Critica Sociale - Anno VII - n. 16 - 16 agosto 1897

CRITICA SOCIALE cho lo seguo; secondo la teoria, ha ragione la grando maggioranza dei mar...:istiche col Bobel non consente. B appunto per questo mezzo ragioni tanto da una parto elio dntraltra che, mentre l'articolo del Bebel ha ratto mollo rumore, i suoi contraddittori hanno trovata una giustificazione alla loro condotta in una formidabile au• torità. A questo un cupo dogmatismo 11~,ridotta oggi reco– nomia. marxista.! O lasciare il passo alla libera voce dei ftlW, ed assistere allora alla distruzione dello proprie premesso teoriche; o sai varo questo, ed allora rinnegare l fatti, ed allora traviare dal posilivismo o da tutta la corrente fecomlatrice del pensiero moderno. Un gonio ci tive,•Q.lasciat..'\ una grande eredità, e noi coll'apriorismo, coll'autoritarismo, col bizantinismo l'ab– hlnmo dilapidnfa. ! Unica consolaziono innanzi a qucslo foNsilizzarsi Ji una scuola cho anoùbo pur avuti l(rnti clementi di vita, ò il constatare giorno per giorno come, malgrado tutti gli errori dei socialisti, o dei socialisti pill colli, il so– cialismo J>rogredisca. lo stesso. CiU no dimostra, non foss'altro, che il socialismo ò qualcosa di più. radicato, di pil't necessario, di più. forte elio l'applicaziono di una dottrina, che la ,•olgarizzaziono di un libro. Il lcm1>0 dei discepoli ò, malgrado ogni fanatica illusione, trapas· salo: la ,·ila collelli,·a, la scienza. colloltiva hanno sop• pressi i discepoli, hanno disfatta la. scuola. A~TO~IO 0RA7.IADEI. ILPARTITO S CIALISTA DI MOLA I. Nelle elezioni generali del marzo passato noi ri– portammo motte vittorie, ma anche tre sconfitte: perdemmo le posizioni di Palermo, di Napoli, di Imola. Le prime due sconfitte si spiegano facilmente. In Palermo, e in generale in Sicilia, non vi é stato mai e ancora per molti anni non vi sarà nessun partito socialista. La jacquel'te del '93 fu una con– vulsione isterica, nella quale il :Jocialismo ci entrò solo perché, essendovi nel resto del mondo un par– tito socialista rivoluzionario, quegli affamati sac• cheggiatori di casotti daziari credettero di essere socialisti anch'e~si. Le ripetute elezioni di Garibaldi Bosco a Palermo furono dovute all'opera dell'at– tuale deputato crispino Bonanno, il quale a\"eva interesse a tener \"acante il collegio colle elezioni di un ineleggibile, per mettersi poi al suo posto a tempo opportuno. In una delle elezioni, anzi, in– tervenne un contratto fra il Bonanno e i, diciamo così, socialisti palermitani: il Bonanno si obbligò a uon presentarsi candidato contro il Bosco, e i so– cialisti si obbligarono a non combattere il Bonanno, !luando il Bosco fosso uscito di carcere. VMula 1 amnistia, il Bonanno mantenne la parola di pre– sentnrsi finalmente candidnto; i socialisti non man– tennero la loro di non combatterlo nell'elezione. Santi numi! bisognava attenersi ai deliberati dei Congressi... finalmonle! Ma i voti cho pl'imagli agenti della candidatura Uouanno compravano per conto dei socialisti, ora li comp1·arouo per conto suo, e così il Bosco rimase a terra. Questo si ebbe nel maggio del '06; net marzo del 'Oi si ò avuta la seconda edizione del fatto. Dai quattrocento voti circa toc• cali al Bosco nelle due ultime elezioni, bisogna poi sottrarne circa centocinquanta dati da persone. che votarono all'ultima ora per il candidato socialista, per fare un dispotlo al Bonanno; gli agenti della cui candidatura, avendo comprato quanti voti eran sufficienti a vincere