istigazione dell'loghiltei-rn, ritirò In proposta. (1) Nella Reoue au aeu.r rnonat.1' del 15api-ile 1$95si legge,·a un arllcolo assat lntere&1ante sulla rovina politica e finanziaria della Orecil1,e nel quale al avolge,·a un tult'allro ordina di con• s!de1·azlon!. ('l Sono le cifre del 1889,come le riportava E. Scarfoglio, In alcune corrispondenze, npp11.rsesul Corriere dl Napoli del 1859, dall'Oriente.

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