Critica Sociale - Anno VII - n. 14 - 16 luglio 1897

Bb 224 CRITICA SOCIALE Valu (vado) a la furca cu cori cuntentl E prl lu 'nfernu puranchl •u pronti, Me Jettu 'nlra lu rocu allea-ramentl, E prl la tigna appatanciu tu Conti, Ccl 1clppu lu curuuu cu li denti, Lu ■tru:tu, e ci lu 1pu1u 'nla la fronti! ( 1 } Questo è un esempio di vendett& individualei ma ci ru una ,•olla che gli oppressi, gli sfruttati, i calpestati dalla. prepotenza dei ricchi, si unirono insieme e recero la culliganza de li Beati Pauli. I Beati Paoli erano sparsi per tutti i paesi del regno, ma il maggior nu, mero si trovava a Palermo e tenevano concilio in una grolla. Se un galantuomo inquietava una ragazza. onesta del basso popolo, i Ueati Paoli, zitto lu e zillo io, gli facevano capire che, se non la. smetteva, l'avrebbero messo fuori di combattimento essi con una coltellata e mantenevano la promessa. Anche coi vicerè se la prendevano e li ammazzavano quando non facevano il loro dovere; e così le cose an– da.,•ano un po' più per il loro verso. I Beati Paoli, noi vendicare il basso popolo, non col– piva.no solo i nobili e i vicerè, ma anche i giudici che sono sempre d'accordo coi potenti nell'opprimere gli infelici; e una volta che i giudici di Palermo fecero decapitare a tradimento molti popolani, i Beali Paoli giurarono di tagliar la testa ai giudici i quosti fuggirono a Messina; ma i Beali Paoli avevano dei compagni a Messina, e questi fecero le vendette dei poveri di Pa– lermo. « Al domani I&notizia arrivò a Palermo, e il po• « polo fece resta gra.ndo, e tutti gridarono evviva ai « Beati Paoli, che avevano così vendicato il popolo < basso dello ingiurie e delle soperchierie che soffrh•a « per opera dei giudici. • Il buon senso o l'esperienza popolare sulla natura del diritto e sulla funzione della magistratura la sa più lunga di tanti o tanti somari travestiti da professori di filosofia del diritto. Lit 'nfernu è chinu a·avvucali e judici. Chi ha llinai·i ed amici::ia ,mi ·nculu la Giustfaia. La Giustizi,~ abita in una torre, lo sette porte della quale non si possono aprire che con una chiave d'oro. La Giustizia. una. volta ascolta\'a i ricchi coll'orecchio destro e i poveri col si• nistro; gli Scribi o i Farisei la p1·esero e lo conficca• rono un chiodo 110\l'orecchio sinistro; e da. quel tempo in poi coma1·e Giustizia non può più ascoltare le ra– gioni dei be1·1·elli e la dà. sempre vinta ai cappedlli. Non posso resistore alla tentazione di riprodurre l'in– treccio di ll!Hl commediola da burattini e poi, con mio gran dolore, darò tino al saccheggio. Pulcinella vuol sposare Colombinn., ma il Barone non vuole e ra arre– stare Pulcinella come ladro. Ju nmgu lu ciuri (il flore) cli li galanlomini,- menatemi dalla signw·a Giusli:ia; dimostrerò la mia innocenza, dice Pulcinella disperato ai birri. - A .stul'a (a quest'ora) la Giusli:ia dol'mi, gli rispondono, o lo menano in gattabuia. Realmente, la Giustizi& dormo; ma il Barone, che possiede la chia\·e d'o1·0, che at>l'O lo sette porte del palazzo della Giu– stizia, penetra. nella camera dove questa dorme e le tura con la cera l'orecchio sinistro, che ò quello da cui pos– sono essere ascoltati i poveri. Il giorno dopo, al giu– dizio, cttmmari Giustizia sente lo a.ccuse del Barone, ma non sente lo difeso di Pulcinella. - Nun sai dfri mancu 'na parola pri dihinnfrili 'I - Pulcinella