con sicurezza, non ne \'Ollero sapere di spender più quattriui. deludendo la le– gittima aspetlazione di quel paio di centinaia di galantuomiui. Questa è la situazione del partito socialista in Palermo. In l\apoli l'elezione del Casilli nel '05 fn dovuta tutta ad innuenze personali; contrappostesi nel '!li, alle influonze pel'sonali del candidato socialista, influenze personali maggiori - poco importa se di un repubblicano o di un clericale o di un crotino - il candidato socialista è stato sconfitto. Nessuno, anche fra quelli che meno conoscevano l'ambiente napoletano. si illudeva sulla situazione del nosll'o partito in Napoli; la perdila del Collegio era quasi prevista e non ha fatto impressione su nessuno. Pochi, pel'ò, si sarebbero aspetta~, la caduta di And,•ea Costa ad Imola; e poi' te qualità emi– nenti de11'uomo, sul cui nome si combatteva la lotta; e per la fiducia che tutti avevano negli elet– tori di Imola, i quali, se nel ·9:i seppero resistere vitt oriosamente alle infamie del Crispi, avrebbero r.el 'to saputo ribellarsi anche noi '07 alle piccole vig liaccherie del Rudi o i; e perchò pareva impossi– bile che un partito, Il quale aveva dalla sua fin dal '03 la maggioi·anza del Consiglio muuicipale, potesse la ciarsi sfuggire di mano la nomina del deputato. Ma. nonostante tutte queste considerazioni, la scon• fitta è venuta. Quali sono le cause di quesla sconfitta! Porchè la nostra idea, che pareva cosi forte nella citfa di Imola, ha perduto ter1·eno in due anni? Si tratta di un fallo isolato, del quale sarobbe inutile preoc· cuparsi; oppure ò questo il primo sintomo di qualche malattia che travagli il nostro partito in Italia, e che possa manirestnrsi in altre elezioni con altre dis(atte! A queste domande ho cercato di rispondere col pl'esente lavo1·0; il quale a molti pal'rà forse inop– portuno, pel'chtl renderà noti dei latti tu tt'altl'O che onorevoli poi nostro partito, e fo1·nirà. ai nostri nemici qualche argomento valido, almeno in a1>· parenza, per combatterci. i\ta, dal momento che il male c'è, sarebbe assurdo volerlo nascondere; è bene che siamo noi i primi a S\•elarlo, ricercan– done serenamente le cause, proponendo risoluta– mente i rimed'ì. Nessun pal'lito ha mai trovato fin dal primo momento dell'aziono la strada che l'a– vrebbe condotto dritto alla vittoria; tutti errano prima molte e molte volle, e solo dopo lunghe e dolorose esperienze, fatte a proprie spese, riescono a inflla1·0 la buona via. Noi non possiamo sottrarci alla legge comune: i primi eri-ori li abbiam com– messi, i primi insuccessi son venuti a dimostrare cho eravamo in errore; guardiamo senza esitazioni in faccia la verit..1\, facciamoci ammaestrare dai nostri stessi orrori, cambiamo strada, e, mentre siamo in tempo, mettiamoci dn capo in marcia - sinceramento e fo1·temente. Nessun doside1·io dunque in me di far qui da pubblico accusatore conh-o i nostri compagni; nella infinita variet..'\ di tipi balordi, che arricchiscono la specie dell'homo sapiens, il piu balordo di tutti o senrn dubbio quello del ,·egio procuratore. lo qui non intendo parlare nè rli colpe, nè di punizioni; ho studiala l'azione dei socialisti di Imola, ho tro– vato che essa non corrisponde in nulla all'idea so• ciallsta, ho cercalo le cause di questo fatto nella storia o nella composizione del partito, propongo dei rimedi. Chi da questo lavoro si sentisse ofTeso, mostre– rebbe di essere un soma,·o,

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