Critica Sociale - Anno VII - n. 13 - 1 luglio 1897

CRI'l'!CA SOCIALI<: 197 tendenza che tu fai bene a deplorare - ma avresti torlo a deplorare troppo - se nel fallo si riconoscesse che in questo momento le candidature socialiste d'ori– gine borghese giovano al partito più che altre candi• dature « più schietto di classe > ma intellettualmente insuflicicnli. Del resto, mio caro, questa delle candidature socia– liste di origine borghese non ò forse l'anoma.lia più grossa che si possa osservare nelle cose del partito so– cialista in Italia o che farebbe maggiormente aprir gli occhiacci ad un buon minatore o meccanico o tessiloro socialista di Germania. Altre molle ce ne sono, fra le quali questa: che, con tanta fame accademica, si con– tinui a parlare ai proletari socialisti d'Italia di candL dature socialìsle di origino più o meno borghese, più o meno dollorale !.... A r,uoi bon, poi 1 Tuo Cc.AUl)IO TREV~:s. Il riscattodelle ferrovie svizzere li riscatto delle fel'l'o,·ie occupa da qualche tempo l'opinione pubblica e il Pal'lamento della vicina Elvezia. ed è noto che il partito socialista svizzero vi si é dichiarato decisamente favorevole. Per mezzo quindi del nostro ottimo amico il prof. Romeo Man– zoni, membro del Consiglio nazionale svizzero, ci siamo procurati il seguente articolo do\'l1to a per– sona di eccezionale competenza in materia: il signor 'l'eodoro Curti, una delle teste pili forti del Parla• mento svizzero, consigliere di Stato di San Gallo e membl'o della Commissione pel riscatto delle ferrovie. li Cul'ti (l'atta la questione da un punto di vista molto genel'ale e perciò la più parte delle sue con– siderazioni sono applicabili - e talune a maggior ragione - anche all'Italia; dove invece quel libe– rista à tout 1·om.v1·e (sopratutto il senso comune) del Prinetti va farnelicando la cessione delle fer– l'Ovie a un esercizio pl'ivato anco1· più dispotico e prh'o di cont1·olli dell'attuale. In un solo punto l'e– :sempio della Svizzera non vale per l'Italia, e il Curti lo accenna nelle sue ultime righe. La Sviz– zera è paese fortemente e seriamente democratico: ivi un'organizzazione di Stato delle ferrovie siuce· ,·amente democratica è, non solo possibile, ma na• turale. Il contegno imparziale del Governo svizzero, nell'ullimo sciopero dei ferrovieri, dice a questo proposito assai più delle nostre parole. rn Isvizzera quindi è possibile vincere l'obiezio11e di chi teme dell'aumento della potenza dello Stato, armato dei grandi mez.zi nazionali di ti-asporto. Ma in Italia 1 Oggi 1 - E in questo senso che, parlando, nell'ul– timo fascicolo, dell'ordine del giorno Nofri per la nazionalizzazione delle ferrovie italiane, abbiamo fatto di volo qualche àu~itosa riserva. EJ Ol'a lasciamo la parola al nostro cortese col– laboratore straordinario. Giù. fin <lalranno 1838, quantlo nella Ca.mera. francese si discuteva il progetto di legge sulle ferl'ovie, Lamar- 1ine, in un gran discorso, diceva.: t.:n sentimento profondo si ò sempre impadronito del mio animo, leggendo la. storia, o considerando i fatti, ed ò rorrol'e dei corpi collettivi, ò il sentimento della. incompatibil tà che esiste fra la. libertà sincera e pro– gressiva. e l'esistenza di questi corpi nel seno di uno Stato o d'una civiltà. Essi rappresentano la ti1•annia più odiosa, perchè la. più duratura, perchò ti1'1tnnia. dallo milio teste, dall(l mille vite, dalle mille radici, che non ò possibile nè <lispezzare, nè di spegnere, nò di estir- a pare, perocchò è la miglio1· forma che roppressionc abbia. mai potuto assumere per ischiacciare sotto il suo peso gl'individui e gl'interessi generali. Quando voi li avete lasciati nascere, sono padroni di voi per lunghi secoli: non sapete più da. che parte prenderli, vi domi• nano, e guai se <Lppcnaaccennate a volerli a.ttaccare: essi mandano tale un grido che tutto riempio di spa– vento intorno a loro. I Go\'Crni liberi non sono stati in grado <li liberarsene meglio degli altri, perchè essi in– vadono tutto: la stampa, l'opinione pubblica, i corpi politici, dappertutto tro-..