Critica Sociale - Anno VII - n. 16 - 16 agosto 1897

CRITICA SOCIALE - sei sempre bifronte tu - con un'infinità di citazioni. Basti, J'ra tutte, la parola del Deville, dav,·ero il più •serio» marxista della Francia. Dico il Devillo a pu.– gina 13'2 dc' suoi Principes socialiste, (Paris, Giard et Briòrc, 1800): « Il più potente mezzo di scemare il numero elciscnza– lavoro, di quei disoccupati grazie ai quali i padroni 1>0s– sono rar la.vor•aremolto o pagar poco, ò la limitazione legalo della. giornata di la\'Oro ad otto ore. > ( 1 ) Dopo ciò, mi sembra che lo accuso del Bebel siano discretamente fondate. Dalla linea di fatto saliamo ora alla linea di diritto. Il llcbel ha perfettamente ragione quando sostiene la possibilità delle otto ore nel seno stesso della produ– zione odierna, o quando, spechllmente, basa questa. pos– sibilitìL su quello che ò il vero propulsore della. evolu– zione economica attuale: l'interesse dei capitalisti. Ciò che egli dice era stato del resto dimostrato da molto tempo o con molto maggiore competenza do.una schiera numerosissima di scienziati o di pratici. Lo sue asser– zioni hnnno un valore speciale solo perchè, di fronte ad esse, i marxisti non potranno pili rinchiudersi nel comodo guscio preventivo di una accusa alle intenzioni. Dia.mino! bisognerebbe essere furiosamente mal'xisti per vedere in Augusto Bebel, in questo splendido lottatore, un apologista. del capitalismo! Ciò posto, noi affermiamo - e nell'affermarlo non ci trema affatto la voce - che il concetto della. possibiliti~ dello otto oro di lavoro nell'interesso stesso dei capita– listi, si trova in antitesi assoluta con tutta la. teoria del profitto del Mar.l. f; appunto in questa antitesi che, concesso il sistema clidedurre l'universo intero da qual• tro premesse astratle, i socialisti attaccati dal 13ebcl possono trovare un 1 attenuante al loro preconcetto pes– simismo. Per dimostrare la veriti1. di quanto diciamo, ci ser\'i– remo di un esempio semplicissimo. Non si tratta qui di fare, come co ne accusò un giorno la creola superficia– lità del Larargue, dell'acrobatica aritmetica. Noi ci ser– vjamo di quella cosa. rispettabilissima. che ò l'aritmetica, all"unico scopo di portare lo questioni sopra un terreno circo~tanziato e )>reciso, o di evitare cosi una acrobatica assai più pericolosa di quella. che teme il Lafargue: l'acrobatica metafisica. Sia dunque l'operaio A che lavora 12 ore: 6 oro <li IM·oro necessario e G oro di sopra.lavoro. Data.la teoria. marxista per cui il profitto consiste nel sopralavoro, il profitto <lei capitalista di A è, in questo ca~o, di 6 ore. Supponiamo adesi-o che, restando invariato il salario od aumentando la produttivilì~ del lnvol'o in ragione dell'abbreviamento tiella. giornata, produccntlosì cioò in IO ore quello che prima in 12, il lavoro complessi\'O di A venga ridotto a IO ore. f: evidente anzitutto che l'ipotesi di un salario costante, quando nella realtà ad una diminuzione della giornata si accompagna in gene– ralo uu aumento del salal'iO, ò la più favorevole allo premesso marxiste. Essa inratli, permettendo che la lun– ghezza. del lavoro necessario diminuisca di tutto l'au– mento della produttività, tende ad accrescere il sopra- ( 1) Non aùl.l!amo 1otl'occhio Il 1>:tllo lncrimln:uo, con 1ut10 Il suo l\'Olglmento. Certo è eh.i la diminuzione deR'IIorarli, 1e può lmmt<lfatamente e dli-ettamtnte diminuire In dl1occupazlone In 1nlune Industrie fepecle dO\"eIn.meccanica è gli\ nppllr.:tla.e 1>er• fezlonatn. e non è faclle rendere Il lnvoro più Intenso), ,·i riesce m('IIIOpiù 1r.edlattu11e,1te e (tt(IC1·ertamente, rinforzando ln resi• stenza e l'orRanluatione oper:tl:i. (:Yotn dellB CRITICA). Biblioteca l:ilno t")Janco lavoro, e perciò il profitto, di