Critica Sociale - Anno VII - n. 13 - 1 luglio 1897
2(),J CR!1'1CA SOCIALE SOCIALISMO ESCLUSIVlSTA Non mi ò ben chiaro, carissimo Turali, se Antonio Labriola, nominandomi, parli proprio di mo: sarei anzi inclinato a credere ch'egli rivolga la sua lirata a un mannequin di sua fattum, al quale abbia, commoclitatis cau,sa, appiccicato il nome mio. Comunque sia, dal me– mento che mescola il mio nome alle sue ve,.eg,·ina.::ioni, non posso fare a meno di dargli un,~ piccola risposta. Comincio dal dirgli cho avca ben ragio.rn Bel'tl'ando Spaventa: « qui da noi si studia la. storia della filosofla nella geog_rafla delrAriosto, citandosi alla pari Platone o l'abate !•'omari, Torquato Tasso o Toto11no Tasso~– Infatti il Labriolc1, per dimostrarmi che sono un ingenuo, mi cita i suoi 54 anni d'ot~t, i suoi :?6 anni, o poco J)iù, dì pl'ofessorato umciale, o mi scar;.\\·enta addosso i suoi studi giovanili. Per farmi persuaso che ha.letto Darwin, mi assicura che noi 186·! ha scritto un libro contro Y.ellcr: o anche contro Aristotele? Per convincermi che :::;pence1·ha torto, se la pigli:.\ con Comte: oh, e perchò non addirittura. con Talete? Sarebbe stato assai più comodo e molto più facile! Dunque: batto le mani a H. Spaventa, o tiro vi.i. Si continua. a. scrivere che Spencer, « giuocando di scherma con le categorie doll'omogeneo e dell'eleror;enco. delrindistinto e del diffc:1·1?n::iato, del co~1osciuto e del– l'inconoscibile, ò anche lui un trapassato, cioè a. volte un Kantiano inconsape\'Ole, a volte un llogcl in cari– catura.». Ma. il Labrìola, con la sua e immanenza del pensiero nel realmente saputo, cioè l'opposto di ogni anticipazione ciel pensiero sul saputo, per ,·ia della teolo.!{ica o metafisica. escogitazione», vc~messo fra i 11-apa.ssatio fra i futuri anteriori? Questo ù un po' di Kant rumi·nato, un po' di llegel in ritardo, un po' di scolastica in miniatura? O ò piuttosto desiderio dischi– vare la prolissa popolai·itù? Quando Labr:01a asserisce chi) egli ammetto revolu- 1.ione, ma. non madonna ei;olu::ione, che d;\ anni ha invaso i cervelli di molti, i quali l'adorano, io mi do– mando, innanzi tutto, se costui possa c!'edere in cuor suo di discutere sul serio; ma poi do ragiono a. lleine, il quale a.vova capito che l'universo ò pieno di buchi, o che il professore copre quei buchi col suo berretto da notte. Che cosa rappresentano poi, nella sua discorsa, la « estrema unzione», la « confessione generale», i « com– pagni rigidi » 1 i « compagni tiranni»? Che ci entrano <1ui la «trinità.», le « vibrazioni dell'etere» e « i voti dei Congressi»? Sono tuo9hi ,·elol'ici o non piuttosto sfoghi indi\'idualisti? Ma... per qual motivo conti11ua nel suo grande abuso di aggetti\'i dolcissimi? Esempi: 1~eni... lllosofo deca– dente, Morsclli... J'a.tuo,Loria ... frcnaslenico, Bentham .. imbecille, Spencer ... idiota. Oesll Cristo ... cretino! Il motivo è forse mitologico? Narciso, innamorato di sò stesso, non occupa.va in a.l1ro il suo tempo che nel con templare, da mane a sera, fr,L le acque cristallino del bosco, la imagine della propria persona!! Spcnccr sarebbe al tempo stesso un genio ed un cre- 1ino, pcrchò, essendo il principe dolJ·ovoluzionismo, non ha mai capito il socialismo: o così noi ,wremmo l'ob• bligo di dare del cretino a tutt'i non socialisti, per es., a llaeckel, a Lubbock, a Sorgi, a Bened1kt, ad Ardigò, a Berthelol, tL Schiattarella, ecc. lnoltl'O lutti coloro che non dividono, sic et simplicite1·, le opinioni del I.a• briol.i, non pensano cho sprOJJOSiti, non dicono che spro– positi, non sc1·ivono che sproposili. Questa, mio ottimo Turati, è veramente ingemtilà, che presso gli avversai·i ci farebbe passa.re per bambini! Ora francamente io non so so abbia compiuto i miei studi a Berlino o ad Oxfo1·d, so abbia insegnato economia a Vienna o storia a. Pie. troburgo, se abbia dato alla luce !ibl'i od opuscoli, so abbiano le mio opero, incluse lo t~si di Laurea o quello di Licenza liceale, raggiunta la 7.a o l'8.a edizione, se siano già esaurite, se siano stato tradotto in giappo• ncse o in amaJ'ico: ma per bambino, santi numi, non voglio mica esser preso. E però chi vuol esser ingenuo, sia: cosi ci troveremmo di J'ronto ad un socialismo in– genuamente esclusivista!! E finirei pel' ora la polemica, rimettendomi a. quanto scrissi nelr:u-tieolo precedente, so non dovessi rispon– dere a te, amico Turati, giacchè hai detto che noi ci serviamo della biologia .. per combattere i socialisti. B1b1oteca Gino H1arco Ecco: di sociologi, che, pur seguendo la scuola analo– gica, siano mar.