Critica Sociale - Anno VII - n. 10 - 16 maggio 1897

CRITICA SOCIALE 149 I." determinare le leggi del lavoro circa la.misura., lo. qualità. e il modo i o quelle del prodotto (1), cosi ri• spetto al produttore come allo. società. tutta (che l"ono- 1·evoleBovio medili 1,11. unive,·sale sistema di calmie,-i 1); 2. 0 aiutare l'evoluzione dellu. propriotà. ai fini di giustizia e di utilità socialdi 3. 0 deter1ninaro la runziono politico-economica dello Stato, non ispirata oggi al principio di solidarietà. na• zionale. Dei quali punti i primi due, specie il secondo, po– trebbero aver molte firme di conservatori. Nel terzo sembra· rar capolino il concetto dello Stato di classe. Ma ci vuole la lente per scoprirlo. E, come conseguenza, il programri:ia si prefigge di « proporre e aiutare tutti quei disegni di leggi sociali che cmnncìpa.nJo il lavoro re,limono le plebi ». Quale ipe1·bole ! Collo leggi sociali emancipare il lavoro 1 Tullo quesle coso snranno raggiunto se non sarà sbaglialo il melodo. E il metodo dovo essere l"aposto– lato; apostolato sopratutto di « disegni legislativi che attingano alla. vi\'a voce del popolo ispirazione cd au– torità •· Si indiranno dunque - traduciamo in lingua. povera - dei grandi comizii repubblicani: questo il concreto del programma. La polizia non li consentirà. E addio apostolato, e disegni legislativi, e metodo, o tutto quanto! 1:: questa la conclusiono1 I.a conclusione è che un simile programma è tutto fondalo sull'cc1uivoco della sostanza o sull'indeterminato della. forma. In esso c'è un po· di tutto. C'è persino (per compiacere al meri– dione) l'onore, la gloria, J'influ~nza. della bandiera; c•ò una. frecciatin.l.i non sappiamo quanto democratica, al mandato imperativo; c·ò uno spizzico di e Gran Geno– ''eso » e il proposito di < richiamare la nazione a sè stessa :.. Tutte queste coso stanno li per decorazione, come la difesa. di Roma e di Venezia, come le cinque giornate di Milano o di Brescia; senze,.nesso coll'assieme o fra loro. Più d'uno domanderà: ma ò questa la ro• pubblica 1 Almeno nella monarchia qualcosa si capisce. Noi non siamo di quelli che osleggiano o credono teoricamente impossibile un partilo repubblicano, forte ed attivo, in Italia. Crediamo al contra.rio e auguriamo cito esso sia per venire. E non soltanto il partito d"una repubblica. fa.tta di stanchezza, qual è quella che il Bo, 1 io sembra invocare alla flne, dove presagisce che« quando Io provo, l'un& dopo l'altra, sa.ranno esaurite, ciò che pa1·eva.una minaccia potrebbe presentarsi unica sai• vczza ». Non solo di questa repubblica dei conser– vatori. Ma di una repubblica. quale i nostri migliori amici repubblicani hanno nella monto riposta; che sia l'espressione del prevalere di un vasto gruppo di inte– ressi ben determinati, di quegli interessi popolari, della piccola borghesia., della. minuta. possidenza, che non sono ancora interessi socialisti e che slanno come un ingombro sulle braccia del partito socialista. Senonchò, per riescire a questo, i repubblicani è d'uopo che lascino da parte le nebulosiU, della. morale fondamento della giustizi&i l'onore della. bandiera, ro– sa.me della Carta e tutto cotesto abracadabrante gergo di Sibilla; e parlino di tasso da scemare, di militarismo da abolire, di liste civili, di piccola proprietà da tute• lare e cosi via discorrendo. Noi pensiamo insomma (o con noi molti repubblicani penseranno senza dirlo ad alta voce) che il partito re• pubblicano valga ancora assai meglio di questo pro– gramma parlamentare che s'è da.lo o che gli tocca su– bire: il quale è davvero una ciambella. riuscita senza buro - seppure non debba. dirsi a. dirittura che è un bu o