Critica Sociale - Anno VII - n. 13 - 1 luglio 1897
CRITICA SOCIALE 205 stra volta la nostra insegna raggiante e ci slance– remo a la conquista della felicità contro il tr·ionfatore. Aranti adunque: gli e1·ti sentieri umani sono aperti o soleggiati ,._ Questo l'appello: in esso sono due parti distinte, due inviti ai lettemti, l'uno a fare della politica in generale, l'altro a fare una certa politica, quella che lo scrittore chiama individualista, uniarchista, egoarchista, unianarchica; per non dir nulla del– l'eccellente metodo indicato per salir presto a Mon– tecitol"io, su cui è meglio tira1·0 un velo. Sul primo punto il giornale che ha pubblicato l'appello, il Mm·:.occo, ha aperto un'inchiesta di cui non sono ancol'a pubblicati i risultati ( 1 ), ma per l'osser,•a– tore dei fenomeni de11a vita odierna è forse ancora più interessante che oggi vi siano condizioni psi– cologiche e sociali tali, un tale clima storico da potersi chiamare i lette1•ati al dominio politico o parlare « del piccolo sfo1·zo(lasciato pur ridere gli sciocchi} con cui possono riuscire e assicurarsi l'av– venire », come, dopo dopo tanli altri dal Rènan al Nietzsche e al D'Annunzio, fa il nostro autore e da pote1·si pubblicart}, come ha ratto ora Ernest la .1eu11esse,una luiilabon de not1·c niaih·e .Vapoléon. specie di vade-11iecu,n pei superuomini lette1·ati che si preparano al colpo di . fato. Moda, posa, affettazione, si dirà; tutto vow· épa– le1· te bow·ucots. E certo ò qui l'essenza del feno– meno; ma anche le pose, le mode, le affettazioni. sopratutto se collettive, hanno radici più profondo del capriccio: io "orrei appunto cercare le ra~ioni psicologiche e sto1·iche che hanno reso possibile questa moda del futuro dominio politico dei let– terati. . .. Esso non é che una forma di quel più vasto O· gno che ò la dominazione del mondo per parte dell'iutelligenza. • (Juesto ideale, apparso, per non risalire a ce1·ti accenni ;i.nteriori, nei teoi-ici del despolisnie dclai1•c del secolo XVIII, le sil!cle des lU,mih·es, e spar-ito poi a la fine di esso nella cor,·ente democ1·atica del pensiero che, volendo le 00111:eniem,ent au.11eu.pte, vo11r le pwple et pa,· le peupte, escludeva l'idea cli qualunque aristocrazia o classe dirigente, risorse in quel periodo di reazione che seguì alla rivoluzione francese. Mentre o la borghesia (che nella di\lisione delle spoglie s'era, come più forte. fatta la parte del leone) contro le classi opel'aie salienti un tempo con lei, ora contro di lei, si giltava iu braccio a tapoleone 'e patteggiava coi \16Cchidespoti, o questi con la forza restauravano il proprio dominio; al– cuni spiriti generosi volgevano gli occhi a quel proletariato che era già la classe più numerosa e più povera e che andava semp1·e più allargandosi e impove1·endosi col fiorire della g,·ando industria; a quel proletariato che non curavano e sr1·uttavano ugualmente e le classi feudali e le classi borghesi. Ad esso tornava. di danno tanto la anarchica liberta, che In bot·ghesia invocava ed in parte attua,·a a proprio vantaggio (a proprio ,·antaggio perché as– ~icul'aro la liberfa della concorrenza politica od eco11omicaera assicurare il p1·oprio trionfo conti-o le classi inferiori più deboli), quanto la riorganiz– zazione feudale: riorganizzare la società bisognava. ma il nuovo ordinamento doveva avot,· pow· oldet CanuJlio,•aUon JJhystque et mo;·ate ile la classe la 11/tlJS nomlweuse et la ptws JJattv>·e. A (tnesto scopo alcuni, co11Liuuando le t1·adizioni della ,·ivoluzione, riusci\•auo ai primi abbozzi del socialismo democratico: altri invece, ritenendo im– possibile che le plebi econornicnmenle deboli e so– pratutto non coscienti potessero da sé emanciparsi e nella