-.:isti,non c'ò che... un numero molto 1·istretto: ma, tra. costoro, io non conosco nessuno che 1tbbia il fine, paleso o recondito, di combatter ... sè stesso. Ti pare? Analogia. più o meno, biologi;:,, darwinismo, evoluzionismo quanto noi vogliamo o quanto tu non vuoi, non escludono mai che, innanzi tutto 1 ca1·0Turati, siamo tutti socialisti, o forerno. per la causa. del prole– tariato tutt,o ciò elle il dovere c1consiglia o che la storia c'impone. E chiaro? Sempre tuo (Calabria) .V<cotc,·a. All'ultimo inter,·ogativo dell'amico De Bella r·i– spondiamo: - è chiarissimo. E siamo lieti che la polemica :;;i chiuda appunto su un concetto così chiaro, così vero, e nel quale possiamo tutti con– sentire senza riserve e senza 1·e:itl'izioni. LA C. S. ILSOGNO DELFUTURO DOMINIO DEI LEmRrn Data la gran fioritura di superuomini, di cui gode l'Italia in seguito a la mascherata che I' Uebe1·mensch nietzscheiano ha fatto attraverso la ca,•nival-nalion sotto il pseudonimo di Claudio Cantelmo, e dopo che la traduzione degli 1•:;·oi del Carlyle ha ad essi pe1·messo di leggere la stor·ia dei loro predecessori e, in onta a la supernciale e unilaterale teo,•ia del 1natel'ialismo storico, di persuadersi della profon– dità di quella dottrina per cui la storia uni\•ersale si riduce a la biografia di pochi eroi, poteva man– care un appello che i supe,~uomini del bel paese, sordi a l'ostico ve1·bo teutonico di Zarathusfra, chia– masse a la lotta per la conquista del potel'e e per la fondazione della grande aristocrazia dell'avve– nire 1 Già, è vero, l'organizzatore della mascherata dell'Uebermensch l'aveva lanciato ai poeti e ai pa– trizi, ma. per esser ancora a gli inizii l'èra supe1·u– mana in Italia e perché egli, non giudicando ma– turi i tempi. consigliava solo di tener pronte le fruste pe1· doma1·0 la gran bestia e i suoi stallieri, cioè il popolo o i democratici, e di esercitare in– tanto la propria superumanità nel tormentare e violare platonicamente qualche vergine, l'appello non aYe\·a avuto altro risultato che molte pagine di disdegno e cli schifo lanciate su la stupida folla. Ora poteva mancare qualcuno che pensasse non bastare nè quel consiglio nè questi risultati 1 Ed ecco infatti, un giovano sociologo ego-archista, a cui è parso che ormai i tempi siaoo maturi, ecco ha lanciato un uuovo appello a quei letterati fra cui si prepara la futura superumanifa. Iu esso, dopo aver lamentato e combattuto il loro pregiu– dizio dell'astensione da le lotte politiche e avei· proretato vicino, nell'ultima gran lotta politica tra conservatori e s0cialisti, il frionfo di questi e avo,· detto che allora si disegnerà la vera lotta razionalo tra i vincitori e gli individualisti uni-anarchici uni-archisti (sono sue parole), « Possiamo noi >, grida ai letterati, « starcene in disparte quando sl'lnno per decidersi i destini dell'ambiente in cui viYiamo e mentre si delineano le sorti del secolo futuro 1 ton è questa l'ora tipica per assumere il nostro posto di combattimento e invigilare e diri. gere l'azione a tutto nostro profitto e per la nostra vittoria 1 » Perciò ò necessario « essere portati al quartier generale dell'immensa battaglia che da· ranno le forze esistenti a quelle volute monopoJiz. zare dai socialisti », cioè a Montecitorio: « qua– lunque sia il partito politico che ci chiamerà, non importa: a noi basta essere portati contro i socia– listi: dopo la vittoria dei quali noi alzeremo a no•
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