Critica Sociale - Anno VII - n. 14 - 16 luglio 1897
CRITICA SOCIALE 217 corrisponde a necessità. tecniche, e non è di regola l'effetto del bisogno <li crear dei posti per quella pa1-te dello classi alto che non può o non sa trovar diversa– mente occupazioni, e cho la burocrazia è un organo dello Stato indipendente dalle classi sociali. Per la prima ptu-te potremmo anche esser d'accordo col Ferraris, noi considerare la caccia all'impiego 1 di cui ci porge un tanto consolante spettacolo la borghesia in Italia, come un fenomeno anormale, derivante da mancanza di altri sbocchi più utili per l"attività. delle nostre classi elevate. Si paragoni, ad esempio, la nostra gioventù borghese, affollala nelle UniversitlL e nei Licei, ed a cui la laurea o la licenza non serviranno che a mendicare un impiego qmdunque, con la borghesia. in– gleso ed am~ricana, che si ..slancia ardita. e fiduciosa. per lo largbo vio che lo sono aperte nell'industria. o nel commercio! Jn quanto all'indipendenza. della burocrazia dalle classi detentrici della ricchezza, noi non possiamo negare che essa, sorta poi l>iscgni dello Stato, e che vive della vita dolio Stato, trovi, in alcuni momenti di equilibrio fra la potenza dello altro classi, lottanti rra loro, l'occa– sione di affermarsi e d'imprimere alla macchina. dello Stato un moto autonomo. Ma è assurdo supporre che in questi casi la burocrazia o l'Esercito agiscano per pura devozione all'interesso dolio Stato, considerato come flne a. sè medesimo, con interessi propri, che non coincidano con quelli di alcuna classe: essi agiscono, se lasciato a sè stessi, nell'interesse proprio('}. In questi casi la burocrazia - mi ser,·o dello parole del Ferraris - e non è strumento di classe dominante, ma. classe dominante essa stessa» {pag. 99}. lii. 11 quarto capitolo del libro del Ferraris è dedicato alla composizione organica dolio Stato, e cerca di di– mostrarne la indipendenza dalle classi sociali. Nella maggior parte degli Stati moderni esisto lo.monarchia, ed in essi sono lasciati tali poteri al capo dello Sto.lo, da renderlo indipendente dallo varie classi, osserva il Perraris. Che lo.monarchia esista, noicerto non neghiamo, ed esistendo, essa, come ogni altra circostanza di fatto, esercita lo. sua innuenza, o di ciò i socialisti son tanto convinti cho essi sono trn gli a,•versari pili decisi delle monarchie. Tutto sta a vodore che cosa rappresenti il monarca nella monarchia costituzionale. Gl'interessi dello Stnlo, direbbe il Ferra.,•is. E ciò può esser vero, se s'ir.tendo nel senso che il re ò il capo naturale di quelle classi che son formato d ai bisogni d ello Stato, ed i cui inte– ressi son di regola rea ziona.ri. Un re, che abbia. dietro di sò l'esercito e la burocrazia, può riuscire a. sottrarsi alla dipendenza delle classi sociali, quando le rorze no siano in equilibrio, ma soltaato rendendosi interprete di a.Uri interessi, di altre aspirazioni; se la sua azione non rispondesse o.gli interessi di alcuno o ad inte– ressi non abbastanza rorti, è evidente che presto Sua. Maestà. sarebbe un re senza sudditi. E ciò che diciamo dei re valo anche per gli uomini di Stato. La. gran– dezza dell'uomo <li Stato non consiste nel contrastare il campo alle forzo sociali che devono, per la necessità. dello sviluppo economico, vincerla sullo altre, ma nel riconoscerne l'esistenza e nell'adattarvisi, noi renderne meno aspro il rata.te andare. (1) Cfr., per esempio, a proposito del carattere della burocrn:r.la tKlesca verao ti tSl8 1 Il libro del MAllX:Ret:ohdlon an d co1mur– rei:Olutlon, or Otrmany tn 1848. J Ma anche ammettendo la dipendenza dello Stato dai vari partiti cho si dividono il campo politico, questi