speranza che ad esso la sal\rezza potesse ve– ni1·e da l'alto, ritornando alcun po' a le idee dol clcspotismo illuminato, sognavano un nuovo potere spir'ituale e un nuovo potere temporale che reuis· sero a sostituit·o il primo la Chie:1a, il secondo le vecchie aristocrazie e monarchie o carlute o cadenti. per riorrlinare la società nell'interesse delle plebi. ~la chi a\lrebbe esercitati quosti poteri e compiuta la grando opel'a 1 L"influenza della coltura nel se• colo tle1· .lu/1lliiruno, la parte avuta dai filosofi e dai letterati nel preparare la rh•ol~zione e noi farla, l'essere ormai g1·au parte del Go,·eruo in mano di una classe di tnlellel'luels, la più bassa cli tutto secondo il Saint-Simon, quella degli avvocati, la sempre crescente impo1·tanza della scienza e della lellei·atul'a nella vita, tutto conco,·re\'a sul principio del secolo, quando per le condizioni dell'ambiente e dello spirito ogni utopia el'a possibile, a far s01·• gere l'idea cho pel bene generale il potere dovrebbe es~ere an1dato agli iutellottuali, filosofl, scienziati, letterati 1 artisti. E il sogno ci si presenta subito nella sua mag– giore ampiezza e intensità nelle Lellres a·un ltabi– tanl (le Oeaècc del Sainl-Simon (1802). Egli vuote un duplice potere. l"uno temporale da sostituire al feudale 1 l'altro ~piritualo che sottenll'i a la Chiesa: ed entrambi alllda a un'oliga1·chia di savanls e di artisles con prevalenza dei primi. J\fa a lo stesso Saint-, imon 1 qualche anno dopo, il sogno appa1·0 utopia: l'industria si svolge meravigliosamente i11- to1·no a lui e s"impone come potere dominante an– che al suo pensiero, il quale omai si volge a fon– da1·e, su quel che anco1· 1·estava di feudalismo, le systlthne i1uluslriel: in questo conserva ancora a l'intolligenza una parte del polare lempomle, poi– chò. delle tre Camere, due, quella a·tnvenlion e quella d'e.?·anien, debbono essere composte l'una di arlisles, l'altra di sacanls, ma ò veramente la terza quella che ha il potere esecutivo e questa ò di industriali. Infine, nell'ultima fnsodel suo pensiero rappresentata dal S0UDectlt Ch1·islian.isme (1825), egli distingue e divide i due potei-i e solo il potere spiriluale affida ai 1)//.ilosophes vosltifs che do– ,-ra11110 essere i sacel'doti della nuo,·a 1·eligione del lavoro e dell'amore. In questa ultima forma il sogno del Saint-Simon viene continualo nella prima metà del secolo: e i Sainlsimoniani fondano, secondo le idee del maesll'O. la nuova chiesa dell"Eafantin e del Bazard; o il Cornte vorrebbe, oltre un po11vol1·• tem,p01·el des 11lc• latew·s dt1·ange1·s à loute /y1·mintc spiriluelle, un J)0U/'0Ù' :;ph·Uuel ae:; phtl0:;0J)hes 1)Ul'S de loule am– bition 1>e1·sonnelle e, dopo essersi staccato dal Saint– Simon perché questi pensa a una nuova religione, finisce egli stesso col fondare la Uetioio,, de l'llu• 1nanilè: il Carlyle infine invocando pel govel'Oo tem1>orale l'ercie-nato, lhe /Jorn Jfero. nwlo anche a secondario an al'istoo·acy ol lalenl, a ~pi1•ilual JJowe;· ol 111..en ol lellers in lhe ltiQh a,ul h-ue sense or lhe word: l'uno e l'altro sempre nell'in– teresse delle plebi. Cosi adunque un potere spirituale di intellettuali che divide più o meno aache il potere temporale con un dittatore o un'aristoc1·azia a \lantaggio delle classi pili numerose e pili po,•01·0: ecco la domi11a– ziono doll'intelligeuza sognata nella p1·ima metà del secolo. . . . Ahi, quanlwn rnulalus ab i/lo ò il sogno nella (•) Non erano, mentre l'A.ulore ,crlve,·a; ora soltanto si com In- seconda metà! Carattet·isti~ di questo periodo Ò clarono n pubblicare. t:Yot:1 aflu 4 CRJTtcA). I lo sbollire degli entusiasmi, lo s,·anire delle gene-
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