senza la. ciambella. Noi. Al signor F. La. P,·oQùicia di Brescia, o piuttosto il signor F. suo co1•rispondonto da Roma, ci riprende irl'itato por avergli noi attribuila l'invenzione <li una legge autorizzante la. censura. preventiva. esercite.la. contro l'Ava,1ti ! Il signor F. fil. le alte mera.viglio, si atteggia. a ,•ittima dello calunnie dei socialisti, protesta. del suo svisceralo amore per la liberti\. o ci accus&, oltrechè <li proterva. ingratitudine e ìnctlucazione, di ignorare quel che alll'i (cioò lui medesimo) sci·ive. Tutte ciarle so,·erchio. Ecco lo sue proprie parole: P1·0Qir1cia del 28 aprilo. - « Un'altra. forma. di per* socuziono è quella. d i non perm ettere la vendila del– l'Avanti! se non tlopo rilnscia.to il nulla osta della P1•oc11ra generale .. Ln. lettera. do l111, lcg,::-e dice coi-el. Ma.,anche porchò questa. disposizione, non ma.iapplicata, potrebbe dal capriccio di un magistrato essere adope– rata. contro altri, non giova approvarla. - L'editto albertino sulla . stampa è un testo invec~hialo. Il mondo ha. ratto molta stra.da dacchò ,·enne pubblicata. t-al leggo. Questa non è più m aterialmente applicabile. » Ed ceco ciò che il signor F. rimbecca a noi: Provincia del 5 maggio. - « Questo (cioè l"accusa della C1t1T1CA Socuu:) ,•eramente passa ogni segno. Nella. Provùicia di B1·escia io ho detto soltanto questo : - che, '"'e nuche (sic!) la log·ge pe1.• n1.et .. teE!!ii'O "il 1>••ea.uu11.ncio di un seque• !iilf·•·o. una tale disposizione non s'era applicata mai non si doveva applicare •'t ccc., ecc. Se anche .... ! Se anche .... !! - Il signor F., giornalista di proressione, gfa direttore della. Provincia, collabora* toro del Do1i Chisciolle o di altri giornali romani <la tempo immemorabile, ignora. l"editto sulla stampa, ignora se nella. legge italiana. esista o no la. censura. provenli\'a. Oh! il signor innocenti no! Egli ignora per– sino quel che scrisso egli stesso selle giorni prima o che accusa noi <liignorare .... mentre no dà la edificante libera versione che abb ia.mo testualmente cital;t. Eh! via! Chi crede d'inga.nnaro 1 Il signor F. ha la– mentato, ò ben vero, la persecuzione all'Avanti! L'ha lamentata sopratutto perchè inabile ed inefficace; perchò essa « si risolve a. creare a qucst.o giornale una. eccezionale importanza, la quale non può che gioi;ar!Jli, e a far credere ch'esso abbia ragione in una dello sue tesi favorite e più goffe, quando sostiene che tutto il mondo ufficiale, e anche tutta la società borghese. hanno una paura indiavolata di quel po"ero pezzo di carta.» Tutto questo per la cornice. Quanto al nodo della questiono, la censura preven ... tivn. ora (a.i 28 di aprilo) perf ettamente legale. La legge dice cosi.. Soltanto il parere persona.lo espresso dallo scrittore era che la legge non si dovesse applicare. Conseguenza: - O perchè mai (dovea pensare il let• tore legalitario e cli buona. fede) si dovrà., in omaggio ai socialisti, violare la. legge t - Il sig. F. non viene apertamente a questa conclusione: si limita a. suggerirla. al proprio lettore. Il Governo è giustificato dalla. legge, e il signor F., che ha inventato la legge o dà sulla voce a.I Governo che la rispetta, ci fa una figura. <li liberalo scalmanalo. Non vi appare, in questo piccolo e arguto episodio, riHesso o riassunto tutto il machiavellismo abitualo della. nostra politicanteria liberalesca, che poi versa lagrimo di coccodrillo sulle leggi eccezionali e sui frantumi dello Slatut-0 I f'rancamcntc. Almeno gli Scarfoglio ed i Màcola, se invocano le fucilate contro i socialisti, non pensano a. precostituirsi un alibi. LA CmncA.

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