non son determinati da. ragioni economiche, ma « ciò che sostanzialmente crea o SeJJara i partiti ò il consenso o il dissonso sul c0mpito internazionale e sulla missione socialo dello Stato, sulla. maggioro o minore estensione delle JHlbblicho libertà, sulla politic:L finanziaria o mili– tare, sulla condottti nello relazioni colh~ Chiesa o via dicendo • (pag. 109). Tuttociò è verissimo, ma 11diverso atteggiamento dei vari partiti di fronte alle varie que– stioni è determinato dalle cJiverse concJizioni di ratto e <lagl'interessi di\·orsi delle classi a cui i partiti corri– spondono. So ogni cl;.tsso, corno scrivo l'Engels ('), ha una morale propria, se le lotte l'eligiose non sono spesso che un o.spetto della lotta di classe, come po– trebbe l'appartenere ad una classe o all'altra. non de– terminare la posizione da prcncJerc di fl'onte a.questioni che ne toccano i più ,•ivi interessi? Non neghiamo che in seno alristessa classe si chiudono interessi antago– nistici, m,i i grandi interessi sono comuni, ed ossi de– terminano la formazione dei grandi partiti. Tutto le classi proprietarie, per esempio, saranno sempre nel campo opposto al proletariato. Nè il diritto elettorale, concesso alla classe lavoratrice, 1n·o,'a il contrario. Esso non è shltO mai un d ono di sinteressato. O~ni allar– gamento del suffragio ò sla.to o una. manovra della classe al potere, che sperava nell'aiuto del proletariato contro avversari pet momento più temibili ('), corno in Inghilterra. o in Germania, o è stato strappato con virili agitazioni dal proletariato cosciente, come nel Belgio e nelrAustria-Ungheria. Un'altra smentita o.I materialismo storico verrebbe, secondo il Forro.ris, dal fatto della gran parte che piglia la. parte colta dello. borghesia, anche so non proprie– taria, nella. politica., e si scandalizza. Ji legger nel Lario. che essa rappresenta lo idee o gli interessi della pro– prietil, quasi che ciò significasse che queste idee non fossero anche le sue. Il seguente passo <lei Marx chia– risce benissimo la questione: e Neppure devesi immagi– nare che i rappresentanti della democrazia sieno tutti tanti droghieri o che abbiano per essi una grande t.ene– rezzn. Per la. loro educazione, per la loro posizione inllividua\e essi possono essere ben distanti gli uni dagli altri. I democratici rappresentano la piccola. borghesia. pcrchò il loro cervello non sa oltrepass:ve quegli stessi limiti che questa piccola borghesia non sa superare nella vitn pratica o tendono in teoria. alla soluziono di quei problemi che i piccoli borghesi cercano risolvere in pratica. sotto l'impulso dei loro interessi materiali e della loro posizione sociale. Tale ò del resto per regola generale il rapporto che corre fra i ,·app1·ese11lantilet– terari e politici di una classe e la classe che rappre– sentano • ( 3 ). Un'ultima lacuna che il Ferraris tro,,a. nella spiega– zione che dà. il materialismo storico sulla. composizione dello Stato ò che osso non nota che, so una classe puV diventar politicamente dominante perchè economica.– mento forte, non bas1a. la sola ricchezza a mantenerla. al potero, ma lo sono necessario speciali attitudini di monto e di carattere. Il Ferraris si sarebbe ris11armiata ('i E:-.osui, Ludwl!J Feverb.:ch e la /htt della /llOIO/la claulca 1edt1ca. - Nella N 1 1teZeU. Una tradur.ione francese. d~lla signor.\ !. .aura l.afargue, fu pubblltau1 nella Brt J\'owr:«lle,aprile e mag– gio ISiS. (') Cfr. MAR'.t 6 1-:NoltLS, Ma11l(r!ltO dd Partito comuut.rta, !.'' edi– zione Italiana, pal{. t3-tL l1 J MARX, Il 18 Brumato <U LulgC Bonaparte. Pag. 43 della tra· du:r.lone Italiana.
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