grida, (1) E atrerro per la tlana (culicagna) il Con le; gli strapt)O Il cuore coi denli, lo lacero e glielo 1puto In fronte! - Dante e ~hakempeare potreibero lm·ldlare questi ver11I. teca G B CO si dispera., urla le suo difese, ma invano i la Oiu• stizia non sente. Finalmente interviene il suo amico Nofr:o; il quale, av,•istosi che la C1tmma1·i ha l'orecchio tappato con cera, le amministra sulla testa di legno una tale dose di legna. te che la poveretta., nel contor– cersi sotto i colpi, perde il tappo dall'orecchio e co– mincia a sentire e dà ragione a Pulcinella. Morale: Per fare veniri la 'n.tisa (l'udito) alla Giu– stizia cci von.ntt c1·«zzati (legnate). Bisogna. proprio che io finisca e che rimandi al la.– voro originale del Ragusa Moletl coloro che ne vo– gliono sapere cli più. Prima però di la.sciar la penna, non posso rinunciare a riprodurre duo altre osser\'azioni del Ragusa M oleti. L'una è che fra i pili feroci disseminatori d' oli.io fra le classi sociali debbono in Sicilia. annovernrsi. ... i preti, proprio i proti per lo loro prediche contro i ricchi e specialmente contro gli usurai; o se noi nelle no– stre conrerenze dicessimo la. centesima. parte delle odiose improperio, che scagliano contro gli epuluni i rozzi oratori delle quarant'oro siciliane, uccideremmo addirittura da.Ilo spavento - o fcli.1; culpa! - tutti i delegati e questurini che si annoiano diligentemente pre– senziando lo nostre riunioni. L'altra osservazione è che, se il povero odia il ricco, il ricco rica.mbia il povero con egual rarina; e c'è un proverbio solo. di fronte al qua.le il Canto dell'odio dello Stecchetti è un madrigale da innamora.ti: Si vidi lit serpi dunnaci la vita, si vidi tu viddantt (villano) .scacciacci la tesla. Altro che armonio. sociale e bene degli umili! Perchè il nostro partito non domanda al Ra.gusa. Mo– leti il permesso di pubblicare il suo lavoro nei nostri opuscoli di propaganda.1 Si potrebbe ripubblicarlo con questo titolo: e Storia della insurrezione siciliana del 1893 e delle insurl'ezioni successive. • G. S. PUBBLICAZIONI PERVENUTE IN DONO Scienza, sociologia, diritto, propaganda sociale. CER)IISARA dott. G.: &ci'alismo t il.'asso11tria. - Nicutro, tip. Gigliotli, l89i. (Pres:SO l'A. in 1 .Nic(f:Jtro, Crilabria, Ceut. ~O). Wt:88 SrnNE\' el BEA1"RICE: l/1'stofrt dll 'l'i'adt Uni'o11hm1t; traduit par Albert Metin; un \'Ol. in-8 di pag. l\'•Gl6, con appendice, 13.\'0lestatistiche e gn1ficbe, eee. - Pari;o., 1&17, V. Giard el Briére, mo Soufnol, 16 (Fr. 10). Arte, letteratura, varietà. l\0)1uss1 CAm.o: Sa11t'Amb,·ogio; i tempi, l'uomo, fo ba,ilica; memorie; con iO folotipie e I18 :tincotipie. - Milano, A. De ~larchi, 1897 (L. r>). Mosco:-., FERRUCCIO: Rivtlazio11f braailicint ,- note di un reporter. - Milano, Allprnndl, 1897(C,•nl. ~1). ~~CALA a,•v, STJ:!VAl-0: Dm1itlt V'Co1rnellt le odicr11tcrmdi:ioni ,lei Catlt.lici itulia,ii; conferen,a. - Torino,M.Arlale,1897. h11•ALLOMEN1 pror. O 8.: /,i occ,,sio11e dtlla prtmia:io11e sco 4 lastica al Polittama ,li l?altrmo, 7 gi1<g110 1896; discono. - Pulermo, tip. Virzl, 189 i. ~IOLA E., segretario del Comitato per la Ferrovia delSempione: Gtta0tla t il Sempiout. - Milano, tipografia Giuasani o Man:t0ni, 18.n. GIUSEPPE RIOAMO:STI, yeren/.e responsabile. Mllaoo. T1po1r11na deicll Operai 1Sv4: coop.}, c. Vltt. Rm111•. lt--16.

RkJQdWJsaXNoZXIy