tutto il tempo tolto al la· varo necessario. Quanto all'altra. ipotesi, che l'aumento, della produttività. sia. propOrzionalo nlla. diminuzione della giornata, es..:a,mentre rappresenta. una. condizione ottima per gli av,•ersari, coi>risponde a ciò che si veri– fica. nella. grande maggioranza dei casi. Tutti gli industriali riconoscono che ò già molto al– lorchò l'operaio arriva a JH'Odurro nel tempo di la.voM minoro la stessa quantità di mel'ce che, prima, nel tempo più lungo. Ciò premesso, se l'operaio con 10 oro di lavoro ricava. la stessa qtui.ntitù di prodotti che un tempo con 12, gli occorreranno soltanto 5 ore di IM·oro necessnrio, J>er ottenere la. somma. dello merci-salario che otteneva, prima, con G ore. Il sopralavoro rimarrà. cosi di 10 ore lavo1·0 totale, meno 5 oro ln\'oro necessario = 5 ore. Mentre a<lunquo, prima della diminuzione della gior• nat:t, il soprala.voro era. di 6 ore, dopo la diminuzione esso ò divenuto di 5. Il profitto <lei capitalista è dimi– nuito, ed è diminuito più precisamente di 1 / 6 • (') Come ammoUere, dopo questo esperimento, che la. diminuzione della giomata sia utile all'interesso stesso dei capitalisti e che, appunto e solo per ciò, sia realiz. zabilo nel seno della economia vigente 1 Data la teoria ciel Marx per cui il profltto consi&le nel sopra.lavoro, ogni diminuzione della giornata, che non sia seguita tl:L una diminuzione compensatrice del salario e mediata– mente del lavoro necessario, si risolvo in una diminu– zione del sopralM•oro, e con esso del retldito capitalista. L'unico caso noi quale, costante sempre il ~alnrio, una diminu1.ìono della giornata potrebbe verificarsi senza una diminuzione del soprala\'oro, sarebbe quello in cui raumenlo della produtti"ità. salisse ad un tal grado poi quale, potendosi ottenere la stessa quantifa di merci-salario con un lavoro necessario molto più breve, il sopralnvoro venisse ad accrescersi di tutto il nuovo tempo liberato dal lavoro necessario. Così, sup• posto che, in seguito alla solita riduzione della giornata. a IO ore, l'aumento dello. produlti,•itù. del lavoro por .. mettesse di ottenere con sole 8 ore la stessa quantità di prodotto cbe prima con 12, è evidente che a ricavare il salario di prima basterebbe un lavoro necessario di 4 oro. In tal modo, diminuendo il lavoro complessivo di 2 ore, ma riducendosi contemporanea.mento cli 2 ore il Ja,·oro necessario, il sopralavoro perderebbe da un lato quello che acquist.ercbbo dall'altro; rimarrebbe cioè, come un tempo, di 6 oro. Ma un caso simile, esigendo un aumento enorme della produttivitit <lei lavoro, è molto poco 1>roba1Jile.D'altra parto sta il fatto che, nella. massima parto dei casi in cui gli industriali hanno realizzata la riduzione dello otto ore, quel solo aumento Jella produttività. ò stato suOlciente, cho permetteva di ottenere noi tempo di lavoro diminuito la ste~sa quan• tifa di merci di prima. Riassumendo, lo stato della questione ò questo: se• condo i fatti, ha ragiono il Debel cd il piccolo manipolo (1) O noi non Intendiamo nulla - ed è col'a che ammeltlamo per 11011111.lile di fronte alla speciale competenza In materia del noalro contr:tddHtorc - o quut:i argon1entazlone, che è Il fulcro di tulio l'nrtlcolo e dnll:i qunte 1caturiscono tulle le ulterlorl dedut1onl, non è <'he un soflamn bell'e buono. Se infatti le IOore di poi producono qu:into le 1! di J>rima, le 5 ore di sopr:iluoro equivarranno alle 61e Il profitto non sarà dlmlnu\lo di nutl:1. Il c:ipit1,ll11:t non lucrn ,mila durala :u.ironomlca del lavoro. sibbene sull:l s un lntens!i.ì. So ciO non rosse, un operato lenll&slmo dn• rebl.le m:iggior profitto di un 011eralo solerte! (Nota tullcc CRITICA).

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