<rnodegli interessati pronti a venire in loro soccorso: la loro causa ha. sempre tanti puntelli quanti sono appunto coloro eho hanno parto a siffatti interessi. ... E che mai accadr,\ quando voi aneto costituito in interessi collettivi o in corporazioni indu– striali o finanziarie gl'innumerevoli azionisti di cinque o sei miliardi, che l'organizzazione delle vostro ferrovie verrà. ad agglomerare nello mani di questo Compagnie 1 Invano il popolo ehiederà. le tariffe, si lamenterà. di esse e vorrà mutarle: esso e voi insieme sarete per un mezzo secolo, o per alcuni quarti di secolo, in potere delle Compagnie: grinteressi del popolo e gli interessi generali si troveranno in loro balia, e voi, partigiani della. libertù. o dolrcmancipazic,no dello masse, voi, che avete rovesciato hi feuda.lità. co' suoi privliegi, coi suoi pretesi diritti di passo, colle suo mille barriere, voi lascerete che questi corpi facciano siepe al pop<1loe chiudano il paese entro le mura della feudalità. del denaro. Lamartine era certamente tult'altro che un sociatisla1 mr~egli a\·eva nondimeno una intuizione prolbnda dei pericoli che i corpi collettivi, le grandi Compagnie in– dustriali e i mono!>'olì privati facevano correre allo Stato. Qua.udo, nel 1852, la. slessa questione venne trattala nel seno dell'Assemblea federa.le svizzera, i partigiani delle ferrovie dello Stato citarono le profezie del poeta statista, ma non furono ascoltale neppur qui, rimasero voci perdute nel deserto, e la costruzione e l'esercizio delle ferrovie furono considerati come cose spettanti ai privati, i quali, da. quel momento, costituirono un vero Stato nello Stato, e per tal guisa la libera EIYezia si trovò costretta, per così dire, entro la cerchia di ferro della. « feudalità. del denaro•· Vero è bene che la Confedera.zione stabili e promulgò delle leggi sulle ferrovie; ma non per questo le venne fatto d'impedire i giuochi di Borsa dei possessori d'azioni, nè di regolare lo tariffe a stregua dell'utilità del pubblico. Nessuna meraviglia pertanto se di tempo in tempo, sempre, i partiti democratici chiedevano il riscatto delle ferrovie; nessuna mera.viglia se finalmente, dopo molti vani ten– tativi colle singole Compagnie, il partito del riscatto, le cui idee sono diventato oggi quelle del Consiglio federale, si ò proposto <li ottenere l'esercizio di tutto le principali reti ferroviarie, segnatamente quella del Giw·a-Sempione nella. Sl'izzera. occidentale, la Central– bahn nella Svizzera centrale, la N01·doslbahn nella parte centrale o orientale, e l'Unione delle ferrovie s,,jzzere ( Vei·einigle Schtoeize,·bahnen) pure nella parte orientale, Stando a.i termirfi delle concessioni ferroviarie, queste potranno essere denunziate nel 1898, vale a dire cho la. Confederazione può riscattarle, pagando venticinque volte il loro guadagno netto (prendendo per norma la. media degli ulliml dieci anni), oppure, dovo guadagno netto non ci sia., versando tutto il capitale impiegato. Per (]Uanto riguarda hL li'e1·1·ovia ciel GoUm·do, la denunzia non potrtt. esser fatta. che nel 190-1,e la. Con• federazione non potrù, ent.rare in possesso di siffatte linee che cinque anni dopo averle denunzia.te . Oli è questo il metodo di riscatto che intende seguira il Consiglio federale e in questo senso ha fatto le sue proposte alle Camere; ma. hl verità ci Mno due altri

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